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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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sonno" compiuta da questi stanchi della vita, troppo stanchi ormai<br />

anche per sognare - quel sonno profondo visto come <strong>di</strong>ssoluzione nel<br />

Brahman, come "raggiunta unio mystica" con Dio. «Quando si sia<br />

addormentato del tutto» - afferma in proposito la più antica e<br />

venerab<strong>il</strong>e «scrittura» - «e abbia raggiunto la quiete assoluta, così<br />

da non vedere più alcuna immagine <strong>di</strong> sogno, allora, o caro, egli è<br />

unito con l'ente, fatto interno a se stesso - avv<strong>il</strong>uppato dal sé<br />

conoscitivo, non ha più coscienza alcuna <strong>di</strong> ciò che è interno o<br />

esterno. Questo ponte non lo superano né giorno, né notte, né<br />

vecchiaia, né dolore, né opera buona, né opera cattiva.» «Nel sonno<br />

profondo» - <strong>di</strong>cono poi i fedeli <strong>di</strong> questa religione, la più profonda<br />

delle tre gran<strong>di</strong> religioni - «l'anima si solleva e esce da questo<br />

corpo, penetra nella luce suprema e ciò facendo appare nella sua<br />

propria figura: essa è così lo stesso spirito supremo, che si aggira<br />

scherzando, giocando e d<strong>il</strong>ettandosi, con donne, con carrozze o con<br />

amici e non torna più in<strong>di</strong>etro <strong>il</strong> suo pensiero a questa appen<strong>di</strong>ce<br />

corporea cui è attaccato <strong>il</strong> "prâna" (soffio vitale) come l'animale da<br />

tiro al carro.» Ciononostante anche qui, come nel caso della<br />

«redenzione», terremo presente <strong>il</strong> fatto che in fondo, sia pur sempre<br />

con lo splendore della esagerazione orientale, anche qui viene<br />

espressa solo una valutazione sim<strong>il</strong>e a quella del chiaro, freddo,<br />

freddamente greco, ma sofferente Epicuro: l'ipnotico senso del nulla,<br />

la quiete del più profondo dei sonni, in breve "l'assenza" del dolore<br />

- questo può rappresentare per chi soffre e per chi è ra<strong>di</strong>calmente<br />

insod<strong>di</strong>sfatto già <strong>il</strong> bene supremo, <strong>il</strong> valore dei valori, questo "deve"<br />

essere valutato da costoro positivamente, deve essere sentito come <strong>il</strong><br />

positivo in sé. (Secondo la stessa logica del sentimento, <strong>il</strong> nulla, in<br />

tutte le religioni pessimistiche, è chiamato "Dio".)<br />

18.<br />

Molto più frequentemente <strong>di</strong> un tale, totale ottun<strong>di</strong>mento ipnotico<br />

della sensib<strong>il</strong>ità, della capacità <strong>di</strong> soffrire, che già presuppone<br />

forze più rare, prima <strong>di</strong> tutto coraggio, <strong>di</strong>sprezzo dell'opinione,<br />

«stoicismo intellettuale», si tenta un altro "training" contro gli<br />

stati depressivi che, in ogni modo, è più leggero: "l'attività<br />

macchinale". E' indubbio che, grazie a questa, un'esistenza sofferente<br />

si senta sollevata in modo considerevole; questo dato <strong>di</strong> fatto viene<br />

designato oggi, con una certa <strong>di</strong>sonestà, «la bene<strong>di</strong>zione del lavoro».<br />

Il sollievo consiste in ciò: che l'interesse <strong>di</strong> chi soffre viene<br />

ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>stolto dalla sofferenza -, che un fare e sempre ancora<br />

solo un fare penetra ininterrottamente nella coscienza, ragion per cui<br />

in essa resta poco spazio per <strong>il</strong> dolore: poiché è "stretta", questa<br />

camera della coscienza umana! L'attività macchinale con i suoi annessi<br />

e connessi - come la regolarità assoluta, l'obbe<strong>di</strong>enza puntuale e<br />

irriflessa, l'una volta per tutte del modo <strong>di</strong> vita, <strong>il</strong> riempimento del<br />

tempo, una certa permissione, anzi un certo obbligo<br />

all'«impersonalità», all'oblio <strong>di</strong> sé, alla «incuria sui» -: con che<br />

ra<strong>di</strong>calismo e con quanta raffinatezza <strong>il</strong> sacerdote asceta ha saputo<br />

ut<strong>il</strong>izzare tutto ciò nella lotta contro <strong>il</strong> dolore! Proprio nei casi in<br />

cui aveva a che fare con sofferenti dei ceti inferiori, con schiavi<br />

del lavoro o prigionieri (o con le donne, che infatti, per lo più,<br />

sono tutte e due le cose insieme, schiave del lavoro e prigioniere),<br />

gli era sufficiente poco più che un po' <strong>di</strong> ab<strong>il</strong>ità nel mutare i nomi e<br />

nel ribattezzare per far vedere loro, nelle cose o<strong>di</strong>ate, un beneficio,<br />

una relativa felicità - l'insod<strong>di</strong>sfazione dello schiavo per <strong>il</strong> suo<br />

destino "non" è stata, comunque, inventata dai preti. - Un mezzo<br />

ancora più apprezzato nella lotta contro la depressione è la<br />

prescrizione <strong>di</strong> una "piccola gioia", che è fac<strong>il</strong>e da raggiungere e può<br />

essere trasformata in regola; ci si serve <strong>di</strong> questa terapia spesso<br />

insieme a quella <strong>di</strong> cui si è appena parlato. La forma più frequente,<br />

sotto cui la gioia viene prescritta come me<strong>di</strong>cinale è la gioia del<br />

"procurare" gioia (come fare del bene, donare, alleviare, aiutare,<br />

persuadere, consolare, lodare, elogiare); prescrivendo «amore per <strong>il</strong>

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