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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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in appoggio ai pie<strong>di</strong>piatti dello spirito, quanti "comme<strong>di</strong>anti"<br />

dell'ideale cristiano-morale dovrebbero essere esportati oggi<br />

dall'Europa, affinché la sua atmosfera tornasse pura... Evidentemente,<br />

in relazione a questa sovrapproduzione si aprono nuove possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong><br />

"commercio", è chiaro che con piccoli idoli <strong>di</strong> ideale e con i relativi<br />

«idealisti» sono possib<strong>il</strong>i nuovi «affari» - non si trascuri questa<br />

esplicita offerta! Chi ha abbastanza coraggio per questo? - sta nelle<br />

nostre "mani", «idealizzare» tutta la terra!... Ma perché parlare <strong>di</strong><br />

coraggio: qui c'è bisogno <strong>di</strong> una cosa sola, cioè la mano, una mano<br />

<strong>di</strong>sinvolta. una mano molto <strong>di</strong>sinvolta...<br />

Basta! Basta! Abbandoniamo queste curiosità e queste complicatezze<br />

dello spirito moderno, <strong>di</strong> cui c'è tanto da ridere quanto da<br />

infasti<strong>di</strong>rsi: proprio <strong>il</strong> "nostro" problema può farne a meno, <strong>il</strong><br />

problema del "significato" dell'ideale ascetico - che cos'ha a che<br />

fare con l'ieri e con l'oggi! Codeste questioni le tratterrò in un<br />

altro contesto in maniera molto più approfon<strong>di</strong>ta e più decisa (col<br />

titolo «Per la storia del nich<strong>il</strong>ismo europeo»; rimando perciò a<br />

un'opera che sto portando a termine: LA VOLONTA' DI POTENZA. "Saggio<br />

<strong>di</strong> una trasvalutazione <strong>di</strong> tutti i valori"). Quello che realmente mi<br />

interessa è aver rinviato qui a questo: anche nella sfera spirituale,<br />

l'ideale ascetico ha sempre, per ora, "una sola" specie <strong>di</strong> nemici<br />

reali e <strong>di</strong> "danneggiatori": cioè i comme<strong>di</strong>anti, dell'ideale - poiché<br />

essi suscitano <strong>di</strong>ffidenza. Del resto, dovunque lo spirito è oggi in<br />

attività con durezza, con forza e senza falsificazioni, fa a meno, in<br />

generale, dell'ideale - l'espressione popolare per questa astinenza è<br />

«ateismo» -: "senza mettere in conto la sua volontà <strong>di</strong> verità". Ma<br />

questa volontà, questo "resto" d'ideale, se mi si vuole credere, è<br />

quello stesso ideale nella sua formulazione più severa, più<br />

spirituale, assolutamente esoterico, liberato da ogni sovrastruttura<br />

esterna, e perciò non tanto <strong>il</strong> suo resto, quanto <strong>il</strong> suo "nocciolo".<br />

L'ateismo incon<strong>di</strong>zionato, onesto (- e noi respiriamo "solo" la sua<br />

aria, noi uomini più spirituali <strong>di</strong> questa età) "non" sta, quin<strong>di</strong>, in<br />

contrasto con quell'ideale, come invece sembra; esso è invece, solo<br />

una delle sue ultime fasi <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo, una delle sue forme finali e<br />

delle sue consequenzialità interne - è la "catastrofe", che incute<br />

rispetto, <strong>di</strong> una bim<strong>il</strong>lenaria severa educazione alla verità, che alla<br />

fine si proibisce la "menzogna della fede in Dio". (Lo stesso<br />

andamento evolutivo in In<strong>di</strong>a, in perfetta autonomia e quin<strong>di</strong> tale da<br />

<strong>di</strong>mostrare qualcosa; lo stesso ideale che costringe alla stessa<br />

conclusione; <strong>il</strong> punto decisivo raggiunto cinque secoli prima dell'era<br />

europea, con Buddha, o più precisamente con la f<strong>il</strong>osofia Sankhya<br />

<strong>di</strong>vulgata poi da Buddha e trasformata in religione.) "Che cosa",<br />

chie<strong>di</strong>amocelo col maggior rigore possib<strong>il</strong>e, ha "sconfitto" in verità,<br />

<strong>il</strong> Dio cristiano? La risposta si trova nella mia "Gaia scienza", p.<br />

290: «La stessa moralità cristiana, <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> veri<strong>di</strong>cità assunto<br />

in un senso sempre più rigoroso, la finezza da padri confessori della<br />

coscienza cristiana, tradotta e sublimata nella coscienza scientifica,<br />

nella pulizia intellettuale a ogni prezzo. Osservare la natura, come<br />

se fosse una prova della bontà e della protezione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o;<br />

interpretare la storia in onore <strong>di</strong> una ragione <strong>di</strong>vina, come<br />

testimonianza costante <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>namento etico del mondo e <strong>di</strong><br />

conclusive intenzioni etiche; interpretare le proprie esperienze<br />

intime come abbastanza a lungo le hanno interpretate uomini devoti,<br />

come se tutto fosse un or<strong>di</strong>namento, tutto fosse un cenno, tutto fosse<br />

escogitato e pre<strong>di</strong>sposto per amore e per la salvezza dell'anima: tutto<br />

ciò è ormai "già passato", ha la coscienza "contro" <strong>di</strong> sé, per tutte<br />

le coscienze più affinate è considerato sconveniente, <strong>di</strong>sonesto,<br />

mendacità, roba da femmine, debolezza e codar<strong>di</strong>a; in virtù <strong>di</strong> questo<br />

rigore, se non altro, noi siamo precisamente "buoni Europei" ed ere<strong>di</strong><br />

del più lungo e valoroso autooltrepassamento dell'Europa»... Tutte le<br />

cose gran<strong>di</strong> si annientano da sole, con un "atto" <strong>di</strong> autoeliminazione:<br />

così vuole la legge <strong>di</strong> natura, la legge del "necessario"<br />

«autooltrepassamento» nell'essenza della vita - <strong>il</strong> grido: «Patere

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