novembre / <strong>di</strong>cembre 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano 5L’Utopia: prìncipi e princìpiLA PROSPERA BIBLIOTECADI DON FERRANTEI 300 tomi <strong>di</strong> quel manzoniano «in solitu<strong>di</strong>ne a educare la mente»GIANLUCA MONTINARO«La mia biblioteca era ducatovasto abbastanza»,1 <strong>di</strong>chiara Prospero,il duca <strong>di</strong> Milano protagonista dellaTempesta <strong>di</strong> Shakespeare, alla figliaMiranda, improvvisamente svegliatadai marosi provocati dalle arti magichedel padre. Aggiunge poi che, costrettoall’esilio su un’isola deserta, riuscìad avere con sé, grazie alla carità<strong>di</strong> Gonzalo, «quei tomi che stimo piùdel mio ducato». 2 Un principe tutto esolo de<strong>di</strong>to agli stu<strong>di</strong> e all’accumulodei libri, fonti <strong>di</strong> inesauribile conoscenza.Sapienza che Prospero utilizzaper far naufragare, sul suo scogliodeserto, i suoi vecchi nemici e attuarequin<strong>di</strong> la vendetta a lungo attesa.Quei libri, a cui Shakespeare soloaccenna, <strong>di</strong>ventano la <strong>di</strong>mensioneassoluta dello scibile. Possiamo solo immaginare qualisiano quei libri a cui Prospero tiene più del suo ducato.Volumi <strong>di</strong> magia e arti sapienzali, opere <strong>di</strong> storia e filosofiaantica, tomi <strong>di</strong> letteratura cavalleresca e scienze naturali.Possiamo anche immaginare che siano i medesimi li-A sinistra: antiporta incisa con il ritratto <strong>di</strong> Manzoniin ovale, circondato dai personaggi de I Promessi Sposi(Parigi, vedova <strong>di</strong> Baudry e Lahure, 1854).Sopra: illustrazione xilografica contenuta inDe subtilitate libri XXI.bri che affollavano gli scaffali dellostu<strong>di</strong>o del Bardo, i testi summa del saperesecentesco, le opere para<strong>di</strong>gma<strong>di</strong> un’epoca ormai al tramonto, i volumipresenti nelle biblioteche <strong>di</strong> tuttigli uomini <strong>di</strong> cultura fra la fine delCinquecento e la prima metà del Seicento.Prospero, «uomo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o» acui non interessano i privilegi del poteree le bassezze della politica, è moltosimile a un altro eru<strong>di</strong>to secentesco,ritratto rintanato fra i suoi libri,intento «in solitu<strong>di</strong>ne a educare lamente, a stu<strong>di</strong>are cose al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ognicomprensione del volgo»: 3 il don Ferrante,tratteggiato da AlessandroManzoni ne I promessi sposi.Personaggio secondario nellanarrazione, don Ferrante è il marito<strong>di</strong> donna Prassede la quale (specialmente nei capitoliXXV e XXVII) tenta, in modo stolido, <strong>di</strong> aiutare Lucia asuperare il trauma della prigionia presso il castello dell’Innominato,cercando anche <strong>di</strong> farle <strong>di</strong>menticare Renzo.Su donna Prassede, personaggio ri<strong>di</strong>colo a causa deisuoi mo<strong>di</strong> autoritari e cocciuti, ma non cattivo, Manzoninon si sofferma più <strong>di</strong> tanto e il suo giu<strong>di</strong>zio è condensatonello sferzante epitaffio che getta fra le righe informandocidella sua morte: «quando si <strong>di</strong>ce che era morta, è dettotutto» (cap. XXXVII).Sul marito, Manzoni si intrattiene <strong>di</strong> più, descrivendone,in modo articolato, psicologia e interessi. Narran-