L'episo<strong>di</strong>o ci conferma <strong>di</strong> per sè che la nuova strada aperta nel 1585 dallaRepubblica Genovese per l'antico valico della Bocchetta è ormai la piùfrequentata fra tutte quelle che collegano l'emporio ligure con l'h<strong>in</strong>terlandpadano; e tale resterà <strong>in</strong>fatti per oltre due secoli.L'<strong>in</strong>arrestab<strong>il</strong>e decl<strong>in</strong>oNegli anni <strong>in</strong>tercorrenti tra l'una e l'altra delle sollevazioni, cheabbiamo testé rievocato, era stato necessario procedere a ristorare <strong>il</strong> campan<strong>il</strong>eche m<strong>in</strong>acciava rov<strong>in</strong>a. Ce lo attesta un <strong>di</strong>scendente del capitano S<strong>il</strong>vestro, i Icav. Domenico Maria Guarco, appassionato <strong>di</strong> storia locale vissuto alla f<strong>in</strong>edel secolo scorso, già segretario del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>, che <strong>il</strong> Parrocoarciprete Antonio Sasso <strong>di</strong>p<strong>in</strong>geva come un Gualco che si scrive Guarco"credendosi nipote del Doge Guarco Antonio" e che "va <strong>in</strong> traccia <strong>di</strong>documenti e dove mancanti se li forma come ieri l'altro passando per la stradache conduce alla Reguar<strong>di</strong>a vi<strong>di</strong> <strong>in</strong> un suo muro nuovo, impressi con scalpello,anni prima e dopo <strong>il</strong> 1000 66.Ma i particolari che <strong>il</strong> Guarco ci tramanda <strong>in</strong> proposito <strong>in</strong> un suomanoscritto, sembrano degni <strong>di</strong> fede:"Nel piccolo chiostro della Chiesa <strong>di</strong> San Remigio eravi <strong>in</strong> antico i lcimitero dei monaci del Convento. Correndo l'anno 1718 si dovette procederea ristorare <strong>il</strong> campan<strong>il</strong>e che m<strong>in</strong>acciava rov<strong>in</strong>a. Lavorandosi alle fondamentafu scoperto un cadavere, ravvolto <strong>in</strong> armatura <strong>di</strong> ferro. Dal collo <strong>di</strong> esso,appeso con catena <strong>di</strong> ferro, scendeva un medaglione, creduto <strong>di</strong> bronzo, cheportava l'impronta come <strong>di</strong> un vescovo.L'abate della chiesa avuta novella del ritrovato cadavere, si affrettò <strong>di</strong>accorrere sul luogo e vietando si procedesse ad <strong>in</strong>novagioni, fece ridurre a Iprist<strong>in</strong>o stato <strong>il</strong> deposito, che quel cadavere r<strong>in</strong>serrava.Dopo qual tempo, ch'io mi sappia, non si operò ricerca o cambiamentoalcuno <strong>in</strong> quel luogo".L'abate <strong>in</strong> questione, Enrico Isola q. Bartolomeo q. Pompeo, - già da noiricordato - era zio del celebre poeta Carlo Maria Innocenzo Frugoni, che fupoi pur esso abate <strong>di</strong> San Remigio, ed alla cui morte avvenuta nel 1768 i benidell'Abbazia passarono ai Doria 67.Erano questi del ramo <strong>di</strong> Lamba, con cui gli Isola si erano imparentati pervia del matrimonio <strong>di</strong> Dorotea Isola, che già prima del 1760, con lo stesso suomarito Nicolò Doria e col <strong>di</strong> lui fratello Innocenzo, usava v<strong>il</strong>leggiare a66 _ A.S.C., n. 172, lettera s.d., circa anno 1784.67 _ L'Abate Enrico Isola fu sepolto davanti all'altar maggiore della Chiesa.La lastra tombale, a suo tempo rimossa e conservata sopra un solaio della casadell' Abazia, portava la seguente iscrizione: "D.O.M. , Hic jacet <strong>in</strong> spem beataeimmortalitatis Joannes Enrico lnsula Abbas Huius Ecclesiae Obiit 17 9bris 1738"(Accademia Urbense - Ovada, ms. Domenico Maria Guarco, anno 1878, c. 43).34
Paro<strong>di</strong>. In quegli anni era Rettore <strong>di</strong> San Remigio <strong>il</strong> rev. Antonio MariaQuaglia, che ricoperse l'<strong>in</strong>carico dal 1734 al 1783, morendo alla venerandaetà <strong>di</strong> 88 anni. Successivamente, nel 1784 e 1816 si trova come beneficiario i Irev. Domenico Bartolomeo Doria, figlio <strong>di</strong> detti Nicolò e Dorotea, <strong>il</strong> qualemantiene <strong>il</strong> <strong>di</strong>rirto all'elezione del parroco con l'obbligo della congrua 68.Il 28 ottobre del 1784 <strong>il</strong> Rettore padre Angelo Granello verbalizza<strong>in</strong>fatti un accordo che <strong>in</strong>terviene tra <strong>il</strong> suddetto Abate Doria ed i MassariDomenico Gualco, Gio.Battista Lagagio e Simone Arecco, <strong>in</strong> virtù del qualeviene ceduto all'Abate <strong>il</strong> sito attiguo al nuovo cimitero <strong>di</strong>rimpetto a ITorchio della Massaria, mentre la Chiesa viene ricompensata con altrettantosito sopra <strong>il</strong> cimirero 69.Nel 1825 <strong>il</strong> Rettore Gio.Andrea Arata, probab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong> un estremotentativo <strong>di</strong> salvarne <strong>il</strong> ruolo <strong>di</strong> Parrocchia, <strong>in</strong>gran<strong>di</strong>sce la Chiesa, portandolaa tre navate, <strong>di</strong>vise da c<strong>in</strong>que arcate per lato, e con tre altari <strong>in</strong> capo.Scrivono <strong>in</strong> proposito i fratelli Remond<strong>in</strong>i: "Si allarga quasi m. 15, edall'<strong>in</strong>gresso alla balaustrata è lunga quasi 19 metri, più metri un<strong>di</strong>ci delcoro e presbisterio ricco <strong>di</strong> cupola, e balaustrata. S<strong>in</strong>o allora primadell'<strong>in</strong>gran<strong>di</strong>mento ebbe tre altari, e così sono segnati nel 1821, ma nel 1838fu trovato averne quattro e poi c<strong>in</strong>que nel 1862. Questi c<strong>in</strong>que altari sono, i Imaggiore cui <strong>di</strong>etro è <strong>il</strong> coro, <strong>in</strong> alto 1862 era una srarua <strong>di</strong> Santa Brigida, chenel 1876 fu surrogata dall'ancona ove è raffigurato <strong>il</strong> D. Salvarore che porgela Santissima Communione alla detta Santa. Il secondo è l'altare <strong>di</strong> N ostraSignora del Rosario rappresentata <strong>in</strong> istatua: cappella questa arricchita <strong>di</strong>cupola e balaustrate.Il rerzo ha un quadro del Carlone raffigurante San Lorenzo martire; cosìerano anco nel 1821 gli altari, ma nel 1838 un quarto altare era <strong>in</strong>titolato aNostra Signora della Salute, s<strong>in</strong>o allora contenta d'essere venerata <strong>in</strong> unsottoquadro: nel 1862 Nostra Signora della Salute stava all'altar maggiore, ed<strong>il</strong> quarto altare s'<strong>in</strong>titolava <strong>in</strong>vece all'Immacolata; nel 1876 f<strong>in</strong>almente unqu<strong>in</strong>to nuovo altare era occupato dall'icone della Salute. Organo non ebbeprima del 1838, ma nel 1862 si <strong>in</strong><strong>di</strong>ca come assai mesch<strong>in</strong>o.Non cosÌ della torre per le campane che se due sole erano nel 1771, giàerano aumentate a quattro nel 1821, e solo nel 1862 viene segnato starvi delpari un orologio <strong>di</strong> grande ut<strong>il</strong>ità".Nel 1838, la ren<strong>di</strong>ta del Benefizio, ovvero dell'Abbazia, ammontava purtuttavia alla non <strong>in</strong><strong>di</strong>fferente cifra <strong>di</strong> L. 4.800, essendo iscritti a catasto i benidella mensa per un capirale <strong>di</strong> lire 281.093.30.Nel 1845, con decreto dell '8 maggio, la chiesa <strong>di</strong> San Rocco, giàsuccursale <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong> Spessa, viene f<strong>in</strong>almente eretta <strong>in</strong> parrocchia<strong>in</strong><strong>di</strong>pendente, mentre Paro<strong>di</strong> assurge al rango <strong>di</strong> vicariato e San Remigio ne<strong>di</strong>viene la Chiesa plebana, alla quale, a sua volra elevara al rango <strong>di</strong> Prevostura,68 _ ASG. Magistrato comunità, n. 323; N. BATTILANA cit., famigliaDoria, c. 67.69 _ Allegato alla lettera <strong>di</strong> cui alla nota 55.35
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