vengono assegnate, a scapito <strong>di</strong> Gavi, quattro chiese già suffraganee <strong>di</strong> Gavi:San Marziano, Santo Stefano e San Rocco, tutte <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>, più quella <strong>di</strong>Tramontana <strong>il</strong> cui parroco veniva eletto Vicario Foraneo 70 .Ma nel 1876 <strong>il</strong> Vicariato <strong>di</strong> Gavi verrà re<strong>in</strong>tegrato ed anzi verrà estesa lasua giuris<strong>di</strong>zione comprendendovi la nuova parrocchia <strong>di</strong> San Rocco.Arriviamo così al 1858, quando l'ultimo titolare del beneficio vende perL. 74.000 tutto <strong>il</strong> patrimonio parrocchiale comprese parecchie saledell'abitazione 71.e allarme è scattato <strong>in</strong> ritardo: quando perviene alla Curia genovese l alettera del procuratore del Re, che <strong>in</strong> data 21 ottobre 1860 esprime <strong>il</strong> timoreche Nicolò Doria q. Orazio, nipote del rev. Domenico Bartolomeo, vendabeni a pregiu<strong>di</strong>zio delle ren<strong>di</strong>te della mensa <strong>di</strong> San Remigio, l'operazione siè già perfezionata 72.li Prev. Leonardo Sasso, ridotto a contare sul sussi<strong>di</strong>o governativo, muorenel 1878, cre<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> venti annate <strong>di</strong> congrua: e pertanto dopo la sua morte i lbenefizio rimarrà sprovvisto <strong>di</strong> una <strong>in</strong>vestitura canonica.Così ne scrivono appunto conclusivamente nel 1891 i fratelli Remond<strong>in</strong>i;e con questa ultima notizia si chiude anche per noi la rievocazione dellalunga ed <strong>in</strong>teressante storia <strong>di</strong> uno dei più antichi monasteri <strong>di</strong> tutta la zona.L'espansione genoveseRitorniamo alla f<strong>in</strong>e del secolo XI.Ligi ai doveri della casta m<strong>il</strong>itare cui appartengono, anche i marchesi <strong>di</strong>Paro<strong>di</strong> partecipano alla prima delle crociate, con un folto manipolo <strong>di</strong>balestrieri ed arcieri, e da quell'epopea della spada e della croce, portano consè, emblematicamente, al ritorno, una preziosa reliquia della Santa Croce.Più concretamente, i genovesi, che con i loro navigli hanno sostenuto unruolo <strong>di</strong> primo piano nel trasporto delle armate cristiane, colgono l'occasioneloro offerta dalla vittoria sugli <strong>in</strong>fedeli, per creare nelle terre d'oriente unarete commerciale basata su <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> piccole colonie, alle qualisono garantite franchigie ed autonomia amm<strong>in</strong>istrativa.La posizione <strong>di</strong> predom<strong>in</strong>io navale <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> Me<strong>di</strong>terraneo, cui la cittàligure è <strong>in</strong>tanto assurta, fanno sì che <strong>il</strong> volume delle merci che affluiscono a Isuo emporio cresca rapidamente <strong>in</strong> misura superiore ad ogni aspettativa.Già a metà del secolo XII i vecchi ed i nuovi it<strong>in</strong>erari che, passando daMarcarolo, collegano la costa con la pianura padana, risultano <strong>in</strong>sufficienti<strong>di</strong> fronte al grande sv<strong>il</strong>uppo dei traffici.'" Cfr. La Parrocchiale dei Santi Rocco e Sebastiano <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong> <strong>Ligure</strong> tra me<strong>di</strong>oevoed età contemporanea, Genova 1995, e<strong>di</strong>to a cura <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Paolocci <strong>in</strong> occasionedel 150.mo anniverasrio <strong>di</strong> erezione a parrocchia.71 _ A. e M. REMONDINI cit., pp. 80 e 81.72 _ A.S.c., n. 172.36
La storia <strong>di</strong> Genova mar<strong>in</strong>ara, da tutti conosciuta, si arricchisce <strong>di</strong> pag<strong>in</strong>ealtrettanto affasc<strong>in</strong>anti, ma meno note, quando i nostri navigatori, nondelegando ad altri più fac<strong>il</strong>i guadagni a coronamento delle loro fatiche, vengonocon le loro merci a percorrere sempre più numerosi le mulatriere ed isentieri che passano per la valle del Lemme.I marchesi <strong>di</strong> Gavi non avvertono <strong>il</strong> cambiamento che vede le ragionidell'economia prevalere sulle prerogative della casta m<strong>il</strong>itare, cui restanoost<strong>in</strong>atamente ancorati, e così, anziché mutare a loro volta ruolo e costumi,non solo cont<strong>in</strong>uano, nella zona da loro controllata, a pretendere pedaggi eccessivi,ma neppure <strong>di</strong>sdegnano <strong>di</strong> partecipare <strong>in</strong> prima persona allequoti<strong>di</strong>ane ruberie a danno degli <strong>in</strong><strong>di</strong>fesi commercianti.Allo scopo <strong>di</strong> rendere più sicure le strade che confluiscono su Voltaggio,ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> valico <strong>di</strong> Reste (la Bocchetta), <strong>il</strong> fondovalle ed <strong>il</strong> suo cr<strong>in</strong>ale d<strong>il</strong>evante, <strong>di</strong>venute della massima importanza, i genovesi, abbandonatotemporaneamente <strong>il</strong> remo, impugnano spade e lunghe lancie e conquistano nel1121 Fiaccone, l'o<strong>di</strong>erna Fraconalto, Chiapp<strong>in</strong>o, Mondasco e Pietra Bissara.Contemporaneamente, con la dutt<strong>il</strong>ità dettata loro dall'esperienza, assolutamenteconv<strong>in</strong>ti che <strong>il</strong> denaro è uno strumento che assicura acquisti più duraturi<strong>di</strong> quelli procacciati con le armi, con quattrocento lire comprano dai marchesi<strong>di</strong> Gavi <strong>il</strong> borgo e <strong>il</strong> castello <strong>di</strong> Voltaggio, per farne <strong>il</strong> loro avamposto<strong>di</strong> frontiera.Per un pò <strong>di</strong> tempo i rapporti tra le due parti, che cont<strong>in</strong>uano ad ispirarsi alogiche tanto <strong>di</strong>verse, restano relativamente amichevoli, ma, più tar<strong>di</strong>, imarchesi, nel tentativo <strong>di</strong> eludere le negative conseguenze degli acquistiterritoriali genovesi, riprendono <strong>in</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi ad <strong>in</strong>tralciare <strong>il</strong> traffico eda vessare i viandanri.Genova allora, prima li <strong>di</strong>ffida - siamo nel gennaio del 1130 - a nonpretendere pedaggi dai propri cittad<strong>in</strong>i, nonché dagli abitanti <strong>di</strong> Voltaggio e<strong>di</strong> Fiaccone, a non molestare <strong>il</strong> transito sulle strade <strong>di</strong> Gavi, <strong>di</strong> Valle Scrivia e<strong>di</strong> Marcarolo, e così pure a limitare i pedaggi riscossi sulla strada <strong>di</strong> Gavi e anon imporne <strong>di</strong> nuovi su altre strade. Poi, <strong>il</strong> primo ottobre dello stesso anno,Genova, alleandosi con i Pavesi contro Tortona, non manca <strong>di</strong> <strong>in</strong>cludere nellalista dei comuni nemici tutti gli Obertenghi della nostra zona.Tutti i maggiori comuni <strong>di</strong> pianura si sono ormai sottratti al dom<strong>in</strong>iodei gran<strong>di</strong> feudatari, e sempre per fronteggiare l'ost<strong>il</strong>ità dei marchesi, Genovaarriva nel 1140 pers<strong>in</strong>o ad accordarsi con la stessa Tortona, per lunghi anni suagrande rivale.La sicurezza dei traffici è un fattore troppo essenziale per le due operosecomunità: così esse, temporaneamente unite <strong>di</strong> fronte a questa esigenza, fissanole rispettive aree <strong>di</strong> espansione territoriale <strong>in</strong> valle Scrivia a danno tanto deimarchesi <strong>di</strong> Gavi quanto <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>, che, gli uni e gli altri, vantanoposse<strong>di</strong>menti e <strong>di</strong>ritti feudali sulle due sponde.La manovra che, legittimata da questo trattato, Genova sv<strong>il</strong>uppa, <strong>in</strong>torno al1145, per l'accerchiamento dei marchesi <strong>di</strong> Gavi, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>in</strong>debolire <strong>il</strong> loro37
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