danneggiandola ed <strong>in</strong>oltre, stando a quanto ci è stato riferito, fece strage <strong>di</strong> uncerto numero <strong>di</strong> uom<strong>in</strong>i".L'importanza cui è frattanto giunto <strong>il</strong> monastero <strong>di</strong> Rivalta Scrivia ècomprovata dal <strong>di</strong>ploma del 6 apr<strong>il</strong>e 1217 82 con <strong>il</strong> quale Federico II loprende sotto la sua protezione e gli conferisce particolari priv<strong>il</strong>egi,nom<strong>in</strong>ando espressamente le grangie <strong>di</strong> Bassignana e della Riversa. Da Ripalta<strong>di</strong>pendeva anche <strong>il</strong> Monastero del Porale: ce lo <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> pontefice Onorio III,con sua bolla del 4 giugno dello stesso anno, confermando all'Abate del Poralei beni siri <strong>in</strong> territorio <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>, ed estendendo a questo Monastero Iaprotezione papale 83.Sono gli anni della sua massima espansione: tra l'altro troviamo che imonaci <strong>di</strong> Rivalta prendono <strong>in</strong> affitto da <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> Tagliolo beni situati i nLerma ed <strong>in</strong> Sommaripa, con un atto del 29 maggio 1236 84. Da un altro attodel 3 <strong>di</strong>cembre 1258, me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> quale un certo Guglielmo figlio del q.Giovanni, mul<strong>in</strong>aro <strong>di</strong> Casaleggio, dona al Monastero <strong>di</strong> Rivalta alcuni benisiti <strong>in</strong> detto luogo, appren<strong>di</strong>amo <strong>in</strong> particolare che esistevano all' <strong>in</strong> temodello stesso un ricovero ed un ospedale per i poveri 85.Successivamente - ed è probab<strong>il</strong>e una connessione con <strong>il</strong> provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>Papa Alessandro IV che nel 1255 86 toglie al Vescovo <strong>di</strong> Tortona le chieseoltre giogo assegnandole al Vescovo <strong>di</strong> Genova - i Benedett<strong>in</strong>i <strong>di</strong> Rivalta sonochiamati a comprovare i loro <strong>di</strong>ritti nell'Alpe <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong> ed a precisarne iconf<strong>in</strong>i, producendo la copia dell'atto notar<strong>il</strong>e relativo 87.Il suddetto provve<strong>di</strong>mento papale (preceduto da altra bolla del 3 giugno1248) 88 è <strong>in</strong>teso a punire la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tortona per l'appoggio dato a FedericoII, <strong>il</strong> grande imperatore, l'ultimo della casa Sveva, che tra <strong>il</strong> 1230 e <strong>il</strong> 1250,anno della sua morte, ha r<strong>in</strong>novato <strong>in</strong>vano contro i Comuni e <strong>il</strong> Papato la lottache suo nonno, <strong>il</strong> Barbarossa, aveva dovuto abbandonare.Trascuriamo volutamcnrc, nell'economia del nostro racconto, queste ealtre vicende assai importanti per la storia <strong>di</strong> Genova e dell'Italia: unaispezione che <strong>il</strong> Podestà <strong>di</strong> Genova accomparmato da Nicolò del Conte e daLanfranco della Volta compie nel 1251 ai castelli <strong>di</strong> Gavi, Voltaggio eParo<strong>di</strong> 89 ci conferma lo stato <strong>di</strong> allarme e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sord<strong>in</strong>e che, a causa deglieventi del <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e ventennio precedente, si è <strong>in</strong>staurato <strong>in</strong> tutta la zona.82 _ E. GABOTTO, doc. XCII.K3 _ L. TACCHELLA, L'abbazia <strong>di</strong> S. Maria del Porale <strong>di</strong> Ronco Scrivia, Bobbio1974.84 _ F. A. TRUCCO, I cartari dell'Abbazia <strong>di</strong> Rivalta Scrivia, voll. 2, P<strong>in</strong>erolo1910-1911, doc. DCCXlII.•&S _ F. A. TRUCCO cit., doc. DCCXVI.'"' - A. FERRETTO, val. II, doc. DCCCXCIX.ll7 _ F.A. TRUCCO cit.. 11 documento DCCXVII è una copia estratta <strong>il</strong> 14.4.1255dall'orig<strong>in</strong>ale doc. CLV.ss - A. POTTHAST, Regesta Pontificum Romanorum, Fraz 1957, vol.Il, p. 1090.119 _ A.. FERRETTO, Documenti genovesi ecc. cit., voI. Il, doc. DCXVIII del2.5.125 I.46
Forse, già <strong>in</strong> questi anni, si ravvisano anche i primi s<strong>in</strong>tomi che è <strong>in</strong>iziataper le istituzioni benedett<strong>in</strong>e, ovvero per <strong>il</strong> loro ruolo agricolo-produttivo,la parabola <strong>di</strong>scendente.Mentre tra Genova e Tortona si aprono ben presto trattative e prospettive<strong>di</strong> pace, i più giovani dei marchesi <strong>di</strong> Gavi e <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong> non accettano l'<strong>in</strong>eluttab<strong>il</strong>erealtà e nel 1197, muovendo dal loro nuovo castello <strong>di</strong> Carrosio, simettono temerariamente a far prede a danno <strong>di</strong> mercanti genovesi ed astigiani.Accorre <strong>il</strong> Podestà <strong>di</strong> Genova, Drudo Marcell<strong>in</strong>o, e <strong>di</strong>strugge <strong>il</strong> castello<strong>di</strong> Carrosio costr<strong>in</strong>gendo i marchesi <strong>di</strong> Gavi a ritirarsi <strong>in</strong> quello <strong>di</strong> Tassara,mentre Palod<strong>in</strong>o si arrocca <strong>in</strong> Paro<strong>di</strong>. Passa l'<strong>in</strong>verno e l'anno dopo, a giugno,Guido, marchese <strong>di</strong> Gavi, cerca <strong>di</strong> entrare nel castello <strong>di</strong> Gavi, approfittandodell'assenza del castellano.Il tentativo non ha successo e Guido, che salva a stento la vita, nonostantel'aiuto dei Tortonesi e <strong>di</strong> Alberto Malasp<strong>in</strong>a, più bravo come poeta che comeguerriero, perde anche <strong>il</strong> castello <strong>di</strong> Tassara, suo ultimo baluardo, <strong>di</strong>strutto daAlberto Mandello, nuovo Podestà <strong>di</strong> Genova.Questi non si accontenta <strong>di</strong> mezze misure e va oltre ad espugnare Paro<strong>di</strong>,mettendo <strong>in</strong> fuga Palod<strong>in</strong>o e Muruello che si rifugiano <strong>in</strong> Toscana dai loroconsorti marchesi <strong>di</strong> Massa.Mentre l'anziano Guglielmo <strong>di</strong> Gavi si sottomette a Genova nel 1198,contro i più giovani dei marchesi <strong>di</strong> Gavi, che non vogliono rassegnarsi ad undest<strong>in</strong>o <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>e e contro quelli <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong> - che morto nel 1199 GuglielmoSaraceno, restano più a lungo, pur dalla lontana Massa irriducib<strong>il</strong>i avversariGenova ha r<strong>in</strong>novato con gli Arata, consignori <strong>di</strong> Castelletto, la tra<strong>di</strong>zionalealleanza ed ha anche loro concesso, contestualmente, un mutuo <strong>di</strong> lire cento,specificararnente dest<strong>in</strong>ato a comperare c<strong>in</strong>que "cavalli m<strong>il</strong>itari".Ben presto i fedelissimi dei marchesi <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>, rimasti senza capi,chiedono ed ottengono <strong>il</strong> perdono del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Genova, mentregarantiscono per loro con una cauzione <strong>in</strong> denaro altri notab<strong>il</strong>i del luogo. Aiprimi due, che giurano fedeltà <strong>il</strong> 19 maggio 1202, fanno seguito <strong>il</strong> 22maggio, <strong>il</strong> 2 giugno ed <strong>il</strong> 30 agosto successivo parecchi altri già posti a Ibando. Per quelli <strong>di</strong> loro, che non posseggono beni mob<strong>il</strong>i od immob<strong>il</strong>icostituib<strong>il</strong>i <strong>in</strong> pegno, si offrono come mallevatori parenti ed amici.F<strong>in</strong>almente, <strong>il</strong> 25 settembre 1202, dopo aver ceduto ogni loro <strong>di</strong>ritto esalvato <strong>il</strong> salvab<strong>il</strong>e, cioè le loro quote <strong>di</strong> pedaggio, anche Alberto, Ra<strong>in</strong>eri eGuglielmo <strong>di</strong> Gavi devono arrendersi e immettono Genova nel possesso deicastelli <strong>di</strong> Gavi, Montalto, Tassarolo, Gattorba, Aimero, Pasto rana e Croce enotificano i nomi dei vassalli della curia <strong>di</strong> Gavi. Fra essi, con successivo attodel 31 maggio 1203, viene ricompreso <strong>il</strong> defunto Guglielmo Saraceno, già titolare,<strong>in</strong> feudo <strong>di</strong> Gavi, <strong>di</strong> un pedaggio a favore <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>.Anche gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palod<strong>in</strong>o e <strong>di</strong> M uruello, ormai stab<strong>il</strong>mente ra<strong>di</strong>cati i nMassa, r<strong>in</strong>unciano def<strong>in</strong>itivamente, nel 1223, contro l'assegnazione <strong>di</strong> 100lire annue sul pedaggio <strong>di</strong> Gavi, a tutte le loro ragioni ed azioni competentisul castello <strong>di</strong> Paro<strong>di</strong>: e Andrea <strong>di</strong> Massa, <strong>il</strong> figlio <strong>di</strong> Muruello, viene anchedecorato del C<strong>in</strong>golo <strong>di</strong> Cavaliere.47
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