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Via da Brindisi il Blog di Gianfranco Perri

"VIA DA BRINDISI” Il Blog di Gianfranco Perri pubblicato su Senza Colonne News il quotidiano online di Brindisi. Un totale di 50 articoli pubblicati tra il 26 di agosto 2013 ed il 31 dicembre 2017: Io Gianfranco residente in ¨Via da Brindisi¨ - La tradizione culinaria di Brindisi: una manifestazione di ancestrale cultura - I have a dream. He had a dream. We had a dream. We have a dream - Di nuovo seduti a tavola: sará un'ossessione tutta brindisina? Ma no... oggi si parla del Cile - Un utilitaristico uso "municipale" della moderna tecnologia comunicazionale - Libri storici di Brindisi gratuitamente on line su Google Books - 11 settembre di 40 anni fa... in Cile - Il prossimo 4 Novembre il Monumento compirà 80 anni - Recuperare la memoria storica cittadina: base indispensabile di cultura e identità - Senza Colonne News: il primo anniversario e la sfida dell’online - Facebook a Brindisi... social network SI e social network NO – Etc., etc.

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“Pigonati” NO - “Monticelli” SI<br />

Il riferimento é naturalmente all´intitolazione del canale che a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> separa <strong>il</strong> porto interno<br />

<strong>da</strong> quello esterno e che notoriamente si chiama Canale Pigonati in riconoscimento del fatto<br />

che nel 1778 fu l´ingegnere Andrea Pigonati a completare <strong>il</strong> suo “riaprimento” dopo secoli <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sastroso e tragico abbandono. Eppure, invece, sarebbe giustizia intitolarlo a Monticelli!<br />

Ma perché “Pigonati NO” e “Monticelli SI”? Perché Andrea Pigonati fu l´ingegnere sic<strong>il</strong>iano<br />

contrattato per realizzare quell´opera <strong>di</strong> “riaprimento” che in effetti completo in tempi e con<br />

costi relativamente limitati, ma commettendo un imperdonab<strong>il</strong>e errore <strong>di</strong> progettazione così<br />

grave che in pochissimi anni ne invalidò completamente <strong>il</strong> risultato. E perché Giovanni e<br />

Francescantonio Monticelli furono invece due <strong>il</strong>lustri brin<strong>di</strong>sini, fam<strong>il</strong>iari <strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong> quel<br />

luminare che fu Teodoro Monticelli, che lottando contro la potente e spregiu<strong>di</strong>cata lobby<br />

gallipolina, tra <strong>il</strong> 1831 e <strong>il</strong> 1834 si pro<strong>di</strong>garono <strong>di</strong>sinteressatamente riuscendo a scongiurare<br />

per <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> la morte ormai già decretata, convincendo <strong>il</strong> re Fer<strong>di</strong>nando II a non desistere <strong>da</strong>l<br />

recuperarne <strong>il</strong> porto, re al quale va quin<strong>di</strong> e comunque <strong>il</strong> merito <strong>di</strong> essersi fatto convincere.<br />

Ció premesso, per tutti coloro i quali ne hanno un qualche interesse e un po’ <strong>di</strong> voglia, qui <strong>di</strong><br />

seguito riassumo <strong>il</strong> racconto <strong>da</strong>ll´inizio, procedendo quin<strong>di</strong> in or<strong>di</strong>ne cronologico:<br />

Dopo la sua gloriosa e prolungata stagione della Roma repubblicana, <strong>il</strong> porto <strong>di</strong> <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> subì<br />

un enorme <strong>di</strong>sastro ambientale, inizialmente a causa dei residui delle palafitte fatte piantare<br />

all´entrata del porto interno nel 49 aC <strong>da</strong> Giulio Cesare durante la guerra civ<strong>il</strong>e per,<br />

vanamente, tentar <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re la fuga <strong>di</strong> Pompeo, e successivamente, e con effetti ancor più<br />

devastanti, a causa delle due tartane zavorrate che <strong>il</strong> principe <strong>di</strong> Taranto, Giovanni Antonio del<br />

Balzo Orsini, nel 1449 fece affon<strong>da</strong>re nello stesso luogo, verosim<strong>il</strong>mente per impe<strong>di</strong>re che la<br />

città cadesse pre<strong>da</strong> della flotta veneziana o forse <strong>di</strong> quella aragonese. Poi, negli anni seguenti,<br />

le sabbie e i limi provenienti <strong>da</strong>lle palu<strong>di</strong> circostanti con quelle che le maree portavano <strong>da</strong>l<br />

porto esterno all’interno, le alghe che si moltiplicavano nelle acque poco mob<strong>il</strong>i, e finalmente i<br />

residui soli<strong>di</strong> d´ogni sorta che liberamente scolavano <strong>da</strong>lla città stessa, finirono per ostruire<br />

quasi del tutto quel passaggio, isolando <strong>il</strong> porto interno <strong>da</strong> quello esterno e trasformando <strong>il</strong><br />

primo in una palude salmastra con conseguenze catastrofiche per la città e i suoi abitanti.<br />

Anche se <strong>da</strong> subito, fin <strong>da</strong>i primi anni del XIV secolo quando la corona spagnola istituì nel<br />

regno <strong>di</strong> Napoli un vicereame, si riconobbe la gravità della situazione e nel parlamento si<br />

convenne in più occasioni che era in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e e inderogab<strong>il</strong>e risolvere <strong>il</strong> problema del<br />

restauro del porto <strong>di</strong> <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong>, per secoli tutto resto in <strong>di</strong>scorsi e in buone intenzioni mentre la<br />

città, via via più abbandonata a se stessa e decimata <strong>da</strong>lla malaria, continuava a languire<br />

avviandosi lentamente ma inesorab<strong>il</strong>mente verso la sua definitiva inevitab<strong>il</strong>e scomparsa.<br />

Dopo <strong>il</strong> ventennale parentesi austriaca, nel 1734 <strong>il</strong> regno <strong>di</strong> Napoli ritorno sotto la<br />

dominazione spagnola, ma questa volta dei Borbone e, novità non <strong>da</strong> poco, con <strong>il</strong> rango <strong>di</strong><br />

regno in<strong>di</strong>pendente e con un re tutto proprio: Carlo Borbone, figlio del re <strong>di</strong> Spagna F<strong>il</strong>ippo V,<br />

al quale nel 1759 successe al trono <strong>il</strong> suo terzo figlio, Fer<strong>di</strong>nando IV, che nel 1768 sposò Maria<br />

Carolina, figlia dell´imperatore d´Austria Francesco I e che, pur non essendo stato un gran re al<br />

confronto con suo padre Carlo, ebbe l´enorme merito <strong>di</strong> aver soccorso e <strong>di</strong> fatto salvato<br />

momentaneamente <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong>, preoccupandosi e impegnandosi al “riaprimento” del suo porto.<br />

Nel 1775 infatti, Fer<strong>di</strong>nando IV inviò a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> due ingegneri, i più rinomati del regno per le<br />

opere idrauliche, con <strong>il</strong> compito <strong>di</strong> determinare i provve<strong>di</strong>menti necessari al risanamento del<br />

porto e della città intera: Vito Caravelli, professore <strong>di</strong> matematica, e Andrea Pigonati, tenente<br />

colonnello del genio. I due ingegneri fecero stu<strong>di</strong> e comp<strong>il</strong>arono i progetti che sottoposero al<br />

re: le loro proposte furono approvate e ritornarono a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> per attuare quanto progettato.<br />

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