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Via da Brindisi il Blog di Gianfranco Perri

"VIA DA BRINDISI” Il Blog di Gianfranco Perri pubblicato su Senza Colonne News il quotidiano online di Brindisi. Un totale di 50 articoli pubblicati tra il 26 di agosto 2013 ed il 31 dicembre 2017: Io Gianfranco residente in ¨Via da Brindisi¨ - La tradizione culinaria di Brindisi: una manifestazione di ancestrale cultura - I have a dream. He had a dream. We had a dream. We have a dream - Di nuovo seduti a tavola: sará un'ossessione tutta brindisina? Ma no... oggi si parla del Cile - Un utilitaristico uso "municipale" della moderna tecnologia comunicazionale - Libri storici di Brindisi gratuitamente on line su Google Books - 11 settembre di 40 anni fa... in Cile - Il prossimo 4 Novembre il Monumento compirà 80 anni - Recuperare la memoria storica cittadina: base indispensabile di cultura e identità - Senza Colonne News: il primo anniversario e la sfida dell’online - Facebook a Brindisi... social network SI e social network NO – Etc., etc.

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Un popolo <strong>di</strong> giovani aspiranti pensionati... Quale <strong>il</strong> futuro?<br />

Auguri! Bravo! Che invi<strong>di</strong>a! Congratulazioni! Finalmente <strong>il</strong> traguardo! Complimenti! Evvivaaa!!<br />

Questi alcuni dei numerosissimi commenti che, tutti sullo stesso tono, hanno accompagnato <strong>il</strong><br />

gioioso annuncio fatto <strong>da</strong> un amico informandoci "<strong>di</strong> essere in pensione". Nulla <strong>di</strong> male per<br />

carità, certo un evento importante nella vita <strong>di</strong> tanti, un evento <strong>da</strong> non far passare sottobanco,<br />

un traguardo probab<strong>il</strong>mente meritato. Poi, nel caso specifico, un´aspirazione assolutamente<br />

legittima e sofferta, perché legata a un serio problema <strong>di</strong> salute, e lo riferisco questo<br />

particolare, proprio per voler sottolineare con ciò, la quasi sacralità <strong>di</strong> quello che é un<br />

indubbio <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ogni lavoratore appartenente a un paese civ<strong>il</strong>e.<br />

Ma la motivazione a voler riflettere sull´episo<strong>di</strong>o non mi é stata indotta <strong>da</strong>ll´annuncio in se, né<br />

tanto meno <strong>da</strong>l più che giustificato tono gioioso dello stesso, quanto invece mi é stata indotta<br />

<strong>da</strong>l coro unanime e <strong>da</strong>i toni <strong>di</strong> quei tantissimi commenti corali, sintomatici evidentemente <strong>di</strong><br />

un certo qual modo <strong>di</strong> vedere la vita, lavorativa e non solo, <strong>da</strong> parte <strong>di</strong> un´intera società, o<br />

quanto meno <strong>di</strong> una gran parte <strong>di</strong> essa, e anche, e temo soprattutto, <strong>di</strong> una buona parte dei<br />

giovani <strong>di</strong> quella società.<br />

Certo, l´aspirazione alla pensione porta implicita con se l´aspirazione ad aver maturato quel<br />

<strong>di</strong>ritto alla pensione e quin<strong>di</strong> l´aspirazione <strong>di</strong> aver prima acquisito un posto, non precario, <strong>di</strong><br />

lavoro. Nuovamente quin<strong>di</strong> si sta parlando <strong>di</strong> un qualcosa <strong>di</strong> assolutamente legittimo e in<br />

principio del tutto incontestab<strong>il</strong>e, e comunque chiarisco subito che l´intenzione non é<br />

assolutamente quella <strong>di</strong> voler affrontare una <strong>di</strong>scussione sul complesso e spesso bistrattato<br />

tema del <strong>di</strong>ritto al lavoro o del <strong>di</strong>ritto a una giusta e opportuna pensione, né tanto meno<br />

quello, certamente un po’ troppo tecnico per questa sede, relativo ai cav<strong>il</strong>li dei vari scalini o<br />

scaloni, o quello dell´assurdo capitolo delle eso<strong>da</strong>zioni.<br />

Vorrei invece qui trattare, senza voler con ciò declassare d´importanza tutti i temi già citati,<br />

dell´atteggiamento che verso la vita lavorativa pare si ten<strong>da</strong> sempre più ad assumere nella<br />

nostra società; vorrei trattare, e quin<strong>di</strong> implicitamente ed esplicitamente criticare,<br />

l´atteggiamento che molti dei nostri giovani, e anche meno giovani, sembra va<strong>da</strong>no oggi<br />

maggioritariamente acquisendo nonostante l´oggettiva gravità del momento socio economico<br />

che ci tocca vivere: "continuare a insistere nel voler considerare come massimo e ad<strong>di</strong>rittura<br />

unico traguardo auspicab<strong>il</strong>e, quello del posto <strong>di</strong> lavoro formale e fisso e quin<strong>di</strong> del<br />

conseguente raggiungimento della pensione".<br />

Francamente credo che non sia entusiasmante dover costatare che in una società la massima<br />

aspirazione sia quella "<strong>di</strong> an<strong>da</strong>re in pensione" e non credo <strong>di</strong> star facendo con ciò una<br />

affermazione assur<strong>da</strong>: e visto che non é certo <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> essere autoreferenziali, cosa che<br />

giustamente risulta essere sempre antipatica, voglio però qui ricor<strong>da</strong>re brevemente mio<br />

padre: inizio <strong>il</strong> suo percorso lavorativo <strong>da</strong> m<strong>il</strong>itare lo stesso giorno in cui compì i 18 anni, parti<br />

volontariamente <strong>da</strong> casa ¨senza altro bagaglio che la sua gioventù e la sua voglia <strong>di</strong> fare e <strong>di</strong><br />

lavorare¨ e dopo più <strong>di</strong> quarant´anni, lo ricordo molto bene, si rammaricò profon<strong>da</strong>mente<br />

quando fu obbligato ad an<strong>da</strong>re in pensione all´età <strong>di</strong> 59 anni.<br />

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