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Via da Brindisi il Blog di Gianfranco Perri

"VIA DA BRINDISI” Il Blog di Gianfranco Perri pubblicato su Senza Colonne News il quotidiano online di Brindisi. Un totale di 50 articoli pubblicati tra il 26 di agosto 2013 ed il 31 dicembre 2017: Io Gianfranco residente in ¨Via da Brindisi¨ - La tradizione culinaria di Brindisi: una manifestazione di ancestrale cultura - I have a dream. He had a dream. We had a dream. We have a dream - Di nuovo seduti a tavola: sará un'ossessione tutta brindisina? Ma no... oggi si parla del Cile - Un utilitaristico uso "municipale" della moderna tecnologia comunicazionale - Libri storici di Brindisi gratuitamente on line su Google Books - 11 settembre di 40 anni fa... in Cile - Il prossimo 4 Novembre il Monumento compirà 80 anni - Recuperare la memoria storica cittadina: base indispensabile di cultura e identità - Senza Colonne News: il primo anniversario e la sfida dell’online - Facebook a Brindisi... social network SI e social network NO – Etc., etc.

"VIA DA BRINDISI” Il Blog di Gianfranco Perri pubblicato su Senza Colonne News il quotidiano online di Brindisi. Un totale di 50 articoli pubblicati tra il 26 di agosto 2013 ed il 31 dicembre 2017: Io Gianfranco residente in ¨Via da Brindisi¨ - La tradizione culinaria di Brindisi: una manifestazione di ancestrale cultura - I have a dream. He had a dream. We had a dream. We have a dream - Di nuovo seduti a tavola: sará un'ossessione tutta brindisina? Ma no... oggi si parla del Cile - Un utilitaristico uso "municipale" della moderna tecnologia comunicazionale - Libri storici di Brindisi gratuitamente on line su Google Books - 11 settembre di 40 anni fa... in Cile - Il prossimo 4 Novembre il Monumento compirà 80 anni - Recuperare la memoria storica cittadina: base indispensabile di cultura e identità - Senza Colonne News: il primo anniversario e la sfida dell’online - Facebook a Brindisi... social network SI e social network NO – Etc., etc.

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<strong>Brin<strong>di</strong>si</strong>, perché vi si nasconde finché Attico sia venuto a raggiungerlo nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Lenio<br />

Placco. Egli parte per Durazzo d´Albania, ove resta un anno soltanto, poi richiamato torna a<br />

<strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> <strong>il</strong> giorno stesso della festa della colonia, ed è portato in trionfo. Sei anni dopo vi<br />

rientra ancora come proconsole, poi come trionfatore coi fasci e <strong>il</strong> lauro e vi soggiorna ancora<br />

tre volte <strong>di</strong> seguito: l´ultima volta, era la <strong>di</strong>mane <strong>di</strong> Farsaglia.<br />

Virg<strong>il</strong>io mori a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong>, e vi mostrano la sua casa: È sul porto, quasi su quel terrazzo donde<br />

s´innalzano le colonne. Benché nob<strong>il</strong>e nelle mo<strong>da</strong>nature e grave nella sua semplicità, la <strong>di</strong>mora<br />

del poeta, in faccia a quel mare azzurro, a quelle belle coste colorate, a quella natura ridente,<br />

con una vista lontana dell´Oriente, par ritratta <strong>da</strong>ll´epoca del Rinascimento -voglio <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quei<br />

begli anni quando le mo<strong>da</strong>nature eran sì pure- in guisa che mi è d´uopo interrogare la materia<br />

piuttosto che la forma per sapere se mi trovo <strong>di</strong>nanzi a un monumento antico o ad una<br />

costruzione della fine del secolo decimoquinto o dei venti primi anni dell´un<strong>di</strong>cesimo. Infine la<br />

tra<strong>di</strong>zione esiste, e certo v´ha qualche cosa, perché Virg<strong>il</strong>io ritornò <strong>da</strong>lla Grecia con Antonio e<br />

Augusto; cadde malato a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> per effetto del mare, e mori <strong>da</strong>vanti <strong>il</strong> porto, <strong>il</strong> 22 settembre,<br />

ventott´anni (?) prima della venuta <strong>di</strong> Cristo. La casa è segnata nei documenti del tempo quale<br />

Domus Virg<strong>il</strong>ii Maronis in loco San Stephani et juxta viam publicam ex Borea.<br />

Si capisce fac<strong>il</strong>mente che cosa fosse allora la città. Già fortificata, poiché Cesare parla <strong>di</strong> lavori<br />

d´asse<strong>di</strong>o dovuti <strong>da</strong> lui fare al principio della guerra civ<strong>il</strong>e, era senza dubbio fornita <strong>di</strong><br />

monumenti. Ma Federico II, che e<strong>di</strong>ficò <strong>il</strong> grande e forte castello ancora in pie<strong>di</strong>, dopo i Barbari<br />

<strong>di</strong>strusse ogni cosa, per servirsi dei materiali. La decadenza <strong>di</strong> <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> si spiega benissimo.<br />

Dovette cadere d´un colpo <strong>il</strong> giorno in cui Roma cessò d´essere l´unica capitale dell´impero, e<br />

Costantinopoli <strong>di</strong>venne residenza degli imperatori; per <strong>il</strong> porto m<strong>il</strong>itare l´era finita. Non più<br />

flotte, non riunioni <strong>di</strong> truppe per l´Oriente, non caserme, non arsenali, non magazzini <strong>di</strong> viveri,<br />

e quin<strong>di</strong> non più esportazione, né commercio: è la fine d´un mondo, e questo luogo appartato<br />

d´Italia non ha ormai più relazioni col mondo esterno.<br />

Nel quarto secolo conserva le proporzioni <strong>di</strong> città, benché deserta; ma sotto Giustiniano, nel<br />

quinto secolo, Procopio la descrive come desolata, mezzo <strong>di</strong>strutta, e priva delle mura.<br />

<strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> non andò immune <strong>da</strong>lle devastazioni dei Goti, dei Greci, dei Longobar<strong>di</strong> e dei Saracini:<br />

quest´ultimi ne compirono la rovina. Insomma, <strong>di</strong> tutti quegli avanzi romani che dovevano<br />

essere enormi, resta in pie<strong>di</strong> soltanto una colonna e <strong>il</strong> rimanente si riassume in iscrizioni e in<br />

pietre d´anfiteatro e <strong>di</strong> terme. Degli altri perio<strong>di</strong>, rimangono soprattutto delle costruzioni<br />

m<strong>il</strong>itari fatte <strong>da</strong> Federico II <strong>di</strong> Germania e anche <strong>da</strong>gli Aragonesi, i cui stemmi decorano le<br />

porte e le facciate. Le fosse della città furono convertite in orti e i galeotti vi coltivano legumi.<br />

Non ho ancora toccato della con<strong>di</strong>zione più grave: alludo alla mal´aria, a quell´emanazione<br />

sott<strong>il</strong>e che genera la febbre, insi<strong>di</strong>a l´abitante e lo <strong>di</strong>stende sul letto in pre<strong>da</strong> ai brivi<strong>di</strong>, colla<br />

tinta livi<strong>da</strong>. Molto fu fatto per migliorare le tristi con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> rispetto alla salubrità; i<br />

pantani d´acque stagnanti furono convertiti in orti; Carlo III, che fu re <strong>di</strong> Napoli, si adoperò<br />

molto al risanamento, e anche Fer<strong>di</strong>nando II se ne occupò con sollecitu<strong>di</strong>ne.<br />

L´eccellente arci<strong>di</strong>acono Giovanni Tarentini, che fu nostra gui<strong>da</strong>, ci ricor<strong>da</strong>va <strong>il</strong> tempo in cui in<br />

questo corso dove passeggiavo con lui e col signor Mahon, crescevano i giunchi nei paduli. Si<br />

sarebbe potuta vincer la natura, ma a patto che <strong>il</strong> risultato corrispondesse agli sforzi fatti per<br />

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