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Via da Brindisi il Blog di Gianfranco Perri

"VIA DA BRINDISI” Il Blog di Gianfranco Perri pubblicato su Senza Colonne News il quotidiano online di Brindisi. Un totale di 50 articoli pubblicati tra il 26 di agosto 2013 ed il 31 dicembre 2017: Io Gianfranco residente in ¨Via da Brindisi¨ - La tradizione culinaria di Brindisi: una manifestazione di ancestrale cultura - I have a dream. He had a dream. We had a dream. We have a dream - Di nuovo seduti a tavola: sará un'ossessione tutta brindisina? Ma no... oggi si parla del Cile - Un utilitaristico uso "municipale" della moderna tecnologia comunicazionale - Libri storici di Brindisi gratuitamente on line su Google Books - 11 settembre di 40 anni fa... in Cile - Il prossimo 4 Novembre il Monumento compirà 80 anni - Recuperare la memoria storica cittadina: base indispensabile di cultura e identità - Senza Colonne News: il primo anniversario e la sfida dell’online - Facebook a Brindisi... social network SI e social network NO – Etc., etc.

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Nell´anno 1776, quando Andrea Pigonati dette principio ai lavori <strong>di</strong> riapertura del canale che<br />

comunicava <strong>il</strong> porto esterno con quello interno, le palu<strong>di</strong> al centro del passaggio nei momenti<br />

<strong>di</strong> alta marea si ricoprivano con 25 centimetri d´acqua, mentre nei momenti <strong>di</strong> bassa marea le<br />

acque scomparivano del tutto e le secche rimanevano scoperte fino a 50 centimetri in alcuni<br />

punti. A stento, e solamente nelle alte maree, si poteva passare per <strong>il</strong> canale con una barchetta,<br />

e <strong>il</strong> porto interno era un lago stagnante dove potevano navigare solo le barchette e i lontri.<br />

I lavori iniziarono <strong>il</strong> 4 marzo e <strong>il</strong> 28 approdò nel porto una polacca proveniente <strong>da</strong> Napoli,<br />

carica <strong>di</strong> vari attrezzi e legnami destinati all´opera. I lavori avanzarono tra varie <strong>di</strong>fficoltà, non<br />

ultima quella dell´insufficienza e dell´impreparazione della mano d´opera locale, per cui si<br />

dovette ricorrere anche ai lavoratori forzati: nell´apr<strong>il</strong>e del 1777 giunsero a <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> i regi<br />

sciabecchi con cento forzati e <strong>il</strong> 26 <strong>di</strong>cembre ne giunsero altri duecento.<br />

A causa della poca <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> grosse pietre necessarie all´esecuzione del progetto,<br />

Pigonati penso bene <strong>di</strong> poter ut<strong>il</strong>izzare i ruderi <strong>di</strong> vecchie costruzioni, e così <strong>di</strong>spose la<br />

demolizione <strong>di</strong> alcune vecchie case site in prossimità <strong>di</strong> Porta Reale e dei blocchi residui della<br />

stessa, e impiego anche le pietre estratte <strong>da</strong>lla superstite torretta angioina che era stata<br />

fabbricata per l´operazione della catena <strong>di</strong> chiusura del canale.<br />

Nell´apr<strong>il</strong>e del 1778 <strong>il</strong> p<strong>il</strong>ota brin<strong>di</strong>sino Francesco Alló, poté per primo entrare fino in<br />

vicinanza della Porta Reale con un bastimento carico, e poté ripartire ricarico d´olio: la<br />

larghezza del canale era già stata ampliata e la profon<strong>di</strong>tà aveva raggiunto 5,20 metri. E <strong>il</strong> 26<br />

giugno <strong>di</strong> quello stesso anno, entro felicemente nel porto interno <strong>il</strong> bastimento olandese<br />

Giovine Adriana con una portata <strong>di</strong> ben 3740 ettolitri <strong>di</strong> grano.<br />

Pigonati consegnò l´opera compiuta <strong>il</strong> 30 <strong>di</strong>cembre 1778, a 2 anni 9 mesi e 22 giorni <strong>da</strong>ll´inizio<br />

lavori: l´ostruzione che aveva isolato porto e città tutta durante secoli, era stata finalmente<br />

rimossa. Alla consegna dell´opera, <strong>il</strong> canale, con la bocca rivolta a greco-levante, era lungo<br />

1861 palmi compresi i moli e le scogliere, era profondo 18 palmi e largo 183 palmi verso la<br />

ra<strong>da</strong> e 162 palmi allo sbocco nel porto interno. Le sponde del canale furono rivestite <strong>di</strong><br />

banchine murarie che furono prolungate con due pennelli sporgenti nel porto esterno.<br />

Poco dopo però, <strong>il</strong> canale cominciò a riempirsi, le palu<strong>di</strong> nel porto interno iniziarono a<br />

rinnovarsi e la malaria fece ritorno: Pigonati, agendo con buona dose d’ignoranza nonché <strong>di</strong><br />

arroganza, aveva commesso <strong>il</strong> grossolano errore <strong>di</strong> orientare l´imboccatura del canale a grecolevante<br />

e quel grave errore d’ingegneria finì per vanificare l´ingente sforzo. Dopo pochi anni e<br />

vari improbab<strong>il</strong>i tentativi <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are a quell´errore, <strong>il</strong> porto <strong>di</strong> <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong> era <strong>di</strong> nuovo perduto<br />

e precluso ai gran<strong>di</strong> traffici navali, e l´intera città era ripiombata nella sua triste criticità.<br />

Nel 1797 <strong>il</strong> francese Antoine Laurent Castellan visitò <strong>Brin<strong>di</strong>si</strong>: «...La città é povera, non ci sono<br />

quasi affatto botteghe e le poche non hanno che gli articoli <strong>di</strong> prima necessità. Le malattie<br />

hanno spopolato intere strade, <strong>il</strong> popolo si nutre poco e male e stuoli <strong>di</strong> men<strong>di</strong>canti premono<br />

alle porte <strong>di</strong> chiese e conventi dove si <strong>di</strong>stribuisce minestra. La maggior parte dei bambini non<br />

raggiunge la pubertà e gli altri, palli<strong>di</strong> e senza forza, trascinano un´esistenza triste e dolorosa<br />

che finisce spesso con spaventose malattie...».<br />

Nel 1789 fu la volta dello svizzero Carl Ulysses von Salis: «...A misura che ci avvicinavamo alla<br />

città si presentavano regioni <strong>di</strong> miseria e <strong>di</strong> desolazione, che fa pena vedere lì incolta una<br />

campagna benedetta <strong>da</strong>l suolo fert<strong>il</strong>e e <strong>da</strong>l clima più propizio. Larghe strade con case rovinate,<br />

cort<strong>il</strong>i ricoperti <strong>di</strong> erbe, miserab<strong>il</strong>i tuguri appoggiati a vecchie mura. Poche sono le case abitate<br />

e le persone che vi <strong>di</strong>morano sono giornalmente esposte ai lenti ma inevitab<strong>il</strong>i effetti della<br />

febbre malarica. L`abbandono totale in cui è stato lasciato <strong>il</strong> porto, ha <strong>da</strong>to vita a palu<strong>di</strong><br />

estesissime che circon<strong>da</strong>no la città e riempiono l`aria <strong>di</strong> esalazioni pest<strong>il</strong>enziali, per cui non<br />

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