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«Symposion» and «Philanthropia» in Plutarch - Bad Request ...

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Franco Ferrariconsiste dunque, secondo T<strong>in</strong>daro, nella particolare funzione che occorreassegnare, conformemente alle <strong>in</strong>dicazioni platoniche contenute nel libroVII della Repubblica, alla geometria, la quale è <strong>in</strong> grado di purificare l’anima,allontan<strong>and</strong>ola dalle cose sensibili per <strong>in</strong>dirizzarla verso il pensiero vero eproprio, cioè verso la conoscenza <strong>in</strong>telligibile 7 . Per poter assolvere <strong>in</strong> modocompiuto al suo ruolo di avviamento alla conoscenza del mondo <strong>in</strong>telligibile,la geometria deve abb<strong>and</strong>onare ogni approccio empirico, meccanico ecostruttivista, quel tipo di approccio al quale <strong>in</strong>dulsero <strong>in</strong>vece, secondo ilrimprovero di Platone (condiviso da Plutarco), autori quali Eudosso, Architae Menecmo (718 E-F) 8 .T<strong>in</strong>daro aggiunge poi (718 E) che nelle discipl<strong>in</strong>e matematiche (e neglioggetti delle stesse) si manifestano, come <strong>in</strong> specchi regolari e lisci, traccee immag<strong>in</strong>i della verità degli enti <strong>in</strong>telligibili (τῆς τῶν νοητῶν ἀληθείαςἴχνη καὶ εἴδωλα), alludendo <strong>in</strong> questo modo alla concezione, sviluppata daPlutarco <strong>in</strong> altri scritti, che assegna agli enti matematici lo statuto di δεύτερανοητά ο δεύτερα εἴδη, ossia di “secondi <strong>in</strong>telligibili”, copie e immag<strong>in</strong>i dei“primi <strong>in</strong>telligibili”, costituiti naturalmente dalle idee 9 . In quanto copie eimmag<strong>in</strong>i delle idee, cioè della realtà <strong>in</strong>telligibile vera e propria, gli entimatematici e le discipl<strong>in</strong>e a loro relative (prima fra tutte le geometria)rappresentano un’eccellente via di accesso alla conoscenza <strong>in</strong>telligibile, <strong>in</strong>virtù del pr<strong>in</strong>cipio secondo il quale la copia riproduce <strong>in</strong> qualche misurala perfezione dell’orig<strong>in</strong>ale. Non c’è dubbio, <strong>in</strong> ogni caso, che la soluzioneprospettata da T<strong>in</strong>daro possa venire considerata di tipo epistemologico perchépone l’accento sulla funzione propedeutica e <strong>in</strong>troduttiva che la geometriasvolge nell’ambito del processo epistemico che conduce l’anima dalle cosesensibili alle realtà <strong>in</strong>telligibili.Dopo T<strong>in</strong>daro prende la parola Floro, il cui <strong>in</strong>tervento si apre conun’esplicita confutazione della risposta precedente (719 A). Egli ha <strong>in</strong>fattibuon gioco nell’osservare che la soluzione di T<strong>in</strong>daro è sbagliata perché nonspiega affatto il motivo per cui Dio geometrizza, ma si limita a <strong>in</strong>dicare laragione per la quale la geometria risulta necessaria a noi uom<strong>in</strong>i non agli dèi(μὴ θεοῖς ἀλλ’ ἡμῖν ἀναγκαίαν τὴν γεωμετρίαν). E del resto, obietta Floro,Dio non ha bisogno di un mathema come di uno strumento per orientare ilpensiero dalle cose generate agli esseri (ἀπὸ τῶν γενητῶν ἐπὶ τὰ ὄντα), dal7Per i paralleli platonici, tratti soprattutto dal VII libro della Repubblica, cf. S.-T. Teodorsson,1996, p. 163 e S. Pieri, 2005, p. 145.8Analogo rimprovero si legge <strong>in</strong> Vit. Marc. 14,9 sqq. Sull’accusa rivolta a Eudosso,Archita e Menecmo di avere trasformato la geometria <strong>in</strong> una discipl<strong>in</strong>a “meccanica” cf. S.-T.Teodorsson, 1996, pp. 166-7. Sulla strategia plutarchea volta a purificare la geometria da ogniaspetto meccanico, per farne una discipl<strong>in</strong>a unicamente teoretica, si veda A. Georgiadou, 1992,passim.9Cf., per esempio, Plat. quaest. III 1001 C. Per una discussione più approfondita dellacollocazione ontologica degli enti matematici e del loro status di “secondi <strong>in</strong>telligibili” devor<strong>in</strong>viare a F. Ferrari, 1995, pp. 156-8 e 1996, p. 138 sqq.; si veda anche Ch. Schoppe, 1994, pp.203-7, che <strong>in</strong>tende molto giustamente gli enti matematici <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di vermittelnde Instanzenzwischen den Ideen und den πράγματα, e ora S. Pieri, 2005, p. 146.90

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