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«Symposion» and «Philanthropia» in Plutarch - Bad Request ...

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Krasis o<strong>in</strong>ou diken. Amore coniugale e l<strong>in</strong>guaggio del simposio nell’Amatorius di Plutarco.acqua e v<strong>in</strong>o <strong>in</strong> cui è naturalmente il v<strong>in</strong>o, cioè l’elemento maschile, ad imporree a <strong>in</strong>dirizzare la vita coniugale, pur nell’armonia dell’unione 46 . Se l’op<strong>in</strong>ionedi Pisia è contestata ampiamente dallo stesso Plutarco 47 , che non vede nulladi male <strong>in</strong> una coppia <strong>in</strong> cui la donna è molto più gr<strong>and</strong>e dell’uomo a pattoovviamente che ci sia l’amore, la similitud<strong>in</strong>e dell’unione matrimoniale con ilv<strong>in</strong>o mescolato all’acqua doveva essere <strong>in</strong>vece da lui accolta 48 , anche perchéessa aveva un autorevole antecedente <strong>in</strong> un passo del IV libro delle Leggi diPlatone, 773c-d, che potrebbe essere <strong>in</strong>dividuato come testo di riferimentoper queste sue affermazioni: il filosofo, <strong>in</strong>fatti, osserva che bisogna evitare peril bene della città matrimoni tra persone dello stesso rango sociale anche se“non è facile comprendere che una città deve essere mescolata come se fosseun cratere, dove il v<strong>in</strong>o puro, appena versato, ribolle, ma una volta temperatoda un altro dio sobrio, realizza una bella unione e produce una bev<strong>and</strong>a buonae moderata” (οὐ γὰρ ῥᾴδιον ἐννοεῖν ὅτι πόλιν εἶναι δεῖ δίκην κρατῆροςκεκραμένην, οὗ μαινόμενος μὲν οἶνος ἐγκεχυμένος ζεῖ, κολαζόμενος δὲ ὑπὸνήφοντος ἑτέρου θεοῦ καλὴν κοινωνίαν λαβὼν ἀγαθὸν πῶμα καὶ μέτριονἀπεργάζεται) 49 . L’uso dell’espressione δίκην κρατῆρος sembra riecheggiata daPlutarco <strong>in</strong> οἴνου δίκην 50 mentre l’immag<strong>in</strong>e del bollore <strong>in</strong>iziale e del successivoequilibrio raggiunto nell’unione matrimoniale doveva essere presente alla suamente al cap. 24 (769F) dove egli def<strong>in</strong>isce ζέσις il primo stadio dell’<strong>in</strong>controtra liquidi e dove la sequenza γαμικῆς κοινωνίας ἐπιλαβόμενος sembra unriecheggiamento del platonico κοινωνίαν λαβών.Al di là delle consonanze sul piano l<strong>in</strong>guistico, proviamo ora a rileggerele affermazioni contenute nel cap. 24 51 alla luce di questo luogo delle Leggi:l’ipotesto di riferimento più evidente è senza dubbio il Platone di Phdr. 251c 52 ,46Malgrado si possa cogliere nell’Amatorius una visione per certi versi più moderna delrapporto coniugale (cfr. P. Walcot, 1999; C. Patterson, 1999; S. Pomeroy, 2002), è probabileche Plutarco non si sp<strong>in</strong>gesse tanto lontano da ammettere addirittura l’uguaglianza dei due<strong>in</strong>dividui nella coppia; sono numerose al contrario le tracce della volontà da parte dell’autoredi sottol<strong>in</strong>eare la superiorità dell’elemento maschile, secondo un’ottica molto tradizionale; <strong>in</strong>questo senso assume un certo rilievo il ridimensionamento a cui sembra sottoporre proprionell’Amatorius i culti di Iside, che al contrario attribuivano alla donna un ruolo addiritturacentrale nella coppia: cfr. R. Scannapieco, 2007, p. 433, n. 43. Per l’idea che la donna deveessere specchio dell’uomo cfr. M. Reig Calpe, 2007. Cfr. anche <strong>in</strong>fra, n. 48.47Cfr. Amat. 753C-754E.48Cfr. anche Coniug. praec. 142E. La κοινωνία del matrimonio si preserva attraverso l’affettoche deve essere ricambiato reciprocamente (Coniug. praec. 140E). In Coniug. praec. 140F <strong>in</strong>f<strong>in</strong>esi auspica anche la messa <strong>in</strong> comune del patrimonio; Plutarco <strong>in</strong> questa occasione fa di nuovoriferimento alla mescolanza di acqua e v<strong>in</strong>o: come nel banchetto acqua e v<strong>in</strong>o producono unmiscuglio (κρᾶμα) che si cont<strong>in</strong>ua a chiamare v<strong>in</strong>o, così il patrimonio ottenuto dall’unione deipatrimoni di uomo e donna appartiene comunque al marito, anche se quello della donna dovesseessere più sostanzioso.49La traduzione riportata è mia. A questo passo platonico si fa riferimento anche altrove nelcorpus plutarcheo: cfr. [Lib. ed.] 15A; An seni resp. 790F-791B; fr. 210 S<strong>and</strong>bach.50Per l’uso avverbiale di δίκην seguito dal genitivo cfr. B. Weissenberger, 1994 (1895), p.25.51Per il testo cfr. supra, n. 32.52Ζεῖ τε καὶ ἀγανακτεῖ καὶ γαργαλίζεται φύουσα τὰ πτερά. H. Görgemanns, 2006, p. 139,321

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