Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SONDRIO SONDRIO<br />
La provincia di Sondrio comprende la Valtellina e la Valchiavenna,<br />
che non hanno accesso diretto alla pianura lombarda ma sboccano<br />
sulla parte settentrionale del lago di Como, trans<strong>it</strong>o e nel contempo<br />
barriera verso il resto <strong>della</strong> Lombardia. Non sono però valli isolate:<br />
attraverso i passi per il Tirolo, l’Engadina e il Veneto, un tempo ben<br />
più praticati, hanno ricevuto infl ussi culturali dall’esterno. Il relativo<br />
isolamento geografi co è stato accompagnato da vicende storiche<br />
peculiari: dai primi del ‘500 fi no alla fi ne del ‘700, la zona fu<br />
dominio dei Grigioni.<br />
L’agricoltura non è mai stata ampiamente praticata nella zona.<br />
Infatti il terr<strong>it</strong>orio era per lo più lasciato incolto per il pascolo o<br />
per ricavarne il foraggio invernale per il bestiame, e solo i piccoli<br />
terrazzamenti a mezza montagna erano utilizzati per la coltivazione<br />
del mais, delle patate e dei cereali resistenti ai climi rigidi come orzo,<br />
grano saraceno, segale, miglio e avena.<br />
Altro alimento importante delle popolazioni locali era la castagna,<br />
che veniva consumata come tale o utilizzata per produrre la farina.<br />
L’attiv<strong>it</strong>à principale era l’allevamento del bestiame che forniva latte,<br />
formaggi, salumi e condimenti, ovvero gli elementi di base <strong>della</strong><br />
gastronomia <strong>della</strong> zona. Basti pensare che fi no alla fi ne dell’800<br />
l’olio di oliva era pressoché sconosciuto e, come in altre valli alpine,<br />
perfi no l’insalata era cond<strong>it</strong>a con il burro, che in alcune preparazioni<br />
era sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da pancetta fr<strong>it</strong>ta. In pratica ogni famiglia provvedeva<br />
al proprio sostentamento alimentare in un’economia di sola<br />
sussistenza, testimoniata dalla grande frugal<strong>it</strong>à <strong>della</strong> pietanze.<br />
E VALLI<br />
Con l’introduzione nell’area alpina di mais e grano saraceno, i cibi<br />
prim<strong>it</strong>ivi come il macco o la puls di castagne furono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dalla<br />
polenta, che divenne il piatto principale di tutte le mense, consumata<br />
da sola (pulenta santa o pulenta e spüda) o accompagnata da<br />
latticello, formaggio, salame e anche da frutta o insalata.<br />
L’alternativa alla polenta era rappresentata dalle zuppe, preparate<br />
con verdure, fagioli, talvolta castagne, miglio e panico pestati o orzo<br />
anche non pilato; oppure con polentina morbida di grano saraceno,<br />
mais o frumento, che in qualche caso veniva tostata nel burro e dilu<strong>it</strong>a<br />
con latte o acqua.<br />
L’alimentazione <strong>della</strong> piccola nobiltà locale si discostava da quella<br />
delle classi meno abbienti, sia per l’abbondanza delle portate, sia per<br />
la presenza di cacciagione, pesci d’acqua dolce, lumache e gamberi<br />
di fosso. Oltre che dalla grande varietà di preparazioni ottenute con<br />
pochi ingredienti, la cucina era caratterizzata dalla povertà dei mezzi<br />
di cottura.<br />
Infatti i pastori, durante gli alpeggi estivi in alta montagna,<br />
disponevano solo di un paiolo e di un bastone per rimestare le<br />
pietanze (taracc o taraj), mentre nelle case a fondo valle e delle<br />
famiglie benestanti la “batteria” di pentole comprendeva anche una<br />
pentola di bronzo per la trippa e le lunghe cotture delle minestre<br />
d’orzo, una pa<strong>della</strong> di ferro per i kisciö e i cicc (schiacciate di farina<br />
nera e formaggio), e una pentola di pietra ollare (lavécc) tipica<br />
<strong>della</strong> Valmalenco ma prodotta anche in Valchiavenna fi n dall’epoca<br />
romana, divenuta il simbolo <strong>della</strong> cucina locale.<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: SONDRIO E VALLI - 47