Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
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LECCO, MONZA<br />
E LA BRIANZA<br />
Distaccato amministrativamente da quello comasco nel 1992,<br />
il terr<strong>it</strong>orio <strong>della</strong> provincia di Lecco occupa, oltre al capoluogo,<br />
la sponda orientale del Lario con le valli prealpine ad essa lim<strong>it</strong>rofe,<br />
circa la metà del triangolo lariano e una parte <strong>della</strong> Brianza, compresa<br />
tra il corso del Lambro e quello dell’Adda.<br />
La provincia di Monza e <strong>della</strong> Brianza, ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a nel giungo 2004,<br />
è nata dallo scorporo di una fetta <strong>della</strong> provincia di Milano ed è<br />
diventata operativa nel giugno 2009, con l’elezione del primo consiglio<br />
provinciale.<br />
Un vasto comprensorio, quello delle due province lim<strong>it</strong>rofe, attorno<br />
alle vie di comunicazione, sulle direttrici Nord-Sud, dalla Valtellina<br />
per Milano, ed Est-Ovest, da Bergamo per Como.<br />
Proprio da questa posizione, il Lecchese e la Brianza hanno ricavato<br />
storicamente la loro denotazione di terr<strong>it</strong>orio di mezzo, che più di<br />
ogni altro riassume, in funzione di baricentro, le tradizioni alimentari<br />
regionali. L’orografi a del terr<strong>it</strong>orio rimandava un tempo (prima <strong>della</strong><br />
industrializzazione diffusa) alla successione di collina e pianura, di<br />
bosco, brughiera e fondi intensamente coltivati, di orti e canali irrigui,<br />
a testimonianza di una vocazione agricola “obbligata”<br />
dalla vicinanza <strong>della</strong> grande c<strong>it</strong>tà, <strong>della</strong> quale la Brianza<br />
è sempre stata nutrice.<br />
LECCO<br />
Storicamente, questa posizione e questa funzione hanno esaltato<br />
anche in termini culturali il ruolo <strong>della</strong> cucina brianzola: tracce<br />
vi hanno lasciato tutti i “passanti” che dal Nord scendevano verso<br />
la c<strong>it</strong>tà o che trans<strong>it</strong>avano lungo la direttrice Est-Ovest, ma anche<br />
i milanesi che attraverso questo terr<strong>it</strong>orio eserc<strong>it</strong>avano i loro<br />
commerci, piuttosto di avervi residenza secondaria o proprietà.<br />
Se la risorsa agricola più compatibile con questa geografi a e con<br />
queste funzioni è stata quella dei cereali secondari (prima segale,<br />
miglio ed orzo, poi dal 1600 il granoturco, o meglio, il carlun),<br />
la superfi cie boschiva (oggi ridotta ai minimi termini) ha sempre<br />
favor<strong>it</strong>o le attiv<strong>it</strong>à di caccia (volatili, selvaggina) e di raccolta<br />
(castagne, noci, lumache, gamberi di fi ume), mentre l’umanizzazione<br />
del terr<strong>it</strong>orio e la struttura sociale (le case padronali, circondate<br />
da quelle dei massari e dei villani, le corti) hanno presto promosso<br />
maiali e galline a veri animali di culto, tanto del micropaesaggio<br />
come <strong>della</strong> cucina.<br />
La medesima conformazione rurale ha favor<strong>it</strong>o l’utilizzazione<br />
intensiva orticola e qualche specializzazione negli alberi da frutto<br />
(con la presenza fi nanche del gelso, diffuso dal 1500 per sostenere<br />
la bachicoltura), mentre l’allevamento (a differenza che altrove)<br />
è sempre stato prevalentemente indirizzato alla fi liera <strong>della</strong> carne:<br />
ma di questa specializzazione, poco rimaneva sulla tavola brianzola,<br />
giacché uova, frutti, ortaggi e carni prendevano preferibilmente la<br />
strada verso Milano.<br />
<strong>Cucina</strong> di miscelazione, quella brianzola, dunque di utilizzazione<br />
omnicomprensiva delle risorse residue: miscele di cereali per<br />
ottenere pani appena accettabili, miscele di ortaggi e legumi (o<br />
ancora di cereali secondari) per zuppe nobil<strong>it</strong>ate da una pestata di<br />
lardo, miscele di frattaglie per confezionare salsicce.<br />
L’alternativa al lardo, come condimento, era un tempo un olio di<br />
linosa o di ravizzone, di cui oggi si sono perse le tracce.<br />
Poi, cucina energizzante necessaria a sostenere il lavoro agricolo,<br />
ove anche il vino (il “nostranello”, oggi pressoché dimenticato)<br />
compariva come ingrediente.<br />
E ancora, cucina di scambio: le massaie brianzole, andando<br />
a servizio nella ricca Milano, vi portavano sapere e pratica<br />
culinaria, mentre le famiglie più abbienti (che in Brianza avevano<br />
possedimenti) arrecavano l’infl uenza di una cucina più ricercata.<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: LECCO, MONZA E LA BRIANZA - 71