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Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...

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30’ TEMPO DI ESECUZIONE<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: MANTOVA - 134<br />

MACCHERONI<br />

ALLA GONZAGA<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Ingredienti: MACCHERONI (350 g), UVA SECCA SULTANINA (30 g), SCORZA DI LIMONE (10 g, solo la parte gialla), MANDORLE (60 g),<br />

NOCCIOLE (60 g), BASILICO (20 foglie), NOCE MOSCATA (1 pizzico), CANNELLA (1 pizzico), BRODO (1/2 tazza), OLIO EXTRAVERGINE<br />

DI OLIVA (10 g), BURRO (30 g), GRANA PADANO DOP GRATTUGIATO (2 cucchiai), SALE (q.b.), PEPE ROSSO e NERO (q.b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Pestare nel mortaio l’uva sultanina,<br />

la scorza di limone, le mandorle,<br />

le nocciole e il basilico.<br />

• Aggiungere la noce moscata, il<br />

pepe e la cannella; ridurre tutto<br />

in pasta e sciogliere con l’olio, il<br />

burro e il brodo.<br />

• Mettere la salsa in un pentolino e<br />

porre su fuoco leggero.<br />

• Salare e far prendere consistenza<br />

alla salsa senza farla bollire.<br />

• Cuocere i maccheroni al dente e<br />

condirli con la salsa.<br />

• Cospargere con il Grana e<br />

servire.<br />

NOTE: MORTAIO<br />

E PESTELLO<br />

Il mortaio, che può essere di bronzo,<br />

pietra o legno, è lo strumento più<br />

indicato per pestare erbe aromatiche<br />

e frutta oleosa. Con questo metodo<br />

infatti si estraggono dagli ingredienti<br />

tutte le sostanze aromatiche senza<br />

alterarne il sapore. Spesso invece nella<br />

preparazione odierna di alcuni tipi<br />

di salse e battuti, mortaio e pestello<br />

vengono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dal tr<strong>it</strong>atutto o dal<br />

frullatore per velocizzare l’operazione.<br />

La qual<strong>it</strong>à sensoriale del prodotto<br />

ottenuto con l’elettrodomestico risulta<br />

però compromessa: il rapido movimento<br />

rotatorio delle lame provoca una<br />

volatilizzazione di molti aromi e scalda<br />

il composto alterandone il sapore.<br />

Un vantaggio invece del frullatore<br />

e del tr<strong>it</strong>atutto, oltre il risparmio<br />

di tempo, è la miglior consistenza<br />

<strong>della</strong> preparazione che risulta ben<br />

amalgamata, quasi cremosa, poiché gli<br />

ingredienti vengono frantumati molto<br />

più fi nemente che con il mortaio.<br />

VARIANTI<br />

Oltre ai maccheroni, anche tutti gli<br />

altri formati di pasta corta sono<br />

adatti a questo condimento.<br />

Il composto può essere amalgamato<br />

e ammorbid<strong>it</strong>o con ricotta fresca di<br />

vacca, precedentemente stemperata<br />

con acqua di cottura <strong>della</strong> pasta. In<br />

questo modo inoltre la salsa diventa<br />

cremosa legandosi meglio alla pasta.<br />

ABBINAMENTI<br />

È un primo piatto dal gusto<br />

particolare, leggermente dolce,<br />

che si accompagna bene alla carne<br />

arrost<strong>it</strong>a, meglio se di selvaggina,<br />

e a verdure cotte nel forno. Il vino<br />

di accompagnamento è un Garda<br />

Colli Mantovani DOC Chiaretto.<br />

L’INGREDIENTE:<br />

L’UVA PASSA<br />

Prodotta nei paesi del bacino del<br />

Med<strong>it</strong>erraneo, in Medio Oriente,<br />

in Australia e in California, l’uva<br />

passa si ottiene dalle varietà di<br />

uva più zuccherine e con pochi<br />

semi. L’uva viene essiccata al sole<br />

o investendola di aria calda, dopo<br />

averla eventualmente ammollata<br />

in una soluzione alcalina bollente.<br />

Per prolungarne la conservazione,<br />

l’uva passa viene trattata con anidride<br />

solforosa (E220), un add<strong>it</strong>ivo che<br />

inibisce l’attiv<strong>it</strong>à batterica e i processi<br />

di imbrunimento.<br />

Le principali varietà di uva passa<br />

comprendono: uva sultanina, molto<br />

piccola, priva di semi; uva di Corinto,<br />

piccola, di colore scuro e senza<br />

semi, viene anche impiegata per la<br />

produzione di vino; uva di Smirne<br />

(Turchia) o di Malaga (Spagna),<br />

più grandi ma meno dolci delle<br />

precedenti; uva Zibibbo, molto<br />

zuccherina e senza semi, è la più<br />

pregiata.<br />

È molto utilizzata in pasticceria<br />

per torte, guarnizioni, biscotti,<br />

pani dolci, budini, l’uva passa è<br />

impiegata anche in cucina per<br />

farcire volatili, per la preparazione<br />

di paté, per alcuni piatti agrodolci<br />

<strong>della</strong> tradizione regionale <strong>it</strong>aliana e<br />

in molte ricette orientali. Rispetto<br />

al prodotto fresco, l’uva secca,<br />

avendo perso il 90% dell’acqua, ha<br />

un maggior contenuto di energia<br />

(283 kcal per 100 g) e di zuccheri.<br />

SI SOGLIONO ATTRIBUIRE<br />

AI GONZAGA LE PREPARAZIONI<br />

CHE PER COMPLESSITÀ<br />

D’ESECUZIONE E RICERCATEZZA<br />

DEGLI INGREDIENTI, VENGONO<br />

CONSIDERATE FRUTTO<br />

DI UN’ARTE AL SERVIZIO DELLE<br />

RICCHE MENSE. NEL TERRITORIO<br />

MANTOVANO, CUOCHI E<br />

RISTORATORI COME ANGELO BERTI,<br />

OSTE DI REVERE (MORTO NEL 1964)<br />

HANNO LASCIATO UN’IMPRONTA<br />

DI QUESTA CUCINA DI CORTE<br />

FILTRATA ATTRAVERSO L’OPERA<br />

DEI GRANDI CUOCHI DELL’ULTIMO<br />

‘700, CORRADO E LEONARDI,<br />

SEMPLIFICATA DALLO STILE<br />

BORGHESE OTTOCENTESCO,<br />

RIVISITATA NEL SECONDO<br />

DOPOGUERRA ALLA LUCE DI<br />

MOSTRE E ITINERARI ARTISTICI,<br />

CON MACCHERONI ALLA<br />

DUCHESSA, ALLA PRINCIPESSA O<br />

ALLA CARDINALE. TRASPOSTA,<br />

PIÙ CHE DOCUMENTATA,<br />

NEL SETTORE PASTARIO<br />

ESSA RICORREVA A SPEZIE,<br />

MANDORLE, MIELE, ZUCCHERO<br />

E, ALL’OCCORRENZA, A CARNI<br />

PREGIATE COME LE PERNICI<br />

(MACCHERONI ALLA PRINCIPESSA).<br />

UN SAGGIO DI QUEST’ARTE<br />

SUGGESTIVA E FANTASIOSA<br />

È NE LA CUCINA DEI GONZAGA<br />

ANGELO BERTI<br />

(FRANCO ANGELI, 1971).<br />

60’TEMPO DI ESECUZIONE<br />

BIGOLI<br />

CON LE SARDELLE<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Ingredienti: BIGOLI (400 g), SARDELLE FRESCHE (200 g), OLIO DI OLIVA (50 g), AGLIO (1 spicchio), SALE (q. b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Pulire i pesci dalle squame, dalle<br />

interiora e dalle lische; lavarli<br />

accuratamente e asciugarli.<br />

• Mettere sul fuoco la pentola con<br />

abbondante acqua salata e non<br />

appena bolle buttarvi la pasta.<br />

• Mentre la pasta cuoce, mettere<br />

sul fuoco un tegame con l’olio e<br />

lo spicchio d’aglio leggermente<br />

schiacciato e far rosolare a fi amma<br />

dolcissima.<br />

• Togliere l’aglio, porre nel tegame<br />

le sardelle, spappolandole con la<br />

forchetta e portarle a cottura senza<br />

mai far friggere l’olio.<br />

• Scolare i bigoli al dente e condirli<br />

con il sugo.<br />

NOTE:<br />

BIGOLI FATTI IN CASA<br />

Oggi i bigoli si possono acquistare<br />

già pronti nelle zone che ne vantano<br />

la tradizione.<br />

Chi avesse a disposizione un torchio<br />

a piastra con fori larghi e volesse<br />

cimentarsi a farli in casa, può<br />

utilizzare le seguenti dosi, avendo<br />

l’avvertenza di prepararli il giorno<br />

precedente alla consumazione.<br />

Impastare 600 g di farina di grano<br />

saraceno (o di farina integrale)<br />

con due uova intere, 50 g di burro<br />

ammorbid<strong>it</strong>o, 200 ml di latte e un<br />

pizzico di sale. Lavorare l’impasto<br />

fi nché non sia ben liscio e omogeneo<br />

e farlo riposare per almeno mezzora.<br />

Passare l’impasto al torchio e<br />

disporre i bigoli, ben allargati,<br />

su un vassoio ricoperto con una<br />

salvietta infarinata, sulla quale<br />

dovranno asciugarsi per 24 ore.<br />

VARIANTI<br />

La pasta può anche essere di farina<br />

bianca.<br />

Alcune formulazioni utilizzano<br />

quattro uova ed escludono altri<br />

liquidi leganti. Alle sardelle si<br />

possono sost<strong>it</strong>uire acciughe, sia<br />

fresche sia dissalate. In quest’ultimo<br />

caso, invece dell’aglio, si usa un<br />

soffr<strong>it</strong>to di cipolla.<br />

ABBINAMENTI<br />

Come primo piatto può aprire<br />

un menù interamente di pesce.<br />

Aumentando la quant<strong>it</strong>à di sardelle<br />

può diventare piatto unico. È da<br />

escludere, in qualsiasi caso, l’uso<br />

di formaggio grattugiato.<br />

Vino bianco, San Martino <strong>della</strong><br />

Battaglia DOC o Valcalepio DOC<br />

Bianco.<br />

L’INGR EDIENTE:<br />

IL PESCE DI MARE FRESCO<br />

E SALATO<br />

La cucina tradizionale lombarda<br />

accoglie pochissime formulazioni<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: MANTOVA - 135<br />

con pesce di mare fresco, per la<br />

difficoltà di approvvigionamento<br />

<strong>della</strong> materia prima, in passato molto<br />

avvert<strong>it</strong>a nelle zone più interne o<br />

lontane dai fiumi navigabili.<br />

Salvo le anguille che, pur essendo<br />

pesci d’acqua salata risalgono la<br />

corrente dei fiumi, i piatti con pesce<br />

di mare si contano sulle d<strong>it</strong>a delle<br />

mani e provengono quasi tutti dalla<br />

tradizione borghese ottocentesca:<br />

il merluzzo o le aringhe con la<br />

salsa bianca, la fr<strong>it</strong>tura di sardelle,<br />

la sogliola in insalata o il risotto<br />

alla certosina, in cui taluni fanno<br />

entrare la sogliola al posto del<br />

persico.<br />

Era più frequente il consumo del<br />

pesce di mare conservato sotto<br />

sale. I vend<strong>it</strong>ori ambulanti, di pesce<br />

salato, provenienti soprattutto dalle<br />

valli Sud-Occidentali del Piemonte,<br />

raggiungevano anche i paesi più<br />

isolati dei rilievi prealpini.<br />

Il merluzzo salato (o baccalà),<br />

il merluzzo essiccato senza sale<br />

(stoccafisso), le sardelle, le alici e le<br />

aringhe erano, tra i pesci in barile,<br />

i più diffusi, tanto da generare il<br />

modello locale degli agoni di lago<br />

seccati e salati (missoltini).<br />

Proverbiale, nella descrizione di<br />

un panorama di miseria e di fame,<br />

era la polenta e tuca-là, la fetta di<br />

polenta strofinata sull’aringa posta<br />

al centro <strong>della</strong> tavola.<br />

Col baccalà si preparava lo sformato<br />

alla certosina, il baccalà in umido<br />

o quello con le verze.<br />

Le aringhe si arrostivano sulla<br />

brace, una volta rinvenute in<br />

acqua tiepida; le sarde e le alici<br />

entravano a insaporire molti piatti,<br />

alla stregua degli attuali dadi di<br />

glutammato.<br />

NEL DIALETTO MANTOVANO<br />

IL TERMINE BIGOL STAVA PER<br />

BELLICO E OMBELICO; I BIGOJ<br />

ERANO I CORDONCINI CON I<br />

QUALI SI LEGAVANO LE CANNE<br />

E I BIGOLIN DI GENOVA ERANO<br />

I VERMICELLI (CHERUBINI,<br />

1827). IN CUCINA, I BIGOLI<br />

SONO UNA SORTA DI GROSSI<br />

SPAGHETTI FATTI IN CASA CON<br />

PASTA ALL’UOVO LAVORATA AL<br />

TORCHIO, TIPICI DELLA CUCINA<br />

MANTOVANA, BRESCIANA E<br />

VENETA. ERANO IN PASSATO UN<br />

PIATTO TRA I PIÙ APPREZZATI,<br />

TANTO CHE ANDARE A BIGOLI È<br />

LOCUZIONE ENTRATA NELL’USO<br />

PER ANDARE A PRANZO.

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