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Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...

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50’TEMPO DI ESECUZIONE<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: BRESCIA - 144<br />

POLENTA<br />

CON LA SALVIA<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Ingredienti: FARINA DI MAIS (350 g), CIPOLLA (n. 1), ERBA SALVIA (q.b.), PREZZEMOLO (q.b.), ACCIUGHE SALATE (n. 3),<br />

FUNGHI SECCHI (50 g), OLIO (100 g), FARINA BIANCA (50 g).<br />

ESECUZIONE<br />

• Portare al bollore 1,5 l<strong>it</strong>ri di acqua<br />

e salare.<br />

• Versare a pioggia la farina, aiutandosi<br />

con un frustino per ev<strong>it</strong>are la<br />

formazione di grumi.<br />

• Cuocere per 50 minuti.<br />

• Nel frattempo, mettere a fuoco<br />

vivo la casseruola con 70 g di olio.<br />

• Aggiungere la cipolla tagliata<br />

a pezzettini, l’erba salvia ed il<br />

prezzemolo tr<strong>it</strong>ati, le acciughe<br />

sminuzzate.<br />

• Aggiungere i funghi secchi,<br />

precedentemente ammollati in<br />

acqua tiepida e sminuzzati.<br />

• Quando il composto sarà rosolato,<br />

versarlo sulla polenta e rimestare<br />

fi no a completa cottura.<br />

• Versare la polenta sull’appos<strong>it</strong>a asse.<br />

• Tagliare la polenta a fette.<br />

• Infarinare e cuocere brevemente<br />

nel restante olio già riscaldato,<br />

sempre con un po’ di salvia.<br />

NOTE:<br />

L’OLIO IN LOMBARDIA<br />

Dal punto di vista alimentare,<br />

tanto sul Lario come in tutta la<br />

Lombardia, l’olio è stato utilizzato<br />

come condimento sempre e solo<br />

per le verdure o per friggere il<br />

pesce. Laddove l’olio di oliva non<br />

era disponibile, si utilizzavano un<br />

tempo oli di semi di basso valore<br />

gastronomico, come l’olio di ravizzone,<br />

l’olio di noci o l’olio di semi di lino.<br />

Del resto l’olio era più importante<br />

come combustibile per le lampade.<br />

Soltanto a partire dalla prima metà<br />

del XIX secolo, come testimonia<br />

tutta una sezione del ricettario del<br />

Dubini dedicata appunto alla cucina<br />

d’olio, con formule che andavano dal<br />

brodo di rane al riso in cagnone alle<br />

lumache, si assiste alla sua timida<br />

comparsa nella gastronomia locale<br />

e nelle ab<strong>it</strong>udini familiari.<br />

In alcune zone lacustri, sui laghi di<br />

Como e di Garda, esso aveva invece<br />

una storia, ancorché circoscr<strong>it</strong>ta.<br />

Il fenomeno si è accentuato negli<br />

ultimi anni quando il burro è stato<br />

messo all’indice perché favorisce<br />

l’innalzamento del tasso di colesterolo<br />

nel sangue.<br />

VARIANTI<br />

La ricetta proposta dal Dubini ha<br />

come patern<strong>it</strong>à le polente pasticciate,<br />

diffuse in tutta la Lombardia e a<br />

Brescia con il nome di polenta<br />

consa, in cui gli stessi ingredienti<br />

(con in più la salsa di pomodoro, ma<br />

non l’acciuga) sono fr<strong>it</strong>ti nel burro e<br />

aggiunti alla polenta tagliata a strati<br />

e cond<strong>it</strong>a con formaggio grattugiato.<br />

Anche l’uso del pesce salato (aringa,<br />

acciuga, ma anche i missult<strong>it</strong> sul<br />

Lario) è abbastanza tradizionale<br />

in tutta la fascia del nord Italia: la<br />

polenta ne attenua la sapid<strong>it</strong>à e ne<br />

affina il gusto. In questo caso, è<br />

generalmente serv<strong>it</strong>a abbrustol<strong>it</strong>a.<br />

ABBINAMENTI<br />

La pulenta la cuntenta rec<strong>it</strong>a un vecchio<br />

proverbio lombardo, a signifi care<br />

il risultato di sazietà determinato<br />

dal suo consumo. I piatti a base di<br />

polenta, conseguentemente, vanno<br />

consumati come occasione unica.<br />

È adatto un vino rosso di pronta<br />

beva, di giusta acid<strong>it</strong>à, dall’odore<br />

vinoso (Bonarda, Barbera).<br />

L’INGREDIENTE:<br />

LA SALVIA<br />

La Salvia offi cinalis è una delle<br />

erbe aromatiche più presenti nella<br />

cucina lombarda, se non altro perché<br />

ricorrente in una associazione<br />

tradizionale con il burro e con l’aglio.<br />

Erba delle donne per eccellenza,<br />

poiché ricca di follicolina, era<br />

usata per favorire l’avvio del fl usso<br />

mestruale r<strong>it</strong>ardatario, ma soprattutto<br />

era r<strong>it</strong>enuta una sorta di panacea<br />

efficace a riportare la salute agli<br />

ammalati, maschi o femmine che<br />

fossero: “Potrà mai cader morto/<br />

l’uomo cui cresce la salvia nell’orto?”<br />

rec<strong>it</strong>avano i cerusici medioevali. Il<br />

burro nel quale era stata soffr<strong>it</strong>ta la<br />

salvia, oltre che per il condimento<br />

<strong>della</strong> polenta, è usato per il riso in<br />

cagnone, per il risotto col persico,<br />

per molte fr<strong>it</strong>ture di pesce d’acqua<br />

dolce, per gli gnocchi, per i ravioli<br />

e i tortelli.<br />

LA POLENTA, NELLA PROVINCIA<br />

DI BRESCIA, PRENDEVA FORME<br />

E SAPORI DELLE ECONOMIE<br />

LOCALI: COI FORMAGGI O IL<br />

BAGOS A BAGOLINO, CON SEI<br />

CUCCHIAI D’OLIO EXTRAVERGINE<br />

DI OLIVA DEL GARDA A<br />

TREMOSINE, TIRAGNA ALTROVE<br />

CON IL GRANO SARACENO<br />

E QUALCHE FOGLIOLINA DI<br />

SALVIA. QUESTA PREPARAZIONE<br />

È DESUNTA DA LA CUCINA<br />

DEGLI STOMACHI DEBOLI,<br />

TESTO ATTRIBUITO AD ANGELO<br />

DUBINI STAMPATO NEL 1857 A<br />

MILANO. LA SINGOLARITÀ È<br />

L’IMPIEGO DELL’OLIO AL POSTO<br />

DEL BURRO: IL PIATTO RISULTA<br />

PIÙ LEGGERO E DIGERIBILE, IN<br />

LINEA CON I DETTAMI DELLA<br />

NUOVA IGIENE ALIMENTARE<br />

CHE SI VA AFFERMANDO DALLA<br />

FINE DELL’800 E CHE TROVERÀ<br />

NELLA CUCINA DELL’ITALIA<br />

CENTRALE E MERIDIONALE UN<br />

NUOVO EPICENTRO DEI GRASSI.<br />

LA RICETTA TESTIMONIA ANCHE<br />

UN ALTRO FENOMENO: QUELLO<br />

DEL PASSAGGIO DI MOLTI<br />

PIATTI POVERI DALLA CUCINA<br />

CONTADINA ALLA CUCINA DEL<br />

NUOVO CETO EMERGENTE,<br />

LA BORGHESIA.<br />

120’ TEMPO DI ESECUZIONE<br />

RISOTTO<br />

ALLA PITOCCA<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Ingredienti: POLLO (1 intero), RISO (500 g), BURRO (100 g), CIPOLLE (n. 2 piccole), CAROTE (n. 1), SEDANO (1 costa), OLIO<br />

EXTRAVERGINE DI OLIVA (3 cucchiai), VINO BIANCO SECCO (1 bicchiere), SALE (q.b.), PEPE (q.b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Pulire il pollo e lavarlo, quindi<br />

tagliarlo a pezzi.<br />

• Mettere in una pentola la testa, il<br />

collo, le ali e lo stomaco.<br />

• Unire la cipolla, la carota e il<br />

sedano, ricoprire di acqua e salare.<br />

• Mettere il recipiente sul fuoco e<br />

lasciare cuocere fi no ad ottenere<br />

un brodo sapor<strong>it</strong>o.<br />

• In una capace casseruola soffriggere<br />

nell’olio e in 50 grammi di burro,<br />

l’altra cipolla tr<strong>it</strong>ata fi ne.<br />

• Sistemare nel recipiente i restanti<br />

pezzi di pollo e il suo fegato, farli<br />

rosolare bene e poi versarvi sopra<br />

il vino. Salare e pepare.<br />

• Quando il pollo sarà a metà cottura,<br />

aggiungervi il riso mescolando<br />

bene.<br />

• Dopo 5 minuti diluirlo con un<br />

po’ di brodo.<br />

• Portare il riso a cottura aggiungendo<br />

il brodo poco per volta.<br />

• Prima di togliere il risotto dal<br />

fuoco, incorporarvi il rimanente<br />

burro.<br />

NOTE: IL BRODO DI POLLO<br />

La correttezza fi lologica vorrebbe<br />

che il brodo per la cottura del riso<br />

fosse ricavato dalle parti residuali<br />

del pollo (le ali, il collo e la testa,<br />

lo stomaco e la parte recuperabile<br />

<strong>della</strong> carcassa) con aggiunta di<br />

cipolla, sedano e carota.<br />

Nel caso ciò non fosse possibile,<br />

un brodo di carne di manzo è,<br />

ovviamente, preferibile al brodo<br />

di dado.<br />

VARIANTI<br />

Il piatto bresciano è analogo al<br />

veronese risotto alla sbirraglia e<br />

non presenta varianti di rilievo:<br />

in alcuni casi, assieme alla carne<br />

di pollo si richiede espressamente<br />

l’impiego delle interiora nobili<br />

(fegato e cuore) e delle creste.<br />

In luogo <strong>della</strong> cipolla, per la rosolatura<br />

<strong>della</strong> carne, può essere usato un<br />

porro. A fine cottura il riso è<br />

talvolta insapor<strong>it</strong>o con crescione.<br />

L’aggiunta del formaggio grattugiato<br />

è discrezionale.<br />

Una versione leggermente più<br />

brodosa prende il nome di zuppa<br />

di riso alla p<strong>it</strong>occa.<br />

ABBINAMENTI<br />

Cost<strong>it</strong>uisce portata unica, che potrà<br />

essere completata con formaggio<br />

e dessert.<br />

Abbinamento tutto bresciano con<br />

Franciacorta DOCG Rosè (fragrante<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: BRESCIA - 145<br />

di liev<strong>it</strong>i, bouquet fruttato) o, per<br />

chi preferisse un vino tranquillo,<br />

con Garda Classico DOC Chiaretto.<br />

L’INGREDIENTE: IL POLLO<br />

Basta un rapido sguardo ad un<br />

qualsiasi ricettario lombardo per<br />

realizzare che il pollo non è stato<br />

un animale dei più amati dalla<br />

tradizione gastronomica di questa<br />

regione.<br />

Galli e galline sono stati sempre<br />

allevati, in passato, nelle campagne<br />

lombarde, ma, poiché venivano cresciuti<br />

fi no a un anno e oltre e avevano<br />

carni non proprio tenere, fi nivano<br />

quasi sempre lessi, senza susc<strong>it</strong>are<br />

particolari fantasie gastronomiche.<br />

Le ricette tipiche sono davvero<br />

poche: il pol in sguassett alla<br />

bresciana; l’antica cassoeula de<br />

pulaster <strong>della</strong> Brianza; il pollo e<br />

la gallina ripiena alla comasca; il<br />

pollo alla pavese, passato in forno<br />

con un umido appena accennato; il<br />

fricandò di pollo, con panna e noce<br />

moscata, di gusto settecentesco, a<br />

testimonianza dei rapporti <strong>della</strong><br />

cucina lombarda con quella francese<br />

di quel periodo.<br />

Oggi, anche in Lombardia come nel<br />

resto d’Italia, il pollo risulta sempre<br />

più grad<strong>it</strong>o per la leggerezza e la<br />

digeribil<strong>it</strong>à delle sue carni e per<br />

i prezzi relativamente contenuti<br />

rispetto a quelli di altri tipi di carne.<br />

I PITOCCHI (DAL GRECO PTOCHÒS<br />

= POVERO) ERANO I MENDICANTI<br />

CHE NEL XVII E NEL XVIII SECOLO<br />

BATTEVANO LA PIANURA PADANA<br />

ALLA RICERCA DI UN MINIMO<br />

DI SOSTENTAMENTO: RISOTTO<br />

ALLA POVERA, DUNQUE. MA<br />

NON SOLO, PERCHÉ MANGIÀ DE<br />

PITOCH, IN DIALETTO BRESCIANO,<br />

SIGNIFICAVA “MANGIAR<br />

GHIOTTO, APPETITOSO”<br />

(MELCHIORI, VOCABOLARIO<br />

BRESCIANO-ITALIANO, 1817). È<br />

DUNQUE UN ENNESIMO TITOLO<br />

ENCOMIASTICO CHE PER<br />

ANTIFRASI, ESALTA INGREDIENTI<br />

E ABBONDANZA DEL PIATTO.

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