Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
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120’ TEMPO DI ESECUZIONE<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: GARDA E ISEO - 156<br />
PAN DE MEJ<br />
Preparazione per 6 porzioni<br />
Ingredienti: FARINA GIALLA A GRANA FINE (200 g), FARINA GIALLA A GRANA GROSSA (100 g), FARINA BIANCA (150 g),<br />
BURRO (150 g), ZUCCHERO (100 g), LIEVITO DI BIRRA (15 g), UOVA (n. 3), LATTE (q.b.), FIORI DI SAMBUCO (3 cucchiaini),<br />
ZUCCHERO VANIGLIATO (q.b.), OLIO (q.b.), SALE (q.b.).<br />
ESECUZIONE<br />
• Mescolare insieme le tre farine e<br />
poi setacciarle sulla spianatoia.<br />
• Aggiungere un pizzico di fi ori di<br />
sambuco, un po’ di sale, lo zucchero,<br />
le uova e il burro fatto prima fondere.<br />
• Mescolare con cura e unire il liev<strong>it</strong>o<br />
sciolto con poco latte tiepido.<br />
• Impastare bene gli ingredienti<br />
unendo, se necessario, altro latte.<br />
• Fare con la pasta una palla, metterla<br />
in una zuppiera, coprirla con un<br />
tovagliolo e lasciarla liev<strong>it</strong>are per<br />
un’ora in luogo tiepido.<br />
• Trascorso questo tempo, ungere<br />
con olio una placca da forno e<br />
spolverizzarla con farina bianca.<br />
• Fare con la pasta tante pagnottine<br />
lievemente schiacciate, di circa 10<br />
cm di diametro e metterle sulla<br />
placca tenendole distanziate perché<br />
cuocendo tendono ad allargarsi.<br />
• Cospargere i pani con un po’ di<br />
zucchero vanigliato e fi ori di sambuco.<br />
• Cuocerli in forno caldo (190°C)<br />
per 30 min.<br />
NOTE: A FAR LA FROLLA<br />
GIALLA<br />
Questo dolce rustico, come altri<br />
diffusi ovunque nel terr<strong>it</strong>orio<br />
lombardo (la sbrisulona mantovana,<br />
la torta di polenta del Varesotto, il<br />
melegòt cremonese ecc.) non è che<br />
una sorta di pasta frolla ottenuta con<br />
miscele variamente proporzionate<br />
di farina di mais e di frumento. Nei<br />
ricettari più antichi, infatti, non è<br />
previsto l’uso del liev<strong>it</strong>o, che invece<br />
compare quasi regolarmente nelle<br />
ricette fi ssate in periodi più recenti,<br />
per rendere il prodotto più leggero<br />
e meno friabile. Trattandosi di pasta<br />
frolla è consigliabile tentare di legare<br />
la farina aumentando leggermente<br />
la quant<strong>it</strong>à di burro, senza usare<br />
uova, oppure con i soli tuorli, per<br />
ev<strong>it</strong>are l’indurimento <strong>della</strong> pasta.<br />
La cottura va condotta a fuoco medio<br />
(mai superiore ai 190°) per impedire<br />
sgradevoli bruciacchiamenti <strong>della</strong><br />
crosta esterna.<br />
VARIANTI<br />
A parte l’uso del liev<strong>it</strong>o e le variazioni<br />
sul tema <strong>della</strong> pasta frolla esposte<br />
nella nota precedente, le differenze<br />
fra le varie formulazioni di questa<br />
ricetta sono relative alle proporzioni<br />
tra la quant<strong>it</strong>à di farina bianca<br />
e gialla (nelle due macinature, a<br />
grana fi ne e a grana grossa), con<br />
oscillazioni talvolta anche del 50%.<br />
La scorza di limone e la vaniglia (o<br />
zucchero vanigliato) sono opzionali.<br />
Si preparano un po’ ovunque,<br />
secondo la stessa ricetta, dolcetti di<br />
pan de mej, chiamati meini fi ni, di<br />
pezzatura inferiore ai 100 grammi.<br />
Talvolta non compare la panigada,<br />
e allora si parla di meini greggi.<br />
ABBINAMENTI<br />
I greggi e i fi ni sono ottimi con<br />
il latte per colazione, ma reggono<br />
bene anche il ruolo di rompi<br />
digiuno sia al mattino (meglio di<br />
qualsiasi merendina industriale)<br />
sia al pomeriggio con il tè. A fi ne<br />
pranzo, una fettina di torta può<br />
essere serv<strong>it</strong>a alla maniera antica,<br />
con panera montata e castagne<br />
lesse, accompagnata da vino dolce<br />
o pass<strong>it</strong>o. Una volta si usava il vin<br />
del tecc, oggi si può fare ricorso<br />
a un Valtellina Superiore DOCG<br />
Sforzato con un buon affi namento<br />
in bottiglia.<br />
L’INGREDIENTE:<br />
IL SAMBUCO<br />
È un arbusto delle Caprifoliacee<br />
(Sambucus nigra), dal fusto<br />
ricco di midollo, considerato<br />
comunemente infestante. Ha fi ori<br />
bianchi dall’odore penetrante,<br />
riun<strong>it</strong>i in cime ombrelliformi, cui<br />
seguono drupe di piccole dimensioni<br />
e di colore nero o rosso. Fiori e<br />
frutti sono usati, sino dal tempo<br />
dei Latini, per preparati medici<br />
(tisane) e alimentari; in particolare<br />
ai frutti maturi (ottimi coloranti<br />
naturali) è riconosciuta ancora<br />
oggi una leggera azione lassativa.<br />
Nella tradizione lombarda, con i<br />
fi ori, oltre ai dolci, si prepara una<br />
sorta di focaccia salata, impastata<br />
con strutto e sale, che pare diretta<br />
erede delle frictelle de sambuco<br />
e delle fr<strong>it</strong>tate già descr<strong>it</strong>te nei<br />
ricettari padani del Medioevo, e che<br />
ancora si preparano specialmente<br />
nelle zone alpine. È un ingrediente<br />
distribu<strong>it</strong>o in tutta Italia per usi<br />
quanto mai diversi: oltre alle<br />
fr<strong>it</strong>ture, in Trentino Alto Adige si<br />
confeziona un distillato con fi ori<br />
di sambuco mentre in provincia di<br />
Enna si preparava e si prepara la<br />
focaccia ai fi ori di sambuco “fatta<br />
di strisce di pasta disposte a strati<br />
alternati con fette di salame, dadi<br />
di lardo e fi ori freschi di sambuco,<br />
cotta al forno” (Guida gastronomica<br />
d’Italia, 1931). Con i frutti da soli<br />
o miscelati a frutti di bosco nella<br />
proporzione del 50%, si prepara<br />
una marmellata, indicata per la<br />
ricopertura delle crostate.<br />
PAN DE MEIN, DE MEITT,<br />
PANDEMÈINN (CIOÈ PANE DI<br />
MIGLIO) O ANCHE PANIGA<br />
(SAMBUCO) PER I FIORI DI<br />
QUESTA PIANTA CON CUI VIENE<br />
DECORATO. IL NOME RICORDA<br />
L’INGREDIENTE CHE FINO AL<br />
XVII SECOLO ERA IMPIEGATO<br />
ORDINARIAMENTE NELLA<br />
PANIFICAZIONE E NELLA<br />
PREPARAZIONE DI DOLCI RUSTICI.<br />
NELLE RICETTE PUBBLICATE<br />
DAL ‘700 IN POI, L’INGREDIENTE<br />
PRINCIPALE RISULTA SEMPRE LA<br />
FARINA DI MAIS. TALE, INFATTI, LO<br />
DEFINIVA FRANCESCO CHERUBINI:<br />
“PANELLINO DI FARINA DI GRANO<br />
TURCO REGALATO DI ZUCCHERO<br />
E BUTIRRO, E TALORA ANCHE<br />
SAMBUCATO” (1839).