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Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...

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60’TEMPO DI ESECUZIONE<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: BRESCIA - 146<br />

MINESTRA<br />

MARICONDA<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Ingredienti: MOLLICA DI PANE o PANE RAFFERMO (250 g), LATTE DI VACCA INTERO (0.5 l), BRODO DI CARNE (1.5 l), BURRO<br />

(100 g), GRANA PADANO DOP GRATTUGIATO (80 g), UOVA (n. 4), SALE (q.b.), PEPE (q.b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Ammorbidire il pane nel latte<br />

lasciandolo macerare per almeno<br />

mezz’ora.<br />

• Strizzare il pane ammollato e<br />

incorporarvi il burro appena sciolto<br />

in un tegame tiepido.<br />

• Lasciare assorbire bene, poi<br />

aggiungere le uova e il Grana.<br />

• Regolare di sale e pepe, impastare<br />

bene il tutto e lasciare riposare per<br />

almeno un’ora.<br />

• Con l’impasto ottenuto formare<br />

delle polpettine.<br />

• Farle cuocere per 5 minuti nel<br />

brodo bollente.<br />

• Servire caldo.<br />

NOTE:<br />

L’IMPASTO DI PANE<br />

È bene che la mollica di pane non<br />

sia molto rafferma (due giorni al<br />

massimo), perché in tal caso il suo<br />

peso specifico sarebbe inferiore e<br />

dunque maggiore il suo volume, con<br />

un’alterazione complessiva delle<br />

quant<strong>it</strong>à. Il composto, preparato con<br />

qualche ora di anticipo guadagna<br />

in compattezza e matura un gusto<br />

più pieno. Le palline possono essere<br />

ottenute facilmente arrotolando<br />

l’impasto con le mani in un lungo<br />

cilindro e tagliandolo in piccole<br />

porzioni di circa 1 cm che, passate<br />

sotto la mano aperta, prenderanno<br />

la forma giusta.<br />

VARIANTI<br />

È un piatto conteso tra le provincie<br />

di Brescia, Bergamo e Mantova, nella<br />

quali è diffuso con modestissime<br />

varianti. Una minestra simile,<br />

nel mantovano, prende il nome<br />

di canedoli.<br />

In effetti, la mariconda ricorda gli<br />

knödel (o canederli) <strong>della</strong> cucina<br />

trentina e altoatesina, nella loro<br />

formulazione di base.<br />

In alcune ricette recenti si aggiunge<br />

poca farina bianca e un goccio<br />

di latte per legare. Tra le spezie<br />

ricorre la noce moscata.<br />

Versioni più ricche, di gusto<br />

tirolese, si ottengono mischiando,<br />

all’impasto minuscoli dadi di<br />

prosciutto affumicato.<br />

ABBINAMENTI<br />

Delicata e digeribile, la mariconda<br />

è perfetta per precedere il piccione<br />

farc<strong>it</strong>o alla bresciana, con dessert<br />

leggerissimo.<br />

Si abbina a un vino bianco di<br />

buona struttura, Oltrepò Pavese<br />

DOC Riesling o a un rosato come<br />

il Garda Classico DOC Chiaretto.<br />

L’INGR EDIENTE:<br />

GNOCCHI, PALLINE<br />

E CUCCHIAIATE<br />

Ciò che distingue la mariconda<br />

da altre minestre consimili è<br />

la precisa forma a pallina degli<br />

gnocchetti, tuttavia non indicata<br />

esplic<strong>it</strong>amente da tutti i ricettari.<br />

Nella sostanza, però, poco<br />

differenzia questo piatto da altri<br />

(in cui il composto prende forma<br />

cilindrica oppure è versato nel<br />

brodo a cucchiaiate) di cui è ricca<br />

la tradizione lombarda, come gli<br />

gnocchetti in brodo alla milanese,<br />

altrimenti detti sbroffadej o<br />

sbraffadij (farina bianca anziché<br />

pane raffermo) o gli gnocarej di<br />

farina di fraina <strong>della</strong> Valsassina,<br />

i malfatti e gli strangolapreti. Il<br />

Dubini crea un po’ di confusione<br />

riportando nel suo ricettario una<br />

zuppa di gnocchi alla tedesca e<br />

una zuppa di gnocchi soffici alla<br />

polacca a fianco di una minestra<br />

quasi identica, ma con aggiunta di<br />

prosciutto tr<strong>it</strong>ato, che egli definisce<br />

zuppa di gnocchetti alla romana.<br />

Però tali attribuzioni geografiche,<br />

al di là di quel tanto di esotico<br />

che manifestano, appaiono poco<br />

credibili pensando ai padanissimi<br />

zanzarelli (o zazzarelli) descr<strong>it</strong>ti da<br />

Maestro Martino e da Bartolomeo<br />

Platina alcuni secoli prima.<br />

Gli gnocchi di patate (che oggi<br />

non si consumano in brodo)<br />

appartengono alla stessa linea<br />

evolutiva, ma sono stati ovviamente<br />

elaborati tra il XVIII e il XIX<br />

secolo. Una leggenda moderna vuole<br />

che vi si applicasse Alessandro<br />

Volta, quando nel suo orticello<br />

di Camnago, nei pressi di Como,<br />

sperimentava in proprio e su<br />

indicazione dell’amico Parmentier,<br />

la coltivazione dell’utile tubero.<br />

DETTA ANCHE MELICONDA<br />

O DI MELICONDE, FORSE DA<br />

MÈLICA, MELGA, IN PASSATO<br />

DENOMINAZIONE ATTRIBUITA<br />

ALLA SAGGINA E AL MAIS.<br />

MELICONDE SAREBBERO LE<br />

PALLINE GIALLE DI CUI È<br />

COMPOSTA LA MINESTRA, CHE<br />

RICORDANO LE CARIOSSIDI DEL<br />

GRANTURCO (ANALOGAMENTE<br />

ALLA MERIDIONALE<br />

CICERCHIATA = PIATTO DI CECI,<br />

COMPOSTO DI PALLINE<br />

DI PASTA FRITTE).<br />

90’ TEMPO<br />

DI ESECUZIONE<br />

PICCIONI FARCITI<br />

ALLA BRESCIANA<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Ingredienti: PICCIONI GROSSI (n. 3), UOVA (n. 1), MANDORLE AMARE (n .2), BURRO (100 g), GRANA PADANO DOP<br />

GRATTUGIATO (35 g), PAN GRATTATO (40 g), OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (45 g), CIPOLLA (35 g), ROSMARINO (1<br />

rametto), VINO BIANCO (100 ml), BRODO (1 mestolo), SALE (q.b.), PEPE (q.b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Fiammeggiare e pulire i piccioni<br />

conservando i fegatini.<br />

• Far saltare in un tegamino i fegatini<br />

tr<strong>it</strong>ati con la cipolla, anch’essa<br />

tr<strong>it</strong>ata, e 30 g di burro.<br />

• Impastare il composto in una<br />

terrina con il pan grattato, l’uovo,<br />

le mandorle tr<strong>it</strong>ate, il formaggio<br />

e il brodo.<br />

• Regolare sale e pepe e lasciar<br />

riposare per 20 minuti.<br />

• Riempire i piccioni con il composto,<br />

cucirli e legarli.<br />

• Disporli in una tortiera con l’olio,<br />

il restante burro e il rosmarino.<br />

• Cuocere in forno moderato bagnando<br />

di tanto in tanto con il vino bianco.<br />

NOTE: FIAMMEGGIARE<br />

E PULIRE<br />

La preparazione per la cottura dei<br />

volatili di piccola taglia richiede<br />

pazienza e attenzione. I piccioni<br />

debbono essere fiammeggiati<br />

accuratamente, in modo da eliminare<br />

la peluria rimasta dallo spennamento;<br />

la permanenza sulla fi amma non<br />

deve però essere prolungata, per<br />

impedire che la pelle asciugandosi<br />

troppo si rompa. Successivamente<br />

è necessario sventrarli, estraendo<br />

le interiora, e ripulire il fegatino<br />

che (anche qualora il piccione non<br />

sia farc<strong>it</strong>o) è di norma ricollocato<br />

all’interno del volatile. Si lavano<br />

all’esterno e all’interno, asciugandoli<br />

con un canovaccio, per eliminare<br />

ogni residua traccia di strinatura;<br />

si taglia la coda, per asportare le<br />

due ghiandole amare che si trovano<br />

nella parte superiore, si taglia la<br />

parte inferiore delle zampe, che si<br />

ripiegano all’indietro, fermandole<br />

alla pelle del ventre: in questo modo<br />

sono pronti per essere riemp<strong>it</strong>i e cotti.<br />

VARIANTI<br />

Il piccione farc<strong>it</strong>o alla bresciana<br />

è una variazione sul tema del<br />

piccione arrosto in tegame o al forno,<br />

preparato in tutta l’area padana. La<br />

farcia tradizionale in altre parti <strong>della</strong><br />

regione non prevede le mandorle<br />

amare, ma si orienta sulle noci o<br />

sulle nocciole, oppure esclude del<br />

tutto la frutta secca, utilizzando<br />

piccole quant<strong>it</strong>à di salsiccia. In<br />

luogo del vino bianco, elaborazioni<br />

di chiara origine sette-ottocentesca<br />

prescrivono succo di limone.<br />

ABBINAMENTI<br />

Un piatto gustativamente complesso<br />

richiede un vino perfettamente<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: BRESCIA - 147<br />

strutturato, corposo e di buona<br />

alcolic<strong>it</strong>à. Ideale un Botticino DOC<br />

Riserva, rosso rubino carico con<br />

rifl essi granati.<br />

L’INGREDIENTE:<br />

IL PICCIONE<br />

Nella cultura tradizionale le galline<br />

erano allevate principalmente per<br />

la produzione delle uova, mentre<br />

l’onere e l’onore <strong>della</strong> mensa (apporto<br />

proteico e dign<strong>it</strong>à gastronomica)<br />

toccava ai piccioni.<br />

Già dal XV secolo si era andata<br />

diffondendo la creazione delle<br />

piccionaie nei locali alti delle case<br />

di campagna, ma la tendenza non<br />

era sconosciuta nemmeno nelle<br />

c<strong>it</strong>tà, per le scarse cure richieste<br />

dall’allevamento dei piccoli volatili<br />

domestici. La carne dei piccioni<br />

(organoletticamente a metà strada tra<br />

quella del pollame domestico e quella<br />

<strong>della</strong> cacciagione) era considerata<br />

ricost<strong>it</strong>uente e veniva ammann<strong>it</strong>a<br />

agli ammalati e ai convalescenti.<br />

La gastronomia lombarda è perciò<br />

ricca di piatti di piccione, nei quali<br />

si evidenzia la perfetta omogene<strong>it</strong>à<br />

di questo pennuto rispetto alle scelte<br />

gustative <strong>della</strong> regione.<br />

Notissimi, per esempio, i piccioni<br />

con il riso (adagiati sul risotto o<br />

preparati in timballo e passati nel<br />

forno), i piccioni in salsa di limone,<br />

con o senza uova (in tal caso si tratta<br />

di fricassea); i piccioncini in umido<br />

con i piselli, serv<strong>it</strong>i su crostone o su<br />

polenta, lo stufato di piccioni, spesso<br />

consumato con abbondante contorno<br />

di patate in umido; il monumentale<br />

timballo di piccioni derivato dalla<br />

tradizione settecentesca.<br />

IL PICCIONE RIPIENO È STATO<br />

NEL SECOLO XIX UNO DEI<br />

SECONDI PIATTI PREFERITI DALLA<br />

BORGHESIA LOMBARDA.<br />

QUESTO, ALLA BRESCIANA,<br />

SI DISTINGUE PER LA FARCIA<br />

DALLA NOTA GUSTATIVA<br />

LEGGERMENTE AMAROGNOLA<br />

APPORTATA DALLE MANDORLE,<br />

CHE SAREBBE TUTTAVIA<br />

UN ERRORE CONSIDERARE<br />

D’EREDITÀ RINASCIMENTALE.<br />

LA MANDORLA CONSERVA<br />

TUTTA LA SUA UTILITÀ E IL<br />

SUO PRESTIGIO NEL SETTORE<br />

DOLCIARIO, BEN DISTINTO<br />

DAL SERVIZIO DELLE CARNI,<br />

CON I BISCOTTINI DETTI<br />

BASI DELLE MONEGHE O LO<br />

STRACA GANASE, IL CROCCANTE.

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