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Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...

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60’TEMPO DI ESECUZIONE<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: PAVIA, OLTREPÒ E LOMELLINA - 114<br />

AGNOLOTTI<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Ingredienti:<br />

Per la pasta: FARINA (500 g), UOVA (3), SALE (q.b.), ACQUA (q.b.).<br />

Per il ripieno: RISTRETTO (manzo brasato 500 g), SALSICCIA (50 g), PARMIGIANO REGGIANO DOP O GRANA PADANO<br />

DOP GRATTUGIATI (100 g), UOVA (n. 2), MOLLICA DI PANE BAGNATA CON LATTE O BRODO (100 g), SALE, PEPE, NOCE<br />

MOSCATA (q.b.), BRODO (1,5 l).<br />

ESECUZIONE<br />

• Preparare la pasta fi no ad ottenere<br />

un impasto uniforme e consistente.<br />

• Tr<strong>it</strong>are abbastanza fi nemente il<br />

“ristretto” con la mezzaluna e<br />

conservarne un pugno abbondante<br />

per il condimento.<br />

• Aggiungere al tr<strong>it</strong>o tutti gli ingredienti<br />

e mescolare il tutto fi no ad ottenere<br />

un composto omogeneo.<br />

• Tirare la pasta fi no ad ottenere<br />

una sfoglia il più sottile possibile<br />

(ultima tacca <strong>della</strong> macchina da<br />

sfoglie).<br />

• Disporre lungo la sfoglia a 3 cm<br />

circa una dall’altra delle porzioncine<br />

di ripieno <strong>della</strong> dimensione di una<br />

piccola noce.<br />

• Ripiegare la sfoglia su se stessa<br />

coprendo le palline di ripieno.<br />

• Fare aderire la pasta al ripieno<br />

e saldare la pasta premendo con<br />

le d<strong>it</strong>a.<br />

• Tagliare gli agnolotti a forma di<br />

mezzaluna con un coppapasta<br />

tondo.<br />

• Portare il brodo ad ebollizione<br />

(la tradizione vuole che il brodo<br />

sia per la metà di manzo e per la<br />

metà di cappone) e cuocervi gli<br />

agnolotti per alcuni minuti.<br />

• Servire gli agnolotti con il brodo<br />

aggiungendo come condimento un<br />

po’ del tr<strong>it</strong>o di ristretto che si era<br />

conservato, burro e abbondante<br />

formaggio grattugiato.<br />

VARIANTI<br />

A seconda delle ab<strong>it</strong>udini familiari,<br />

se pur cotti nel brodo, gli agnolotti<br />

vengono consumati asciutti cond<strong>it</strong>i<br />

comunque nello stesso modo.<br />

Si usa, invece di ripiegare la<br />

sfoglia su se stessa, sovrapporne<br />

alla prima un’altra e in questo<br />

caso la forma dell’agnolotto risulta<br />

rotonda. Nella versione in brodo<br />

è frequente l’aggiunta di un po’<br />

di vino rosso nella fondina prima<br />

del consumo.<br />

ABBINAMENTI<br />

Gli agnolotti sono una preparazione<br />

decisamente robusta e necess<strong>it</strong>ano<br />

di un vino strutturato e di corpo<br />

(Bonarda, Barbera).<br />

L’INGR EDIENTE:<br />

IL RISTRETTO<br />

Il nome deriva dal recipiente dove<br />

viene cucinato un pezzo di carne<br />

(adatta alla brasatura), recipiente<br />

(meglio se di coccio o di metallo<br />

spesso) la cui misura deve contenere<br />

la carne a stento.<br />

Il taglio di manzo deve essere<br />

steccato abbondantemente con<br />

aglio, deve rosolare in un battuto di<br />

cipolla, sedano e carota finché non<br />

si colorisca (come per un arrosto).<br />

Si procede poi con una generosa<br />

dose di pepe e si aggiunge vino<br />

rosso corposo fino a coprire tre<br />

quarti del pezzo di carne.<br />

L’aromatizzazione viene fatta con<br />

un rametto di rosmarino tr<strong>it</strong>ato, un<br />

ciuffo di salvia, 3 foglie di alloro<br />

e un altro spicchio d’aglio messo<br />

intero nel liquido di cottura.<br />

Il ristretto ha un tempo di cottura<br />

di circa tre ore ma è meglio<br />

verificarla piantando uno stecchino<br />

nella carne e vedere se entra e<br />

esce facilmente.<br />

Nel caso il liquido calasse troppo<br />

durante la cottura bisogna aggiungere,<br />

a piacere, vino (il sapore risulterà<br />

più marcato), brodo o acqua.<br />

A cottura quasi ultimata, si spegne<br />

il fuoco, si taglia il pezzo di carne<br />

in quattro, lo si lascia riposare nel<br />

sugo di cottura per una notte e si<br />

completa la cottura il giorno dopo.<br />

L’AGNOLOTTO O AGNELOTTO,<br />

È TERMINE DERIVATO DAL<br />

LATINO ANULUS, E DAL PLURALE<br />

ANEGLI, PER ANALOGIA CON<br />

LA FORMA ANULARE DATA<br />

ALLA PASTA, E IN PAVESE SI<br />

DICE AGNULÒT. ATTESTATO<br />

NE LA CUCINIERA PIEMONTESE<br />

STAMPATA A VERCELLI NEL 1771,<br />

SI È CARICATO DI LEGGENDE PER<br />

LA SUA AFFINITÀ CON L’AGNELLO<br />

E CON L’ANGELO (E UN CUOCO<br />

MONFERRINO DI NOME ANGELOT<br />

L’AVREBBE CREATO A PAVIA).<br />

FUOR DI FANTASIA,<br />

LA GUIDA GASTRONOMICA<br />

D’ITALIA DEL 1931, MENZIONAVA<br />

LA SAGRA DEGLI AGNOLOTTI<br />

CELEBRATA IL 21 SETTEMBRE<br />

NEL RIONE DI PAVIA<br />

BORGO TICINO. LA FORMA<br />

TRADIZIONALE È QUADRATA,<br />

CON IL RIPIENO RACCHIUSO<br />

DA DUE SFOGLIE DI PASTA<br />

ALL’UOVO. LA CARATTERISTICA<br />

PRINCIPALE DELL’AGNOLOTTO<br />

PIEMONTESE, RISPETTO<br />

ALLE ALTRE SPECIALITÀ<br />

DI PASTA RIPIENA<br />

DEL RESTO D’ITALIA,<br />

È L’UTILIZZO DI CARNE<br />

ARROSTO PER IL RIPIENO.<br />

60’TEMPO DI ESECUZIONE<br />

RANE FRITTE<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Ingredienti: RANE PULITE (1,2 kg), UOVA (n. 2), FARINA BIANCA 00 (50 g), SALE (q.b.), OLIO PER FRIGGERE (q.b.).<br />

ESECUZIONE<br />

• Lavare e asciugare bene le rane.<br />

• Incrociare le gambe delle rane<br />

sulla schiena.<br />

• Infarinarle bene e passarle nelle<br />

uova sbattute con poco sale.<br />

• Scaldare bene l’olio in una pa<strong>della</strong><br />

di ferro e mettervi le rane a una<br />

a una, tenendole staccate una<br />

dall’altra.<br />

• Rivoltarle di tanto in tanto fi no<br />

alla doratura.<br />

• Servirle appena scolate.<br />

NOTE: INTER A O SOLO<br />

LA COSCIA<br />

La discriminante, nel cucinare le<br />

rane, è tra chi ne utilizza soltanto<br />

le coscette posteriori e chi le cuoce<br />

tutte intere. La gastronomia popolare<br />

predilige la rana completa, semmai<br />

con le zampe ripiegate su se stesse,<br />

per ev<strong>it</strong>are che la contrazione dei<br />

muscoli durante la cottura dia loro<br />

quell’aspetto vagamente umanoide<br />

che disturba la sensibil<strong>it</strong>à di molti<br />

commensali.<br />

Una volta fr<strong>it</strong>ta, la rana, se è di<br />

piccole dimensioni, si sgranocchia<br />

completamente, ossa comprese, come<br />

d’uso anche con gli uccellini. La<br />

gastronomia colta invece seleziona<br />

solo le parti carnose, cioè le cosce<br />

posteriori, ma non modifica la<br />

modal<strong>it</strong>à di cottura.<br />

LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: PAVIA, OLTREPÒ E LOMELLINA - 115<br />

È probabile che, nella sua semplic<strong>it</strong>à,<br />

una tra le più antiche ricette per<br />

friggere le rane sia quella riportata da<br />

Bartolomeo Platina nel De honesta<br />

voluptate (1474): “Si friggano nell’olio<br />

dopo averle avvolte nella farina”.<br />

VARIANTI<br />

L’infarinatura può essere preceduta<br />

dall’ammollo <strong>della</strong> carne per un’ora<br />

nel latte e segu<strong>it</strong>a dal passaggio<br />

nell’uovo, che tuttavia la rende meno<br />

croccante.<br />

Alcune ricette prescrivono di passare<br />

le rane in una pastella di farina e<br />

acqua, altre di farle riposare un<br />

paio d’ore, prima <strong>della</strong> cottura, in<br />

una marinata di vino, cui possono<br />

aggiungersi cipolla, prezzemolo e<br />

basilico o altri aromi e spezie (in<br />

questo modo la carne perde una<br />

parte <strong>della</strong> sua delicatezza).<br />

ABBINAMENTI<br />

Le rane fr<strong>it</strong>te si possono gustare<br />

pienamente con un risotto bianco,<br />

cond<strong>it</strong>o con burro, formaggio e<br />

odore di prezzemolo.<br />

Vino fruttato ma delicato, come un<br />

Franciacorta DOCG Rosè.<br />

L’INGREDIENTE:<br />

LA R ANA<br />

È un anfibio <strong>della</strong> specie degli<br />

Anuri, presente in Italia in molte<br />

varietà, tra cui la più comune è la<br />

rana verde. Ha carni candide, tenere,<br />

quasi del tutto prive di grasso e<br />

dunque ottime dal punto di vista<br />

dietetico, anche in relazione alla<br />

ricchezza di ferro e di proteine.<br />

Un tempo le rane, pescate di giorno<br />

con una bacchetta di bambù cui<br />

è fissato un filo con l’esca (un<br />

ranino maschio) e di notte con<br />

la lampada, rappresentavano una<br />

risorsa gratu<strong>it</strong>a offerta dal terr<strong>it</strong>orio<br />

alla tavola <strong>della</strong> povera gente, che<br />

vi trovava un apporto proteico<br />

difficilmente sost<strong>it</strong>uibile.<br />

Oggi le rane sono molto meno<br />

numerose che in passato a causa dei<br />

diserbanti impiegati nelle risaie e,<br />

sembra, dell’attuale configurazione<br />

dei terreni coltivati (perfettamente<br />

livellati) e <strong>della</strong> sistemazione<br />

razionale delle rive.<br />

Infatti la terra mossa creava pozze<br />

d’acqua più persistenti e gli zoccoli<br />

dei cavalli utilizzati nel lavoro dei<br />

campi formavano nicchie nel suolo.<br />

Cosicché attualmente le difficoltà<br />

sia di approvvigionamento sia di<br />

preparazione (spellatura e pul<strong>it</strong>ura)<br />

ne fanno un cibo piuttosto costoso<br />

e non comune, da gustarsi quasi<br />

esclusivamente al ristorante.<br />

Nella gastronomia lombarda le<br />

rane si preparano in minestra,<br />

in risotto, in fr<strong>it</strong>tura ed anche in<br />

fr<strong>it</strong>tata; in guazzetto, con burro,<br />

brodo, (aglio) e prezzemolo; in<br />

umido, con sugo di pomodoro.<br />

Si utilizzano per arricchire risotti e<br />

per cucinare un brodo energetico, che<br />

in passato veniva ammann<strong>it</strong>o agli<br />

ammalati, e dal quale, con l’aggiunta<br />

di riso e prezzemolo, si ricava il<br />

noto ris e rann e, con un soffr<strong>it</strong>to<br />

di verdure da rovesciare su fette<br />

di pane abbrustol<strong>it</strong>o, l’altrettanto<br />

celebrata zuppa di rane.<br />

La rana è antica e le ricette di Scappi<br />

sono ricordate e c<strong>it</strong>ate (Opera, 1570).<br />

Ampie le attestazioni del loro uso<br />

nella cucina ottocentesca, facil<strong>it</strong>ate<br />

dalla particolare predilezione per<br />

esse da parte dei francesi, e le<br />

r<strong>it</strong>roviamo con numerose formule<br />

d’alto profilo in: Luraschi (Nuovo<br />

cuoco milanese, 1829), in Sorbiatti<br />

(La gastronomia moderna, 1855)<br />

e in Cougnet (L’Arte cucinaria in<br />

Italia, 1911).<br />

È UN PIATTO INTERREGIONALE,<br />

DIFFUSO IN TUTTE LE<br />

ZONE NELLE QUALI LA<br />

RICCHEZZA D’ACQUA<br />

GARANTISCE UN CONSISTENTE<br />

APPROVVIGIONAMENTO DI<br />

BATRACI. LA PRESENZA DELLE<br />

RISAIE HA DATO SICURAMENTE<br />

ALLA LOMELLINA IL PRIMATO<br />

REGIONALE NELLA CUCINA<br />

DELLE RANE.

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