Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
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120’ TEMPO DI ESECUZIONE<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: GARDA E ISEO - 152<br />
BARDELE<br />
COI MARAI<br />
Preparazione per 4 porzioni<br />
Ingredienti:<br />
per la pasta: FOGLIE DI BORRAGINE (200 g), FARINA BIANCA (500 g), UOVA (n. 2), SALE (1 pizzico).<br />
per il condimento: BURRO (150 g), GRANA PADANO DOP GRATTUGIATO (50 g).<br />
ESECUZIONE<br />
• Nettare le foglie di borragine, lessarle<br />
in pochissima acqua o a vapore,<br />
risciacquarle e sgocciolarle.<br />
• Tr<strong>it</strong>arle fi nemente, passarle al setaccio<br />
e farle raffreddare.<br />
• Impastarle con la farina, le uova<br />
e il sale.<br />
• Lavorare bene l’impasto e farlo<br />
riposare per un’ora in un panno.<br />
• Stendere l’impasto con il mattarello<br />
tirando delle sfoglie.<br />
• Ripiegare le sfoglie più volte su<br />
sé stesse e tagliarle a fettuccine<br />
larghe 1 cm.<br />
• Disporre le fettuccine bene aperte<br />
su un vassoio ricoperto da un panno<br />
pul<strong>it</strong>o e spolverizzato di farina; farle<br />
asciugare un po’.<br />
• Far cuocere le bardele in abbondante<br />
acqua bollente salata e scolarle poco<br />
per volta sollevandole dall’acqua<br />
con due forchette.<br />
• Metterle nelle fondine calde, condirle<br />
con il burro fuso e il formaggio e<br />
servire.<br />
NOTE: LA PREPAR AZIONE<br />
DELLE BARDELE<br />
Tagliatelle particolari, le bardele,<br />
richiedono una quant<strong>it</strong>à lim<strong>it</strong>ata di<br />
farina rispetto alla passata di borragine<br />
(da 1/4 al doppio, quando per le<br />
tagliatelle di spinaci la quant<strong>it</strong>à di<br />
farina è anche cinque volte maggiore),<br />
perché la borragine è un’erba asciutta<br />
che porta nell’impasto molta meno<br />
acqua degli spinaci. Le foglie <strong>della</strong><br />
borragine sono leggermente pelose,<br />
devono perciò essere lavate con molta<br />
cura e messe a cuocere in pochissima<br />
acqua già bollente (è suffi ciente che<br />
il liquido le copra appena, come si<br />
fa con quasi tutti i vegetali).<br />
Dopo una decina di minuti di boll<strong>it</strong>ura<br />
a fuoco moderatissimo, si scolano<br />
con la schiumarola (non si rovesciano<br />
nello scolapasta: se fossero rimasti<br />
nell’acqua residui di terra, fi nirebbero<br />
nell’impasto), e si lasciano raffreddare.<br />
Infine si strizzano per estrarne il<br />
liquido (che farebbe aumentare la<br />
quant<strong>it</strong>à di farina) e, dopo averle<br />
tr<strong>it</strong>ate grossolanamente, si passano<br />
al setaccio o nel frullatore.<br />
La sfoglia, che non deve risultare<br />
sottilissima, si ripiega alcune volte su<br />
sé stessa, prima di tagliarla a fettuccine<br />
larghe un d<strong>it</strong>o da far asciugare una<br />
mezzora o più, bene aperte su un<br />
panno spolverizzato di farina.<br />
VARIANTI<br />
Qualche divers<strong>it</strong>à si riscontra nelle<br />
proporzioni tra farina e foglie di<br />
borragine (massimo 10-15%), nel<br />
numero delle uova, che varia a seconda<br />
<strong>della</strong> quant<strong>it</strong>à di farina, e nel grado di<br />
cottura del burro per il condimento<br />
(da crudo a fuso, a schiumante a color<br />
nocciola). Ogni altro condimento<br />
coprirebbe la gradevolezza del gusto<br />
leggermente acidulo <strong>della</strong> borragine,<br />
simile a quello del cetriolo.<br />
ABBINAMENTI<br />
Le tagliatelle vegetali si accompagnano<br />
a un antipasto tradizionale - salame<br />
e fettine di lardo, giustamente<br />
aromatizzati con aglio - e scaloppine<br />
con funghi o asparagi. Vino bianco<br />
uno Chardonnay Curtefranca DOC<br />
Bianco, sapido e armonico.<br />
L’INGREDIENTE:<br />
LA BORR AGINE<br />
Pianta annuale (Borago offi cinalis) i<br />
cui grappoli di fi ori azzurri spiccano<br />
per gran parte dell’anno<br />
nei terreni incolti di tutto il nostro<br />
continente, indipendentemente dalle<br />
condizioni climatiche. La farmacopea<br />
antica le riconosceva la proprietà di<br />
infl uenzare la sudorazione.<br />
In cucina è stata sempre apprezzata per<br />
preparati di ogni tipo, in ragione del<br />
gusto gradevole e <strong>della</strong> consistenza, ma<br />
anche per la sua assoluta economic<strong>it</strong>à.<br />
Maestro Martino ne fa zuppe (Menestra<br />
d’herbette) e, dopo di lui, tutti i grandi<br />
cuochi padani l’hanno elaborata in<br />
sapor<strong>it</strong>e fr<strong>it</strong>telle e fr<strong>it</strong>tate. La tradizione<br />
alimentare delle campagne non ha<br />
mai perso il gusto di un’insalatina di<br />
germogli e foglie tenere di borragine,<br />
semmai in unione con germogli di<br />
papavero e cicoria selvatica, così<br />
come, sui rilievi, si è continuato a<br />
mischiarne le foglioline ben tr<strong>it</strong>ate<br />
al formaggio fresco e alla ricotta. È<br />
utilizzata, assieme alle bietole e agli<br />
spinaci, per dare corpo ai minestroni,<br />
o per le farcie dei ravioli di magro e<br />
di torte salate e pizze, quasi sempre<br />
in amalgama con ricotta, burro e<br />
formaggio. Il suo uso alimentare,<br />
dalla Liguria al Cilento, si traduce<br />
in fr<strong>it</strong>telle e fr<strong>it</strong>tate, in minestroni<br />
e insalate sia cotte che crude. Per<br />
un esame esteso <strong>della</strong> borragine in<br />
cucina e a tavola, si consulti l’Atlante<br />
dei prodotti tipici: Le erbe (2005).<br />
TAGLIATELLE (O FETTUCCINE)<br />
CON LA BORRAGINE, PASTA<br />
ASCIUTTA DEI TERRITORI<br />
ORIENTALI DELLA REGIONE, IN<br />
COMUNE CON IL VICINO VENETO,<br />
ELABORATA CON UNA TECNICA<br />
SIMILE A QUELLA DELLA PASTA<br />
VERDE CON SPINACI E DELLA<br />
PASTA CON VEGETALI IN GENERE<br />
CHE OGGI TROVA UNA CERTA<br />
DIFFUSIONE POICHÉ, AVENDO<br />
GIÀ DI PER SÉ UN SAPORE<br />
PARTICOLARE, SI PRESTA AD<br />
ESSERE CONSUMATA SOLO CON<br />
UN PO’ DI BURRO FUSO O DI OLIO,<br />
SENZA CONDIMENTI PESANTI O<br />
ELABORATI.<br />
80’TEMPO DI ESECUZIONE<br />
RISOTTO<br />
CON LE TINCHE<br />
Preparazione per 6 porzioni<br />
Ingredienti: RISO (350 g), BURRO (100 g), TINCHE DI LAGO (n. 2), SEDANO (1 costa), CAROTE (n. 1), CIPOLLE (n. 1), AGLIO<br />
(1 spicchio), PREZZEMOLO (1 manciata), SALE (q.b.).<br />
ESECUZIONE<br />
• Squamare le tinche, sventrarle,<br />
lavarle e sfi lettarle.<br />
• Porre sul fuoco una casseruola<br />
con un l<strong>it</strong>ro di acqua salata, unire<br />
la carota, la cipolla, il sedano, le<br />
lische e le teste dei pesci.<br />
• Cuocere per 20 minuti e poi fi ltrare<br />
il brodo da un passino affi nché non<br />
passi alcuna lisca, versandolo in<br />
una terrina; tenerlo al caldo.<br />
• Imburrare una teglia e disporvi i<br />
fi letti di tinca; porre il recipiente sul<br />
fuoco e cuocere il pesce rigirandolo<br />
con delicatezza.<br />
• Mondare il prezzemolo, lavarlo e<br />
tr<strong>it</strong>arlo fi nemente con lo spicchio<br />
d’aglio.<br />
• Mettere il tr<strong>it</strong>o in una casseruola<br />
con il restante burro e farlo rosolare.<br />
• Unire il riso, lasciarlo tostare e,<br />
aggiungendo di tanto in tanto il<br />
brodo di pesce, portare il risotto<br />
a cottura.<br />
• Accomodarlo su un piatto di portata<br />
e sistemarvi sopra i fi letti di tinca.<br />
NOTE:<br />
SAPORE DI FANGO<br />
Le tinche vivono nelle acque<br />
melmose dei fondali. È consigliabile<br />
acquistarle ancora vive e lasciarle<br />
per due o tre giorni in acqua pul<strong>it</strong>a,<br />
per far perdere alla loro carne il<br />
caratteristico sapore di fango. Nel<br />
caso non ci fosse tempo per questo<br />
purgatorio (l’unico efficace), la<br />
tradizione suggerisce di fare ingoiare<br />
ai pesci vivi alcune cucchiaiate di<br />
aceto. C’è da dub<strong>it</strong>are dell’efficacia<br />
di questo trattamento, come<br />
dell’altro espediente raccomandato<br />
per togliere il sapore di fango ai<br />
pesci già morti: tenerli a bagno<br />
per almeno 24 ore in acqua pul<strong>it</strong>a<br />
per poi immergerli rapidamente<br />
alcune volte in acqua bollente,<br />
prima di procedere a un’accurata<br />
squamatura e alla sventratura.<br />
Altri consigliano di rovesciare sulle<br />
branchie dei pesci un bicchiere di<br />
aceto: è tuttavia indubbio che se<br />
l’aceto può attenuare l’odore di<br />
fango, difficilmente può cancellarne<br />
il r<strong>it</strong>orno gustolfattivo.<br />
VARIANTI<br />
In alcuni ricettari il soffr<strong>it</strong>to di<br />
aglio e prezzemolo si arricchisce di<br />
cipolla, sedano, carota e basilico.<br />
La tinca spezzettata è aggiunta al<br />
riso dopo una rapida rosolatura nelle<br />
formulazioni più tradizionali; quelle<br />
attualizzate consigliano invece<br />
di sfilettare il pesce, utilizzando<br />
le lische, la testa e la coda per<br />
ottenere il court-bouillon con il<br />
quale cuocere il riso.<br />
I filetti, fr<strong>it</strong>ti nel burro, vengono<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: BRESCIA - 153<br />
poi adagiati sul riso già cotto.<br />
ABBINAMENTI<br />
È un piatto unico, cui si può far<br />
precedere un leggero antipasto<br />
vegetale, per esempio un’insalata<br />
di cuori di sedano o, preferendo un<br />
menù <strong>it</strong>tico, del paté di cavedano.<br />
Si accompagna piacevolmente con<br />
vini ricavati da v<strong>it</strong>igni Tocai, come<br />
il San Martino <strong>della</strong> Battaglia<br />
DOC, un bianco dai profumi<br />
delicati e floreali, gusto leggero<br />
e tenue acid<strong>it</strong>à.<br />
L’INGREDIENTE:<br />
LA TINCA<br />
È un pesce <strong>della</strong> famiglia dei<br />
Ciprinidi che frequenta i fondali<br />
sabbiosi dei corsi d’acqua delle<br />
zone temperate, con preferenza<br />
per i bacini dalle correnti pigre<br />
e tiepide.<br />
Nutrendosi di molluschi, vermi,<br />
crostacei e larve di diversa specie che<br />
riesce a stanare dai loro nascondigli<br />
tra le piante acquatiche, talvolta<br />
smuovendo la melma del fondo,<br />
può raggiungere 5 kg di peso.<br />
Proprio per questa sua attiv<strong>it</strong>à di<br />
scavo, la tinca ha carni con quel<br />
preciso sapore di fango che le<br />
impedisce di entrare a pieno t<strong>it</strong>olo<br />
nella gastronomia maggiore.<br />
È stata però sempre apprezzata<br />
dalla cucina popolare, in fr<strong>it</strong>tura<br />
o in umido con pisellini novelli<br />
oppure con fagioli borlotti.<br />
Tipiche <strong>della</strong> cucina lacustre<br />
lombarda le tinchette in carpione<br />
e quelle ripiene con formaggio<br />
e aromi. Nella cucina del lago<br />
d’Iseo fi gurano le tinche ripiene di<br />
pangrattato e formaggio, e ai piselli,<br />
accompagnate dalla polenta.<br />
Ad una gastronomia alta si ispirano<br />
invece le tinche al vino bianco e il<br />
brodo di tinca, aromatizzato con<br />
chiodi di garofano, cannella, lauro e<br />
funghi, ideale come court-bouillon<br />
per qualsiasi risotto di magro.<br />
UN PIATTO SEMPLICE E<br />
DELIZIOSO, CONTESO TRA<br />
BRESCIANI E VERONESI, MA<br />
PRESENTE CON POCHE VARIANTI,<br />
IN TUTTA LA FASCIA DEI LAGHI<br />
PREALPINI, TESTIMONIANZA<br />
DI UNA TRADIZIONE<br />
GASTRONOMICA POPOLARE<br />
CAPACE DI UTILIZZARE AL<br />
MEGLIO TUTTE LE RISORSE<br />
OFFERTE DAL TERRITORIO<br />
IN UN MODELLO ECONOMICO<br />
IMPRONTATO ALL’AUTOCONSUMO.<br />
FUORI DALLA LOMBARDIA,<br />
LA TINCA SI RITROVA IN<br />
PIEMONTE E IN VENETO, E<br />
NEI LAGHI UMBRO-LAZIALI<br />
DEL TRASIMENO E DI BOLSENA.