Codice della Cucina Lombarda - BuonaLombardia.it - Regione ...
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50’TEMPO DI ESECUZIONE<br />
LE PREPARAZIONI TERRITORIALI: MANTOVA - 140<br />
Preparazione per 4 porzioni<br />
Ingredienti: FARINA BIANCA (500 g), LIEVITO DI BIRRA (70 g), UOVA (n. 4), BURRO O STRUTTO (140 g), ZUCCHERO (1 cucchiaio<br />
e mezzo), SALE (1 presa), LATTE TIEPIDO (1 bicchiere).<br />
ESECUZIONE<br />
• Sciogliere in una tazza il liev<strong>it</strong>o di<br />
birra con un cucchiaino di zucchero,<br />
un cucchiaio colmo di farina e<br />
pochissimo latte tiepido.<br />
• Coprire il panetto di farina facendo<br />
sopra la croce.<br />
• Ben coperto metterlo in un posto<br />
tiepido.<br />
• Intanto che liev<strong>it</strong>a preparare il<br />
ripieno con 250 grammi di noci<br />
sgusciate e 150 di zucchero.<br />
• Far bollire lo zucchero con dieci<br />
cucchiai d’acqua stando bene<br />
attenti di non far caramellare lo<br />
zucchero.<br />
• Mescolare con le noci tr<strong>it</strong>ate<br />
fi nemente.<br />
• Quando l’impasto è freddo si<br />
aggiungono due chiare d’uovo<br />
montate a neve.<br />
• Si riprende il panetto liev<strong>it</strong>ato,<br />
ed in una zuppiera si mescola<br />
con la farina, il sale, la buccia<br />
di limone, due tuorli, due uova<br />
intere ed il burro.<br />
• Impastare sub<strong>it</strong>o tirando le mani verso<br />
l’alto, fi nché l’impasto non si stacca.<br />
• Si copre ancora e si lascia liev<strong>it</strong>are<br />
una seconda volta, e dopo circa<br />
mezz’ora si versa la pasta su di<br />
un’asse infarinata.<br />
• Le si dà una forma rettangolare<br />
o circolare, alta circa due d<strong>it</strong>a,<br />
ANELLO<br />
DELMONACO<br />
si spalma il ripieno, si arrotola<br />
e si mette in uno stampo bene<br />
imburrato in forno.<br />
• Lo stampo deve essere molto<br />
pesante (rame) e circolare.<br />
• Si mette in forno freddo e si<br />
tiene per circa 40 minuti a calore<br />
piuttosto elevato.<br />
• A cottura ultimata (il dolce deve<br />
essere rosso sopra) spegnere il forno<br />
e lasciarlo aperto per 5 minuti.<br />
• Quando si toglie, ancora nel<br />
recipiente, si spalma sopra una<br />
glassa fatta con due etti di zucchero<br />
a velo in pochissima acqua,<br />
addensata leggermente sul fuoco.<br />
NOTE<br />
Considerate che state lavorando<br />
con un parente molto stretto <strong>della</strong><br />
pasta brioche: se avete dei dubbi<br />
sul procedimento, qualunque buon<br />
ricettario può aiutarvi.<br />
VARIANTI<br />
Al ripieno possono essere aggiunti<br />
100 grammi di noci, 100 grammi<br />
di zucchero, 4 cucchiai di panna<br />
liquida oppure 100 grammi di noci,<br />
50 grammi di uvetta tr<strong>it</strong>ata.<br />
ABBINAMENTI<br />
Moscato dolce o Malvasia secca a<br />
piacere.<br />
L’INGREDIENTE:<br />
LO STRUTTO<br />
Lo strutto è un prodotto alimentare<br />
animale ottenuto per fusione dei<br />
grassi presenti nel tessuto adiposo<br />
del maiale.<br />
Si presenta come pasta compatta<br />
di colore bianco, che a freddo è<br />
praticamente inodore, a caldo emana<br />
l’odore, tenue, ma caratteristico,<br />
dello strutto. Il sapore a caldo è<br />
tipico e non molto invasivo.<br />
A temperature fi no a circa 40-42<br />
°C lo strutto si presenta pastoso<br />
e di colore bianco, a temperature<br />
superiori avviene la fusione. La<br />
consistenza dello strutto fuso è<br />
oleosa ed appare trasparente alla<br />
vista. Eventuali tonal<strong>it</strong>à tendenti al<br />
giallo/beige nel colore dello strutto<br />
possono derivare dalla doratura<br />
caratteristica che assume il grasso<br />
nella fase fi nale <strong>della</strong> cottura.<br />
L’estrazione e l’utilizzo dello<br />
strutto in campo alimentare furono<br />
ideati dagli spagnoli durante la<br />
loro dominazione in Sicilia.<br />
Gli spagnoli lo chiamavano<br />
saim; il nome divenne col tempo<br />
saìmi, e rimane tuttora in dialetto<br />
palerm<strong>it</strong>ano.<br />
A quell’epoca, lo strutto veniva<br />
prodotto in grandi quant<strong>it</strong>à nel<br />
mattatoio di Palermo ed era destinato<br />
non soltanto al mercato locale, ma<br />
veniva esportato in tutti i paesi<br />
sotto la dominazione spagnola.<br />
In pasticceria viene usato per dolci<br />
locali e regionali per dare una buona<br />
friabil<strong>it</strong>à al prodotto fi n<strong>it</strong>o.<br />
L’elevato punto di fumo (circa<br />
250 °C) lo rende ideale per la fr<strong>it</strong>tura<br />
delle fr<strong>it</strong>tate di molti cibi.<br />
Il suo impiego, diffuso a chiazze<br />
in Italia, egemone in Emilia e<br />
incoraggiato da Pellegrino Artusi che<br />
ne faceva, col lardo, uso esclusivo,<br />
si è andato affi evolendo di fronte ad<br />
altri grassi, come il burro e l’olio,<br />
il primo reso più disponibile dalla<br />
sua conservazione, il secondo per<br />
ragioni salutistiche raccomandato<br />
dai medici.<br />
L’ANELLO DI MONACO<br />
(NUSSKRANTZ) È UN DOLCE<br />
A BASE DI PASTA LIEVITATA,<br />
ARRIVATO A MANTOVA DALLA<br />
GERMANIA (MONACO, APPUNTO).<br />
È UNO DEI DISCENDENTI DEL<br />
KUGELHUPF, DI CUI CONSERVA<br />
LA FORMA A CIAMBELLA,<br />
FARCITO CON UN IMPASTO A<br />
BASE DI NOCI. NORMALMENTE<br />
SI TROVA NELLE PASTICCERIE E<br />
NEI FORNI; E LA VERSIONE CHE SI<br />
TROVA DI SOLITO IN COMMERCIO<br />
HA L’ASPETTO DI UN PANETTONE,<br />
CON UN BUCO IN MEZZO,<br />
RICOPERTO DI GLASSA REALE.