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Fumetto al Museo PAN: L’Audace Bonelli | di Emiliana Mellone<br />
di Emiliana Mellone 27 aprile 2010 In appr<strong>of</strong>ondimenti,<strong>art</strong>i visive | 1.133 lettori | No<br />
Comments<br />
Il PAN | Palazzo delle Arti di Napoli presenta L’Audace Bonelli. La mostra propone<br />
l’avventura del fumetto italiano ed è dedicata alla più nota casa editrice di fumetti made in<br />
Italy, la Sergio Bonelli Editore, presente sul mercato fin dagli anni quaranta, con<br />
oltre 25 milioni di copie vendute annualmente. Il percorso espositivo si <strong>art</strong>icola in circa<br />
200 tavole originali, in una collettiva che ripercorre la storia della casa editrice, dalla<br />
fondazione delle Edizioni Audace da p<strong>art</strong>e di Gian Luigi Bonelli, sceneggiatore e futuro<br />
ideatore di Tex Willer. Il primo numero del nuovo corso è il 331 datato 18 gennaio 1941,<br />
mentre il primo vero successo è Tex, che nasce nel 1948 dalla sua penna e dalla matita<br />
del disegnatore A<strong>ure</strong>lio Galleppini. Durante gli anni cinquanta la Bonelli, elaborandolo<br />
a p<strong>art</strong>ire dalla vecchia striscia, adottò un nuovo formato, ideando uno standard tuttora<br />
chiamato formato Bonelli: albi squadrati, in bianco e nero, con lunghe storie dalle 96 alle<br />
300 pagine: dei veri romanzi a fumetti.<br />
Si susseguono nel tempo i grandi personaggi e le firme prestigiose che danno alla luce, dal<br />
dopoguerra in poi, personaggi singolari e notevoli: Mister No nasce nel 1975 ed è un vero<br />
e proprio simbolo del mutato clima <strong>cult</strong>urale: moderno e scanzonato, un po’ eroe e un<br />
po’ antieroe, possiede una distinta vena antiretorica. Nel 1977 l’uscita nelle edicole di Ken<br />
Parker (creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo) mette in crisi, per la prima volta, la<br />
tradizionale divisione della critica tra fumetto d’autore e fumetto seriale. Grazie<br />
all’estrema cura <strong>art</strong>istica di sceneggiatura e disegni e alla novità dei contenuti, questo<br />
western atipico e originale attua una vera e propria rivoluzione narrativa del fumetto<br />
popolare italiano. La serie di Ken Parker viene interrotta nel 1984, in quanto la qualità<br />
delle storie mal si concilia con la quantità della produzione mensile, per riprendere in<br />
modo tormentato nel 1996. Ancora, nel 1982 è la volta di M<strong>art</strong>in Mystère, e nel 1986<br />
esce la serie probabilmente più popolare degli ultimi decenni in Italia, destinata a<br />
diventare un “caso” anche all’estero. Dylan Dog, creato da Tiziano Sclavi, un fumetto<br />
horror destinato a raggiungere per la prima volta la tiratura di 800mila copie mensili,<br />
grazie ad un personaggio fortemente originale rispetto ai vecchi eroi. In seguito al suo<br />
successo, molte case editrici hanno cominciato a pubblicare fumetti nello storico formato<br />
bonelliano 16 x 21 cm con foliazione di 100 pagine in bianco e nero, albi etichettati dalla<br />
critica con il termine bonellide.<br />
100<br />
Non mancano esperimenti più recenti<br />
come Brad Barron (2005) Demian e<br />
Volto Nascosto (2006) e Dragonero,<br />
romanzo a fumetti Bonelli, con cadenza<br />
annuale e albi di robusta foliazione, che<br />
contengono storie autoconclusive di<br />
varia ambientazione e genere.<br />
Nonostante 70 anni di storia e di<br />
enorme progresso tecnico e<br />
tecnologico, il metodo Bonelli – come<br />
dichiara Sergio in un’intervista- è<br />
rimasto sempre lo stesso, si usano<br />
ancora le matite e le chine e per i<br />
disegni e per il lettering (cioè le scritte<br />
dentro le nuvolette), conferendo al<br />
lavoro un tocco sublime di <strong>art</strong>igianato.<br />
Ciò che è notevolmente mutato è il<br />
pubblico, i lettori dei fumetti,<br />
<strong>cult</strong>uralmente più preparato, più