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Il film è tratto dal romanzo di Pèrez Gandul, ma la storia originale è stata arricchita da un<br />
grande lavoro di documentazione. “Al momento di scrivere la sceneggiatura, Jorge<br />
Guerricaechevarria e io – dichiara il regista – dovevamo essere consapevoli di ciò che<br />
raccontavamo, anche per sapere fino a che punto potevamo eventualmente spingerci nel<br />
dire cose non verosimili”.<br />
La ricerca ha coinvolto tutte le persone che nella loro vita quotidiana hanno a che fare con<br />
il carcere: detenuti, le loro famiglie, secondini, educatori etc. Entrare a contatto con<br />
queste persone ha permesso agli sceneggiatori di meglio comprendere le problematiche<br />
che accompagnano regolarmente la vita dei detenuti e delle loro famiglie.<br />
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Il film risulta così avere uno stile simile<br />
al documentario, con una struttura<br />
narrativa classica intervallata da<br />
flashback, che aiutano la leggibilità<br />
degli avvenimenti e ne spezzano la<br />
linearità che a volte risulta essere<br />
pesante.<br />
La fotografia di Carles Gusi, con giochi<br />
di ombre e luci velate, contribuisce a<br />
dare drammaticità al racconto, aiutata<br />
dalla scenografia “naturale” (vero<br />
carcere abbandonato riportato alla luce<br />
dalla maestria dall’équipe <strong>art</strong>istica).<br />
Cella 211 è una vera e propria<br />
tragedia, attraverso la disavventura di<br />
Juan Oliver, lo spettatore si<br />
immedesima nell’ “eroe”, prova pietà e<br />
terrore nel pensiero di trovarsi in una<br />
situazione simile. Riesce ad affezionarsi<br />
e a ben volere Malamadre, grazie<br />
all’amicizia che stringe con Juan.<br />
L’insieme delle cose spinge lo<br />
spettatore verso la catarsi.<br />
Durante la visione del film sentimenti<br />
contrastanti si accavallano generando<br />
momenti di pr<strong>of</strong>onda tensione e carica<br />
emotiva, tenendo lo spettatore appeso<br />
all’emozione fino all’ultimo<br />
fotogramma.<br />
Ci si commuove, si odia, si spera, si<br />
arriva alla consapevolezza che la<br />
nostra vita può cambiare da un<br />
momento all’altro, prendendo direzioni<br />
impreviste, annientando la normale<br />
percezione di giusto e sbagliato, bene e<br />
male.<br />
Data di uscita nelle sale italiane: 16<br />
aprile 2010<br />
Distribuzione: Bolero Film<br />
Titolo originale: Celda 211<br />
Paese: Francia/Spagna<br />
Anno: 2009<br />
Durata: 104 minuti