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contributo <strong>art</strong>istico del curatore.<br />

Questa frase complessa raccoglie in sé<br />

una frammistione identificativa che la<br />

categorizzazione romana non si<br />

aspettava e a cui invece l’estero lascia<br />

semplicemente più spazio.<br />

Tracciare un perimetro serrato sui ruoli<br />

del mestiere nel sistema dell’<strong>art</strong>e<br />

contemporaneo è per Aquilanti poco<br />

stimolante: “mischiare le due fig<strong>ure</strong>,<br />

quella dell’<strong>art</strong>ista e quella del curatore,<br />

è una pratica ottima e da non<br />

sottovalutare. Arricchisce il tuo lavoro<br />

e nello stesso tempo lancia nuovi<br />

stimoli al pubblico più attento. Non so<br />

se sia giusto o meno, ma credo insegni<br />

ad aprire gli occhi anche a nuovi tipi di<br />

approccio. Certo è più difficile pensare che un curatore possa anche solo per un progetto,<br />

vestire i panni dell’<strong>art</strong>ista, ma forse questo vago scambio di possibilità lascia intendere che<br />

anche la figura del critico/curatore di un tempo sta cambiando. Prima esistevano il testo,<br />

le parole. Oggi il curatore p<strong>art</strong>ecipa vivamente al lavoro dell’<strong>art</strong>ista che segue. Se ne<br />

prende cura nel vero senso della parole e questa libertà gli permette di sentirsi molto<br />

vicino alla figura <strong>art</strong>istica in quanto tale. La mia esperienza di contro mi ha spinto anche<br />

nella pratica della scrittura: dover scrivere un testo per la mostra non mi era mai capitato<br />

ed è stato interessante scoprirne il significato. In fin dei conti è nella scrittura che si<br />

manifesta la pratica <strong>art</strong>istica del curatore e vorrei che la mia sfida fosse da sprono per<br />

quei curatori che non osano oltre le parole.”<br />

Gallerista, <strong>art</strong>ista e curatore: tre fig<strong>ure</strong> che si incontrano e si scambiano i mestieri insieme<br />

all’idea di fare <strong>art</strong>e. Un team produttivo per la promozione <strong>cult</strong>urale del nostro paese e per<br />

una crescita globalizzante che investe la curiosità di tutti gli addetti ai lavori. Ma fino a che<br />

punto possono confluire l’uno nell’altro i suddetti ruoli? C’è un margine che riconosce e<br />

incasella il lavoro dell’uno differenziandolo dal lavoro dell’altro senza togliere esperienze<br />

positive? Troppe parole perché molte idee. Spesso confusionarie. La domanda è aperta e<br />

le risposte anche.<br />

D) Il fatto di mischiare i ruoli fino a che punto è giusto?<br />

R) È giustissimo, avviene uno scambio e quindi una crescita. Non so quanto può avvenire<br />

il contrario, è più difficile che un curatore possa scegliere di diventare un’<strong>art</strong>ista. In fin dei<br />

conti il curatore segue molto il suo <strong>art</strong>ista e spesso interviene sull’opera, si prende cura<br />

dell’<strong>art</strong>ista nel vero senso della parola, il suo ruolo è molto più pratico di quello di un<br />

critico. Un tempo esitevano infatti i critici, la figura del curatore è nuova…<br />

D) Il tuo lavoro si concentra sul tempo e sul modo di fluire attraverso gli oggetti e la loro<br />

trasformazione. Per la mostra all’Ex-elettr<strong>of</strong>onica hai lavorato sulla nascita e sulla<br />

coltivazione delle muffe. Da cosa nasce questo progetto e come lo hai sviluppato?<br />

R) Il mio lavoro, in questa fase, s’interessa dell’anima delle cose intorno a me e di ciò che<br />

ne rimane vivo e pulsante nel corso del tempo. La mia mente, attraverso le opere, cerca di<br />

restituire questa trasformazione e, per quanto è possibile, trasferirla in oggetti universali,<br />

delle icone in process, per me e per gli altri. Con Ieri distrattamente mi volsi a considerar<br />

altrui memorie… ho cercato di evidenziare delle forze già presenti nello spazio. In<br />

p<strong>art</strong>icolare l’alto grado di umidità che come un rabdomante (simbolo del progetto) ho<br />

ricercato e canalizzato in ovuli ricavati seguendo la morfologia dell’ambiente. Coadiuvato<br />

dal chimico Dott. Angelo Cestone, ho aumentato, con metodi rudimentali, la temperatura (<br />

da 15° a 25° ) e la presenza di vapore acqueo (da 58% a 98%), spalmando poi<br />

direttamente sulle pareti una sorta di brodo nutriente cucinato in loco. Le condizioni così<br />

esasperate hanno accelerato la proliferazione della vita nei sette ovuli a parete, il resto è<br />

stato tutto un effetto di queste cause innescate.<br />

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