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Sperimentazione dello spazio in uno scambio di spazi: quando<br />

l’<strong>art</strong>ista cura | di Flavia Montecchi<br />

di Flavia Montecchi 16 aprile 2010 In appr<strong>of</strong>ondimenti,<strong>art</strong>i visive | 746 lettori | No<br />

Comments<br />

“Lo scambio di ruoli è un’ottima cosa: collaborare con altri <strong>art</strong>isti può essere un modo per<br />

riscoprire la propria <strong>art</strong>e. E’ una modalità che ti permette di conoscere il sistema delle<br />

gallerie e tutto ciò che ne fa p<strong>art</strong>e sotto altri punti di vista e senza dubbio questo amplifica<br />

le tue esperienze, senza contare che incentiva una diversa modalità di fare <strong>art</strong>e.”<br />

Fuori dai panni <strong>art</strong>istici di chi da una proiezione ricalca materia e viceversa, Andrea<br />

Aquilanti si lascia intervistare sotto la veste del curatore che negli spazi di Beatrice<br />

Bertini ha presentato il lavoro site-specific di Davide D’Elia, da cui tanto successo e una<br />

silenziosa curiosità riguardo la sua nuova e temporanea posizione. “Ieri distrattamente mi<br />

volsi a considerar l’altrui memorie…” presenta all’ExElettr<strong>of</strong>onica la procreazione<br />

<strong>art</strong>ificiale delle muffe, chiamate in causa per invadere uno spazio p<strong>art</strong>icolare e<br />

p<strong>art</strong>icolarmente sottoposto all’attenzione di un trio inaspettato.<br />

Dopo la collettiva inglese Beyond Existence curata dai CosmicMegaBrain che vede<br />

presenti contemporaneamente i lavori di Davide ed Andrea, la sfida nasce dall’intento di<br />

unire il mestiere dell’<strong>art</strong>ista alla sua capacità di seguirlo, di qui la proposta a Beatrice:<br />

“Stimo il lavoro di Andrea da molto tempo. Negli ultimi due anni ho imparato a conoscere<br />

anche il suo sguardo sul mondo dell’<strong>art</strong>e. Andrea è aperto, generoso, disponibile, pronto a<br />

confrontarsi con il lavoro dei giovani, che numerosi lo cercano per chiedere consigli, per<br />

lavorare con lui. Senza volerlo, è diventato un punto di riferimento importante per gli<br />

<strong>art</strong>isti che sono attivi sia a Roma sia, come Davide D’Elia, fuori. Mi ha presentato Davide,<br />

mi ha mostrato il suo lavoro e ha voluto fortemente questa collaborazione e ha avuto<br />

ragione.” Afferma la Bertini, coinvolta nel progetto che ha reso il suo spazio una cantina<br />

in ordinata decomposizione in cui la nascita e la crescita attesa di organismi parassiti ha<br />

circoscritto frazioni di muro fino a rivelare la sua funzione inattiva dentro una cornice<br />

barocca. “Con Ieri distrattamente mi volsi a considerar altrui memorie… ho cercato di<br />

evidenziare delle forze già presenti nello spazio. In p<strong>art</strong>icolare l’alto grado di umidità che<br />

come un rabdomante (simbolo del progetto) ho ricercato e infine canalizzato in ovuli<br />

ricavati seguendo la morfologia dell’ambiente. Coadiuvato dal chimico Dott. Angelo<br />

Cestone ho aumentato con metodi rudimentali la temperatura (da 15° a 25°) e la<br />

presenza di vapore acqueo (da 58% a 98%), spalmando poi direttamente sulle pareti una<br />

sorta di brodo nutriente cucinato in loco. Le condizioni così esasperate hanno accelerato la<br />

proliferazione della vita nei sette ovuli a parete, il resto è stato tutto un effetto di queste<br />

cause innescate.” Racconta Davide che indirizza la sua ricerca raccontando la<br />

testimonianza del tempo e del suo manifestarsi pulsante sugli oggetti che lo circondano.<br />

Crea dunque delle icone in proces, generate dal processo inverso della casualità da cui<br />

nascono, per materializzare la loro presenza immanente in un determinato spazio e in quel<br />

determinato momento. Ma la peculiarità del progetto non risiede solamente nella volontà<br />

di ricreare un microcosmo organico infestante all’interno di un luogo adibito ad <strong>art</strong>e<br />

contemporanea, quanto piuttosto nella p<strong>art</strong>ecipazione curatoriale di un <strong>art</strong>ista che, volente<br />

o nolente, p<strong>art</strong>ecipa a tale sperimentazione.<br />

60<br />

Nel piccolo spazio che separa la galleria<br />

dall’ufficio, una proiezione di Aquilanti<br />

si allarga in una macchia di muffa<br />

visiva, incontrando parole strappate dal<br />

testo critico di sua stessa mano. Il<br />

passaggio del pubblico davanti al fascio<br />

di luce spezza la finzione <strong>art</strong>efatta della<br />

muffa lasciando visibili solo le parole: il

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