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Scarica | Download - art a part of cult(ure)

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le due entità risulta un inutile sovrappeso visivo ed emotivo ma tutto questo è anche la<br />

rappresentazione più fedele dello stato delle cose: riflesso di una contemporaneità in cui<br />

c’è sempre di più un informe accumulo di notizie, informazioni, azioni in una generalizzata<br />

assuefazione. Il non senso del fare produce forme vuote.<br />

L’Elettr<strong>of</strong>onica fondata nel 1968 da Mario Bertini, era una società di impiantistica<br />

telefonica che aveva sede in Vicolo Sant’On<strong>of</strong>rio 10, al piano terra di un palazzetto di<br />

proprietà della famiglia.<br />

Per merito di Beatrice Bertini, dopo oltre quindici anni questo luogo del passato carico<br />

della sua personale mitologia, rivive nel presente come messaggero dell’<strong>art</strong>e, laboratorio<br />

di ricerca <strong>art</strong>istica, facendosi portatore di possibili percorsi futuri.<br />

L’incarico della riconversione spaziale è stato affidato agli allievi di Zaha Hadid.<br />

Sulle antiche mura viene sovrapposta una struttura permanente; una specie di capsula<br />

che sembra illusionisticamente espandersi, avvolgendo come un grande utero bianco<br />

ovattato il visitatore.<br />

E’ in questo grembo ostile che l’<strong>art</strong>ista è invitato ogni volta ad installare il suo feto.<br />

Impresa ardua per il temerario che ci prova: questa terrifica madre rifiuta. Che ci sia,<br />

dietro un calcolato sadico piano? Che la vera ricerca a cui si mira è riuscire a far crollare<br />

quel già fatiscente mondo psichico dell’<strong>art</strong>ista?<br />

L’impatto visivo con tale meravigliosa creatura è molto forte; questa, dall’apparente<br />

immobilità ma allo stesso tempo effimera, sembra mutare: quasi destinata nel tempo a<br />

consumarsi lentamente come un organismo vivente appena distolto lo sguardo. Se poi a<br />

questo viene aggiunta la memoria che il luogo si trascina dietro, ogni altro tipo d’<br />

intervento estetico-concettuale viene annientato o passa in secondo piano: il valore<br />

rimane sospeso nell’atmosfera e non nelle azioni concrete che si svolgono.<br />

Altri covi alieni dell’<strong>art</strong>e sorti a Roma come Edicola Notte, Volume!, Condotto C,<br />

Ingresso Pericoloso pur presentando spazi molto p<strong>art</strong>icolari <strong>of</strong>frono un palcoscenico<br />

vuoto, una neutralità in cui è permesso agire.<br />

Ex Elettr<strong>of</strong>onica fa intervenire l’<strong>art</strong>ista in uno spazio dove è già alloggiata una scenografia<br />

e la tanto ricercata interazione si trasforma in opposizione.<br />

Dopo Maria Dompè, Claudia Ferri, Delphine Valli è la volta di Davide D’Elia che<br />

realizza un’originale caccia alla muffa.<br />

La sua installazione s’intitola Ieri distrattamente mi volsi a considerare altrui memorie<br />

(dalle quali mi ritrovai rinvigorito): ci lascia una traccia del tempo passato che aggredisce,<br />

muta e parassitario ritorna, togliendo lentamente la vita per ricrearne di nuove.<br />

Una malinconica metamorfosi della materia che D’Elia studia e documenta da diverso<br />

tempo attraverso lavori su tela e opere grafiche.<br />

Affidandosi un po’ a fenomeni paranormali, alla fortuna e all’aiuto della chimica, l’<strong>art</strong>ista<br />

riesce a provocare la formazione guidata di chiazze ovaloidi di muffa sul modernissimo<br />

rivestimento in resina che nasconde i muri umidi e antichi del vecchio magazzino.<br />

In questa apparizione forzata le formazioni fungine compaiono<br />

intimidite. Risvegliate e strappate all’oscurità per essere<br />

mostrate in cattività sotto la luce dei riflettori e osservate come<br />

affreschi astratti un po’malfermi e ribelli al clima.<br />

L’umidità, che da secoli è uno dei nemici più fatali per la vita<br />

delle opere d’<strong>art</strong>e, questa volta è accolta da protagonista e<br />

benvoluta.<br />

L’immagine del rabdomante racchiude simbolicamente tutto<br />

questo lavoro e l’<strong>art</strong>ista si immedesima in questa mitica figura<br />

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