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Marcello Gianvenuti: la cortesia della Reflex | di Donato Di<br />

Pelino<br />

di Donato Di Pelino 3 aprile 2010 In appr<strong>of</strong>ondimenti,<strong>art</strong>i visive | 2.157 lettori | 2<br />

Comments<br />

Per l’uomo il mondo è una continua<br />

traduzione: per questo scopo, e non<br />

solo, operano mezzi come la fotografia<br />

e il video. La capacità di questi<br />

strumenti di cristallizzare frammenti di<br />

spazio e tempo ci svelano quanto la<br />

realtà e i fatti attorno a noi convivano<br />

in maniera telescopica. A tale<br />

concezione quasi astr<strong>of</strong>isica rimandano<br />

i celebri Televisori, ideati ed elaborati<br />

da Mario Schifano nei primi anni<br />

settanta, con la collaborazione tecnica<br />

di Marcello Gianvenuti.<br />

Gianvenuti, esperto conoscitore della tecnica fotografica, concorre a creare, nell’unione del<br />

suo lavoro a quello di moltissimi pittori (Schifano, in primis, ma anche Franco Sarnari,<br />

Tano Festa, Franco Angeli, Cy Twombly, Sol Lewitt e molti altri) un interessante<br />

binomio <strong>art</strong>istico. Foto e pittura nell’<strong>art</strong>e contemporanea non si comportano da rivali ma si<br />

integrano per mostrarci il flusso interminabile di condizioni spaziali in cui ci muoviamo.<br />

Donato Di Pelino) Come inizi la tua attività di fotografo?<br />

Marcello Gianvenuti) Ho iniziato giovanissimo, credo che non avessi nemmeno<br />

vent’anni, con piccole cose come servizi per matrimoni etc. Poi,nel 1965, ho conosciuto un<br />

fotografo di nome Renato Gozzano che lavorava nel mondo della pubblicità e dell’<strong>art</strong>e, è<br />

stato lui ad introdurmi nel settore e a farmi incontrare con Mario Schifano.<br />

D. Di P.) Per un periodo sei stato anche assistente di Ugo Mulas, un nome importante<br />

nel campo. Cosa hai imparato da lui?<br />

M. G.) Mulas mi ha insegnato tutto senza dirmi niente. Non era solito dare spiegazioni ma<br />

io osservavo molto attentamente il suo lavoro e specialmente mi piaceva come sapeva<br />

interagire a livello umano con gli <strong>art</strong>isti che doveva fotografare. Questa capacità di sapersi<br />

porre in un certo modo con gli altri è uno dei suoi insegnamenti. Inoltre Mulas era<br />

entusiasta delle mie competenze tecniche e in p<strong>art</strong>icolare apprezzava le mie capacità nella<br />

fase di stampa delle fotografie.<br />

D. Di P.) Ricordi qualche altra esperienza significativa per la tua formazione?<br />

M. G.) In p<strong>art</strong>icolare quella fatta con la fotografa Elisabetta Catalano, che eseguiva<br />

ritratti di moda e <strong>art</strong>e. Fu nei primi anni settanta, Schifano voleva prendere uno studio con<br />

lei, poi rinunciò ma io le feci da assistente per un po’ e imparai delle nuove tecniche per<br />

l’esecuzione del ritratto.<br />

D. Di P.) Cosa ti interessava nell’unire il tuo lavoro a quello di un <strong>art</strong>ista come Schifano?<br />

M. G.) Principalmente c’era la voglia di sperimentare nuove cose. In quegli anni infatti<br />

lavoravo con parecchi <strong>art</strong>isti come Tano Festa, Franco Angeli ed altri, che si affidavano a<br />

me per ciò che riguardava alcune p<strong>art</strong>icolari elaborazioni fotografiche come la<br />

solarizzazione. Sai cos’è…?<br />

D. Di P.) …spiegaci meglio…<br />

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