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Cultura dove sei, cosa sei | di Simone Verde<br />

di Simone Verde 20 aprile 2010 In appr<strong>of</strong>ondimenti | 665 lettori | 14 Comments<br />

Cultura. Il termine ha etimologia latina e quindi, una lunga storia. Colere, in agricoltura<br />

coltivare, ma anche onorare, omaggiare una divinità. Il primo a intuire l’uso che ne<br />

avrebbe fatto la modernità fu Cicerone: “Un campo può essere fertile quanto si voglia<br />

– scrive nelle Tuscolane II, 13 – ma se non è coltivato non dà frutti: e lo stesso l’anima,<br />

se non a si educa”. Un’idea quasi religiosa della cura intellettuale di sé, che avrebbe<br />

penetrato a tal punto l’immaginario e il linguaggio dell’Occidente da indicare di tutto e non<br />

voler dire più niente. Dall’antropologia <strong>cult</strong>urale, alla sociologia della <strong>cult</strong>ura, ai più recenti<br />

<strong>cult</strong>ural studies, fino all’uso generico del termine valso a definire qualsiasi attività<br />

ritenuta edificante.<br />

Malgrado l’origine antica, in realtà, il primo a parlare di <strong>cult</strong>ura in senso moderno fu<br />

il poeta Mattew Arnold all’inizio dell’Ottocento, e il primo a codificarne il senso<br />

critico fu, nel 1870 l’antropologo britannico Edward Taylor.<br />

A cosa si deve, allora, una fortuna così repentina e recente?<br />

Per chi volesse appr<strong>of</strong>ondire, il tema è negli ultimi tempi al centro di una vera e propria<br />

avventura editoriale che ha avuto il suo apice divulgativo nel 2006 con la pubblicazione di<br />

un piccolo quanto utilissimo manualetto del celebre Peter Burke: La storia <strong>cult</strong>urale<br />

(Mulino). Avventura proseguita per tutto il 2009 e tutt’ora in atto con l’apparizione di una<br />

raffica di volumi sull’argomento: La seduzione della <strong>cult</strong>ura tedesca di Wolf Lepenies<br />

(2009), Organizzare la <strong>cult</strong>ura di Paul DiMaggio (2009), Studiare la <strong>cult</strong>ura,<br />

antologia, a cura di Marco Santoro e Roberta Sassatelli (2009), La <strong>cult</strong>ura come<br />

capitale, sempre a cura di Marco Santoro (2010) e L’invenzione dell’<strong>art</strong>e, una storia<br />

<strong>cult</strong>urale di Larry Shiner (Einaudi 2010), solo per citarne qualcuno. Un piccolo scaffale<br />

di un’immensa biblioteca, sufficiente a rivelare alcune essenziali verità. Prima fra tutte,<br />

che quello di <strong>cult</strong>ura è un concetto borghese nato per sostituire il sacro e il<br />

religioso con l’arrivo della secolarizzazione. Ce lo spiega con esemplare chiarezza<br />

Shiner nel suo saggio, ricostruendo il momento in cui la <strong>cult</strong>ura, studiata qui nelle sue<br />

manifestazioni estetiche, diventò la religione laica dei moderni. Gioco trascendentale delle<br />

nostre facoltà, quindi rivelazione della libertà razionale dell’uomo, per l’illuminismo<br />

kantiano; determinazione dell’universale nel p<strong>art</strong>icolare, ovvero ap<strong>of</strong>ania del divino,<br />

secondo l’universo romantico.<br />

A celebrare la religione laica dei nuovi<br />

dominatori, ci avrebbero pensato<br />

nuove istituzioni, accademie,<br />

auditorium e musei. Obiettivo:<br />

appropriarsi dei massimi capolavori del<br />

passato, sradicarli dai loro contesti con<br />

il pretesto di liberarli dall’uso<br />

strumentale dei vecchi poteri,<br />

monarchia e chiesa. Andò a finire,<br />

così, che qualsiasi forma di sapere,<br />

qualsiasi visione del mondo – che si<br />

trattasse di credenze popolari o della<br />

verità rivelata di Dio – venissero<br />

piegate alla nuova verità borghese e<br />

descritte come forme incompiute di <strong>cult</strong>ura. Raramente, operazione ideologica sarebbe<br />

stata più efficace. A conferma, il radicamento delle nuove istituzioni <strong>cult</strong>urali, oggetto dei<br />

pellegrinaggi laici del turismo di massa attratto dalla promessa di un orizzonte dai valori<br />

compiuti e perfetti.<br />

Proprio sull’efficacia di formule come queste, capaci di interpretare bisogni ed esigenze<br />

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