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A distanza di tanti anni, diventati tempo tangibile in termini di ricordi, date, facce, incontri, accadimenti,<br />
intercorsi tra quello che fu ieri e quello che è l’oggi, resta solo un nome nella mente di Alvano: Barbara. <strong>Il</strong><br />
treno era risalito lungo la penisola con il suo solito carico umano, viaggiando nella notte verso Parigi. Solito<br />
carico, ma sempre diverso, come soliti e diversi i passeggeri dei treni possono essere. Dopo un paio di ore di<br />
sosta, ed un cambio di stazione, era prevista la partenza per Calais. Le vetture andarono su e giù per un bel<br />
po’ prima di ripartire. Alvano non si mosse dallo scompartimento. Scese solo per comprare delle riviste dal<br />
carrello dei giornali e ritornò nello scompartimento tutto infreddolito. Pochi attimi prima che il treno si<br />
muovesse, salì quella che sarebbe diventata la sua compagna di viaggio fino a Londra. Erano da poco<br />
passate le nove del mattino ed il cielo era ancora scuro. Le vetrate della grande tettoia della stazione<br />
facevano filtrare un’atmosfera di greve malinconia sulla grande folla che correva in tutte le direzioni lungo<br />
le strette piattaforme tra i treni. Alvano guardava attraverso il finestrino dello scompartimento e aveva quasi<br />
timore di volgere lo sguardo dall’altro lato, verso quella giovane figura di donna che era improvvisamente<br />
apparsa sulla soglia dello scompartimento. Senza profferire parola, aveva agilmente sistemata la grossa<br />
borsa sulla rete in testa alla poltroncina d’angolo, accanto alla porta scorrevole dello scompartimento, e si<br />
era messa a sedere.<br />
Non era molta la gente che passava nel corridoio alla ricerca di un posto. Qualcuno dava uno sguardo<br />
dentro, verso di noi. Avvertivo la sua presenza soprattutto a causa della leggera ma penetrante onda di<br />
profumo che proveniva dal suo corpo. Era vestita di rosso. Rossi erano anche i suoi lunghi capelli che le<br />
ricoprivano le spalle lungo i fianchi. Con la coda dell’occhio riuscivo a vedere le sue gambe accavallate.<br />
Scendevano sinuose verso le caviglie, giù fino ai piedi racchiusi in un paio di scarpe dagli alti tacchi a<br />
spillo. La gonna, piuttosto corta, le fasciava la vita fino a mezzo coscia lasciandole scoperte le tornite e