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-“Che cosa ci fai in un posto come questo? Perché non sei a celebrare i sacrifici agli dei nel tempio sulla<br />
collina? Non lo sai che rischi la pena più grande anche per un cittadino romano ed un soldato se ti rifiuti di<br />
adorare gli dei di Roma?”-<br />
-“Mi chiamo Albano. Venero e adoro solo il vero ed eterno Dio che creò tutte le cose”-<br />
-“Ascoltami. Se vuoi la vita eterna, dovrai offrire sacrifici agli dei immortali”.-<br />
-“I sacrifici che tu mi chiedi sono offerti ai demoni e sono da evitare. L’inferno sarà la pena per chi offre<br />
sacrifici del genere”.-<br />
- “Tu sarai frustato così potrai avere la possibilità di pentirti, altrimenti ti verrà tagliata la testa. Ti sarà<br />
risparmiata la vergogna di una morte barbara, come per i barbari di queste terre, perché sei un cittadino<br />
ed un soldato di Roma”-.<br />
A questo punto l’organo riprese a suonare inaspettatamente rincorrendo una sequenza improvvisa di<br />
armonie incontrollate, di sinfonie impazzite ed irrepetibili. Alvano si era appisolato ed in sonno aveva<br />
assistito all’interrogatorio di Albano fatto dal gran sacerdote che lo condannò a morte molti secoli prima,<br />
proprio in quei luoghi. Si ricordò che aveva l’appuntamento con Puck alle sei per andare al cinema Odeon.<br />
Si alzò di scatto. Si riavvolse ne l suo impermeabile, andò verso l’uscita. Aprì rapidamente la porta<br />
dell’abbazia. Svoltò su per la stradina laterale, entrò nella nebbia inseguito dal suono dell’organo che<br />
sfumava dietro di lui.