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Sulla notte che va tra il 5 ed il 6 maggio 1998, durante la quale Alvano lanciò i suoi messaggi di terrore e di<br />
morte alle città ed ai paesi posti ai suoi piedi, aleggia tutta una serie di vicende le quali, per la loro<br />
specificità e stranezza nell’accadimento, possono essere studiate alla luce di quella nota teoria elaborata col<br />
termine di “coincidenze significative”. Ad Alvano interessano ben poco le coincidenze di ordine<br />
squisitamente tecnico. La natura resta imprevedibile, inconoscibile, incomprensibile. Sono le coincidenze<br />
degli uomini che meritano di essere conosciute, studiate, interpretate. Tanti micromondi fatti di sentimenti,<br />
dolori, sofferenze, passioni, delusioni, vittorie, gioie, a volte inspiegabili, altre volte evidenti, sempre<br />
sofferte, genuine, spontanee. In una parola: umane. E’ un tentativo di analisi poco ortodosso e decisamente<br />
controcorrente. Nasce dal bisogno che Alvano, nelle sua realtà umana, sente di trovare risposte e ragioni<br />
della catastrofe. Anche se la sua controparte, legata alla natura matrigna, sa che nessuno gli può dare<br />
risposte del genere.<br />
Vano è il tentativo di dare una definizione dell’accadimento di fenomeni uniti da relazioni non casuali,<br />
altrimenti detti ‘coincidenze’, ‘corrispondenze’, ‘associazioni’, ‘simpatie’, manifestazioni. Esse restano<br />
inspiegabili ma sono importanti ai fini dell’esperienza interiore dell’uomo. Si tratta per lo più di cose delle<br />
quali non si parla ad alta voce per non essere derisi. Attraverso queste coincidenze significative si sviluppa<br />
un tipo di conoscenza non ‘intellettiva’, quindi non riportabile all’interno delle culture tradizionali, vale a<br />
dire quella della civiltà greca, del cristianesimo istituzionalizzato e della rivoluzione culturale borghese.<br />
Durante questi tre momenti cruciali della storia dell’occidente, le culture ‘altre’ sconfitte, forse, hanno<br />
mantenuto un elemento di continuità<br />
Un sistema di indagine aperto ed affascinante, quindi, che porta alla possibile acquisizione di un sistema<br />
metodologico per la comprensione di fatti non solo epocali rimasti in gran parte misteriosi, ma anche un<br />
metodo per interpretare gli eventi della nostra vita quotidiana, come può essere un evento franoso. Questo è<br />
in sé e per sé un fatto semplice e banale, ma di fronte al quale si resta sgomenti quando assume l’aspetto e la<br />
forza di una catastrofe inspiegabile, imprevedibile, ingiustificata. E’ a quel punto che l’uomo cerca di<br />
squarciare le soglie dell’inconoscibile, “the doors of perception” le porte della percezione, come le<br />
chiamava Aldous Huxley in un suo famoso saggio. Quello stesso sgomento che devono avere provato<br />
Amleto e Faust allorquando si trovarono davanti a quella ‘soglia’ e tentarono di varcarla. L’ identica<br />
sensazione che provò Alvano e tutti i suoi concittadini, quando, all’alba di quel giorno di maggio, come di<br />
tante altre albe ‘magiche’ di dolori e di bagliori, poterono uscire dalla notte e ritrovarsi vivi sulla soglia di<br />
quella ‘porta’.<br />
Perché noi, no, e gli altri, sì? Quali sono le coincidenze? Eccole:<br />
1.<strong>Il</strong> paese di Alvano, pochi giorni prima dell’evento, aveva accolto un gruppo di cittadini del Galles<br />
provenienti dalla cittadina gemella di Abergavenny. Molte famiglie di Episcopio li avevano ospitati.<br />
C’erano stati concerti e visite nella frazione, e in paese. La pioggia aveva fatto sentire forte la sua presenza<br />
in quei giorni sulla terrazza di San Michele. Nessuno ricordava, a quel tempo, che nella regione di<br />
Abergavenny, in una cittadina di nome Aberfan, era successo una tragedia simile. Una frana staccatosi da un<br />
pozzo di carbone era precipitata da una collina e si era abbattuta sulla scuola della cittadina uccidendo in un<br />
colpo 144 persone, di cui oltre 100 bambini. Era l’anno 1966 come le cronache del luogo ricordavano.<br />
Alvano lo sapeva, come solo la natura può sapere e ricordare nel suo sistema universale. Dopo il disastro del<br />
5 maggio altri avrebbero riportato alla memoria questo episodio e operato il collegamento.<br />
2. Circa trenta persone di un condominio sono intrappolate dal fango e sono costrette a trascorrere la notte ai<br />
piedi della montagna che frana tra fragori indescrivibili. Tra di essi c’è un giovane che parla al cellulare col<br />
padre distante qualche centinaia di metri. <strong>Il</strong> padre gli dice di non muoversi da dove si trova. Qualche ora<br />
dopo quest’ultimo viene travolto dal fango.<br />
3. Quel vecchio quasi centenario non aveva mai sofferto di nulla. Improvvisame nte tutta una serie di<br />
problemi emergono e dopo diversi esami, accertamenti, visite, vicissitudini familiari; dopo le ispezioni dei<br />
nuclei antisofisticazioni negli ospedali, il povero paziente è prenotato per un intervento in camera operatoria<br />
la mattina del 5 maggio, alle ore 8.00. <strong>Il</strong> pomeriggio del giorno precedente percorre in auto col figlio le<br />
strade che portano alla sua abitazione proprio ai piedi di Alvano. Passa diverse volte davanti all’ospedale