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Il Testimone - Sane Society

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34.<br />

A dire il vero, il posto, allora, era denominato “Hospital for Physically & Mentally Handicapped People” -<br />

“Ospedale per persone con problemi fisici e mentali”. Insomma, un vero e proprio “manicomio ”. C’era, di<br />

aggravante, il fatto che quei pazienti, oltre ad avere disordini mentali, avevano anche problemi fisici. Spesso<br />

questi erano alla base di quelli, oppure, quelli avevano provocato gli altri. Un grande ospedale con circa<br />

duemila ospiti tra maschi, femmine e bambini. Un insediamento umano straordinario. Anzi, più<br />

insediamenti, uno dopo l’altro, quasi uno sull’altro. A nord di Londra, nella valle attraversata dal fiume Ver,<br />

appena fuori della città fondata dai Romani nel primo secolo dopo Cristo, la misteriosa Verulamium. Mai<br />

come in questo caso Alvano si sentiva completamente dissociato quando gli veniva da pensare a quei tempi.<br />

Anni, decenni, secoli. Quanti? Tanti. Centinaia e centinaia di anni che gli passavano per la mente, davanti<br />

agli occhi come in un film. Non uno, ma due millenni. Scene di lunghe distese di terreni verdi e ondulati, di<br />

color del grano. Strade strette, lunghe, serpeggianti attraverso sentieri di boschi fitti ed ampie, scoscese<br />

valli. Fiumi e laghi, acque ed invasi, naturali o artificiali. Nuvole basse all’orizzonte, bianche e grigie,<br />

sempre in movimento. Case sparse, che appaiono e scompaiono, fattorie deserte, solitarie, circondate da<br />

lunghi recinti di pietra e da interminabili siepi di rovi. Grandi campi squadrati battuti da animali in libertà.<br />

Cavalli, pecore, mucche ferme ad aspettare l’arrivo del tempo. Frotte di uccelli in rapidi spostamenti<br />

accompagnati dai venti leggeri che curvano il grano alto e giallo. Balle di fieno arrotolato che decorano gli<br />

sfondi gialli su di un orizzonte macchiato da boschi sparsi con alberi secolari le cui sagome disegnano<br />

scheletri e fantasmi su di un cielo mutevole eppure immobile.<br />

Alvano tendeva l’orecchio e sentiva le voci. Ma non erano ancora voci. Era solo come un sussurro, poi uno<br />

strascinamento lento e costante, come di una marcia lunga, faticosa, penetrante, cadenzata, ritmata dal vento<br />

che ne addolciva i suoni. A tutto si affiancava e si sovrapponevano altri suoni, secchi, asciutti, fermi, lucidi.<br />

Ecco, le voci. Arrivavano marciando, in ordine, come solo con gli ordini gli uomini sanno andare avanti.<br />

Cantavano, brandendo le armi. Alvano li riconosceva. Erano i suoi connazionali. Romani dell’impero in<br />

trasferimento verso Verulamium. Erano migliaia, a piedi, a cavallo, sui carri. Truppe fresche arrivate da<br />

Dover destinate a quella stazione imperiale famosa per essere una città di prima classe. Alvano era fermo ai<br />

limiti del bosco, all’ombra della grande quercia. Li guardava dall’alto di quel promontorio naturale<br />

tenendosi lontano dalla strada che scendeva dolcemente lungo la collina ricoperta di grano maturo. Vista da<br />

lassù l’interminabile fila dei legionari sembrava un lungo serpente in movimento sotto quello strano, caldo<br />

sole britannico. I suoi raggi si riflettevano sulle corazze e sulle armi inviando bagliori saettanti verso il cielo.<br />

Non voleva farsi vedere. Sapeva quanto sospettosi fossero quegli uomini che venivano nel nome di Roma.<br />

La terra delle sue origini. Ma loro, in gran parte, non erano romani. Appartenevano a Roma. La città eterna<br />

li aveva raccolti dovunque arrivava la sua spada, li aveva accettati qualunque fosse la loro origine. Li aveva<br />

sfamati, vestiti, istruiti, addestrati, arruolati. Aveva dato ad essi un destino al quale non avevano mai<br />

aspirato. Avevano ora una missione da compiere. Lui ne aveva un'altra. Era una missione che non prevedeva<br />

l’uso delle armi. Alvano doveva usare la parola, le idee, le relazioni, gli incontri, i contatti. Non era un ruolo<br />

politico e nemmeno commerciale. Erano le due cose insieme. Per chi, lui lo sapeva bene. Poteva essere al<br />

servizio del governo, delle legazioni commerciali, delle istituzioni, dei rappresentanti della giustizia, dei<br />

sacerdoti. Insomma di chiunque potesse ave re degli interessi da quelle parti. Leciti ed illeciti. Verulamium<br />

era un centro di grande interesse commerciale e culturale. Importante anche la sua posizione strategica in<br />

quella parte del paese. La maggiore tribù locale era costituita dai Catuvellani, gente di buone capacità<br />

agricole, emigrati dai Paesi Bassi. Usavano attrezzi di metallo e la loro agricoltura era molto avanzata ed<br />

abbastanza ricca. Avevano grandi allevamenti di animali in quelle ‘enclosure’ dette recinzioni che tanta<br />

importanza avrebbero avuto nella storia futura del paese. Erano bravi nel conio delle monete che avevano<br />

appreso dai greci e perfezionato con gli stessi romani.

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