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- il mito e l'ambiente<br />
- la verità<br />
- il rapporto padre-figlio<br />
- lo scambio dei ruoli<br />
- l'amore fisico<br />
- l'amore spirituale<br />
- la comunicazione<br />
- le due colonne Vesevo e Alvano<br />
- il multi-culturalismo<br />
5<br />
Per tutti questi temi vale un'unica lettura in chiave interpretativa: l'ispirazione delle metafore ha diversi<br />
momenti complessi ed interconnessi. <strong>Il</strong> primo è quello del <strong>Testimone</strong>, presente nei film di Kieslowski, come<br />
figura muta, eppure narrante e testimone degli accadimenti. La metafora filmica ha dato vita all'idea<br />
narrativa che si snoda in forma di irreale, astratta e deformata narrazione della realtà. Questa scorre sotto i<br />
nostri occhi, come un incontrollato ed incontrollabile flusso della coscienza riferito a quattro categorie<br />
diverse:<br />
- la prima: Alvano-Monte, <strong>Testimone</strong> della Valle e degli Eventi.<br />
- la seconda: Alvano, Personaggio-Autore.<br />
- la terza: Alvano, Autore, <strong>Testimone</strong> di se stesso e della sua vita.<br />
- la quarta: Alvano-Padre, Alvano-Figlio, Alvano-Autore, osservati da Alvano-Monte.<br />
In sintesi, possiamo intravedere una sorta di viaggio iniziatico che ha principio in un ambiente a metà tra<br />
mito e realtà, scaturito dalla sensazione di morte imminente dovuta alla frana che lo porta a percorrere il<br />
sentiero della sua vita. Ogni capitolo è la tappa di un viaggio di purificazione nel quale l'autore si osserva, si<br />
analizza, si interroga, si giudica, si condanna sui perché di alcuni momenti della sua vita, ponendosi dubbi<br />
ed impegnandosi nella ricerca della verità. Gino De Filippo, con i suoi disegni, ha saputo fermarne i tempi e<br />
le cadenze sulla carta con semplici e realistici tratti di matita che hanno un forte valore iconico degno della<br />
migliore tradizione naif. Eppure il <strong>Testimone</strong> si rende conto che la verità assoluta per gli uomini è<br />
irraggiungibile, non è di questa terra. La verità vera appartiene al trascendente. La grandezza dell'uomo non<br />
è quindi nella capacità di raggiungere la verità assoluta, ma nell'individuazione del metodo che permetta di<br />
aspirare ad essa come meta desiderata, percorrendo il faticoso cammino della ricerca interiore.<br />
Nel capitolo 23 Alvano dice a se stesso: 'Ma allora Alvano ricorda con il beneficio dell'inventario. Che<br />
significa che inventa? Che può inventare a scapito della verità? '.. E la verità cambia. Non essa in quanto<br />
tale, ma cambiamo noi nella sua percezione'. Alvano-Autore non comprende Alvano-Padre. Alvano-Figlio<br />
non comprenderà Alvano-Personaggio. Nel cambio dei ruoli, quando Alvano-Personaggio non sarà<br />
compreso dal Figlio, comprenderà il Padre ma senza capirne l'intima verità. Capirà di avere appreso la verità<br />
del metodo e non la verità vera. L'uomo del dubbio sa che la verità è il dubbio stesso in quanto metodo. Egli<br />
è sereno sapendo che opererà sulla scorta delle verità del momento perché la verità assoluta è<br />
irraggiungibile. Poi, dopo avere operato, avrà la forza di mettersi in discussione e continuare un percorso di<br />
crescita alla ricerca delle nuove verità del momento avendo alto il capo illuminato dal desiderio di verità<br />
assoluta. In tal modo la verità mito diventa verità obbiettivo.<br />
Un altro tema importante al quale non possiamo non fare riferimento è quello che porta alla riflessione<br />
sull'etica ambientale per mezzo della quale Alvano opera una sorta di transfert di occasione per riflettere<br />
sulla propria vita, o almeno una parte importante di essa. Per mezzo di questo transfert, operando quasi<br />
come una catarsi, si trasferisce dalla sua vita a quella della valle e quindi a quella universale. Alvano è<br />
l'osservatore del degrado ambientale e non certo causa di questo degrado, come qualcuno ha voluto<br />
affermare chiamando quella montagna-Alvano 'assassina'. Da testimone ci trasmette la grande lezione