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Ma perché mai dovrebbe ricordare per vivere? Che senso ha ricordare il passato se poi ti sfugge il presente?<br />
I pensieri ed i fatti di un tempo si ripresentano oggi sotto altre forme e tu li affronti, ti lasci condurre da loro.<br />
Tu credi di dominarli, di viverli, ma ti tradiscono, ti illudono, ti lusingano, ti sfibrano. Proprio come ora che<br />
Alvano non sa come procedere. <strong>Il</strong> grande caldo sotto la montagna lo opprime, lo paralizza, lo condiziona. La<br />
montagna maledetta, sempre più arida, desolata, marcata dai lunghi canali di cemento che segnano i percorsi<br />
di future acque ancora lontane ma che non tarderanno a venire. Torneranno a scorrere giù per quei valloni<br />
segnati dalla natura, nella notte della catastrofe, nella pelle del monte. Ma ora la gente non sa, non se ne<br />
cura, non se ne preoccupa. E’ lontana, sulle spiagge, in crociera, in cielo, in terra, in mezzo al mare. Se ne<br />
frega, non ricorda, non vuole ricordare.<br />
Giorni fa, in un’agenzia di viaggio, Alvano ha sentito gente della sua città che prenotava per San Francisco,<br />
le Seychelles, l’Egitto, i Caraibi, le Maldive.<br />
“Com’è il clima a Luxor? Conviene fare un viaggio sul Nilo?” gli chiedeva quello che Alvano pensava fosse<br />
un poveraccio, in quel piccolo bar, dietro il bancone, mentre beveva il caffè. Luxor, Axum, le Piramidi, il<br />
Nilo? In ciò che restava di quel posto che il fango aveva risparmiato in quella terribile notte del 5 maggio?<br />
Questa è gente che se ricorda, vuole solo sapere come fare per avere i soldi dal governo. Gente che pensa gli<br />
spetta di diritto, per ricostruirsi la casa perduta, scomparsa nel fango, quella notte. Abusivismo, camorra,<br />
corruzione, inondazione, colpevoli, calamità, ambiente, regi lagni, volontari, emergenza, pre-allarme, zona<br />
rossa…chiacchiere!<br />
Eh, adesso, con la nuova amministrazione finalmente si potrà ottenere ciò che hanno sempre preteso ed<br />
ottenuto. Ricordate le tre effe? Festa, Farina, Forca. Oddio, intendiamoci, non è che la nuova<br />
amministrazione pratica questa antica forma di politica. E’ solo che questa gente vive di questa politica.<br />
Sono loro che la vo gliono: la festa del patrono, della patrona, del santo locale, del protettore. La madonna<br />
bianca, la madonna nera, quella delle lagrime, quella del pianto, quella del velo, quella del monte, quella del<br />
fiume, quella del bambino. <strong>Il</strong> patrono, poi. Con la spada e con la corazza. Con il serpente, con il piede sul<br />
mondo. Legato al palo, trafitto con le frecce. Con le piaghe, con l’aureola. Senza le piaghe, senza l’aureola.<br />
Monaco, prete, frate, barbuto e sorridente. Suora, vergine, orfanella, candida, ispirata, vestita di nero. Di<br />
tutte le sembianze, le origini, le provenienze, per tutti i gusti.<br />
Una mescolanza secolare di sacro e di profano. Una profanazione ricevuta, un inganno continuato, allietato<br />
e confortato dalla ipocrisia di ciascuno e di tutti. Di chi sa e di chi non sa. Tutto fatto per vivere, per<br />
guadagnarsi da vivere. Con il mito e l’illusione. La bancarella del piede di porco. La carne di vacca al sale e<br />
al limone. <strong>Il</strong> torrone e il gelato. Le noccioline e il melone. I ceci e i panzarotti. Le zeppole e i palloncini.<br />
Bancarelle, bancarelle e poi ancora bancarelle. Le campane che suonano, le mille luminarie infuocate che<br />
sciolgono le anime e i peccati. Si scatena la musica. Rock, metal, disco dance, country, folk, punk. Rumori e<br />
parole strane, estranee ai luoghi ed alla gente. Si mescolano alla tradizione. Nemmeno quella locale.<br />
Neppure quella napoletana che non appartiene a questa gente. Imbastardimento progressivo, in un fragore di<br />
suoni ed un lampeggiare di luci. Tutto sotto la montagna che arde di fuochi estivi e il terreno inaridisce e si<br />
sbriciola.<br />
Le prudenti autorità stanno costruendo gli argini, perché i fiumi sono in secca, ma i fiumi di miliardi sono in<br />
piena. Sanno dove andare. Scorrono, anche se non si vedono. Questo è il tempo giusto. Le pio gge poi<br />
verranno. Vedremo cosa accadrà. Questa nuova amministrazione, o quella precedente, o quella prossima, fa<br />
lo stesso. Un nuovo governo centrale di colore opposto a quello locale. Ma che importa. Tanto questa è<br />
gente dalle molte vite. Che si adatta, pronta a saltare sul carro del prossimo vincitore. Questa è gente che<br />
vuole vivere, mangiare, ballare, suonare, ridere. Bisogna stare attenti a chiedere loro di battersi il petto dal<br />
dolore. Per le colpe del passato. Non troppo forte. Ci si può fare male.<br />
E poi, passa la banda. Si, c’è anche la banda. Non poteva mancare. Fa il giro. Quest’anno, poi, lo fa più<br />
lungo. Passa anche per là dove il fango ha lasciato le sue tracce più violente. Anzi, di tracce non ce ne sono