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Il Testimone - Sane Society

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55<br />

Era alto e segaligno Alfred. Non si parlarono subito, quasi diffidenti l’uno dell’altro. Poi Alvano si rese<br />

conto che quell’uomo non doveva essere del posto. Aveva il naso a punta e delle comiche orecchie a<br />

sventola. Un paio di occhiali rotondi e minuscoli erano fermi a metà naso. Ave va la pelle rosa come si<br />

poteva vedere dalle lunghe braccia che fuoriuscivano da una camicia dalle maniche corte e troppo ampia. Si<br />

era accorciato il pantalone e tolto i sandali. Aveva messo i suoi lunghi piedi a bagnomaria nella pozza<br />

d’acqua che si era formata venendo fuori dal becco della sorgente. Sembrava una persona innocua e<br />

spaesata. Mi rimproverai di avere pensato male di lui quando l’avevo visto.<br />

“Bella giornata, ma fa caldo” dissi.<br />

Lui mi guardò ma non rispose. Si tolse gli occhiali dal naso, li posò sul muretto di cemento e tirò dalla tasca<br />

qualcosa che sembrava un libretto. Erano dei fogli di mappa ripiegati con cura per farli entrare in tasca. Li<br />

dispiegò facendoli diventare un grosso foglio, lo poggiò sul ciglio del terreno circostante e cominciò a<br />

scrutarlo in silenzio. Con un lungo filo d’erba sembrava tracciare un percorso, come se andasse alla ricerca<br />

di qualcosa. Avvicinava sempre di più il suo volto alla carta e mi resi conto che era miope. Mi chiedevo<br />

cosa potesse cercare in quel posto e chi fosse. All’improvviso tolse lo sguardo da quel foglio , si rimise gli<br />

occhiali, e mi disse:<br />

“Paisà! Mi aiuti a trovare dove è morto mio padre?”.<br />

Rimasi come di sasso per un momento. Guardandolo poi in volto mi resi conto che diceva sul serio.<br />

“Era un fuciliere del reggimento del Galles ‘continuò’ e faceva parte dei reparti speciali che sbarcarono<br />

sulla costa con gli alleati durante l’ultima guerra. In questo posto alcuni tedeschi in ritirata tesero<br />

un’imboscata e a colpi di mortaio fecero fuori anche mio padre”.<br />

“Ma non è possibile” risposi. “In questo vallone non c’è niente. <strong>Il</strong> letto del torrente è secco durante l’estate.<br />

Solo alcuni corsi d’acqua provenienti da sorgenti d’acqua lo percorrono e non riescono nemmeno ad<br />

arrivare al mare. Un tempo l’acqua era molto di più, le sorgenti più abbondanti, più rigogliose. Tanto da<br />

diventare torrenti a monte che alimentavano le fabbriche di ferriere a qualche chilometro più giù verso la<br />

costa, verso il mare. Qui c’è solo il verde degli alberi, gli uccelli e qualche pecora sperduta. Ci vivo da<br />

qualche settimana”.<br />

Alfred scosse la testa e disse che se l’avessi aiutato nella ricerca mi avrebbe fatto un regalo. Mi mostrò la<br />

mappa e mi indicò una croce. Stava a segnare evidentemente la presenza di una chiesa nei paraggi. Mi<br />

ricordai allora della vecchia chiesa sconsacrata sul fianco della montagna, su in alto verso sud.<br />

Erano passati diversi anni da quando vi ero salito l’ultima volta. La mulattiera che portava ad essa era quasi<br />

scomparsa e lo stesso edificio era ricoperto da un fitto fogliame e da alti alberi. Vi avevano ammazzato un<br />

prete, tanti anni prima. Almeno così dicevano i vecchi nelle antiche storie del paese. Un prete morto<br />

sull’altare per una storia d’amore impossibile. Adesso se ne aggiungeva un’altra con questa di Alfred. Non<br />

gli dissi nulla allora. Fui preso dalla frenesia di portarlo alla chiesa come se avessi trovato la via per<br />

risolvere il suo problema. Gli dissi di seguirmi. Cominciai ad inerpicarmi su per un percorso che sembrava<br />

un sentiero aggrappandomi ai giovani alberi di castagno. Temevo di perdermi in quel mare di verde senza<br />

un riferimento preciso. Solo alberi e sottobosco. In salita, col cuore in gola. Alfred aveva le gambe lunghe.<br />

<strong>Il</strong> suo passo era come un uncino sul terreno. Non sbuffava, non si lamentava, non parlava, non si fermava<br />

per prendere fiato, non faceva domande. Quando ero io a fermarmi, lui procedeva e non mi chiedeva<br />

nemmeno se era la direzione giusta. Ero costretto allora a non fermarmi per non fare strada in più.<br />

Finalmente ci trovammo di fronte ad una muraglia nascosta nel verde. Riconobbi il contrafforte posteriore<br />

della chiesa con il deposito nel quale anni prima noi ragazzi avevamo trovato un volpino. <strong>Il</strong> sentiero verso<br />

destra era scomparso ricoperto dalla folta vegetazione. Dovetti allora cercare un accesso alle scale che erano<br />

rimaste isolate. Una frana aveva cancellato il lungo viale che un tempo dalla strada pedonale portava alla<br />

chiesa. Alfred si fermò, si sedette sul primo gradino. Tirò fuori di nuovo la mappa, la stese con cura<br />

passandovi sopra la mano per leggerla meglio. Avvicinai anch’io lo sguardo al foglio.<br />

Ero ormai curioso di vedere come sarebbe finita quella storia. Quasi ridevo di Alfred.<br />

“Quanti sono i gradini che portano su? ”.<br />

Non lo sapevo. Dovevo contarli. Li contai. Erano 27. Lui disse di trovargli il gradino che corrispondeva al<br />

numero 13. Li contai e mi fermai al numero 13. Corse verso di me.

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