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2009 - Gustolocale

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Rosae rosarum rosis<br />

La rosa, come molti altri fi ori, si presta a svariati usi in cucina ed è un concentrato<br />

di benessere. A patto di saper scegliere<br />

I fi ori ci piacciono tanto? Mangiamoceli. Vi sembra una provocazione?<br />

Niente affatto. In realtà lo facciamo già abbastanza spesso tutto l’anno.<br />

Non è forse vero che sulle nostre tavole abitualmente non mancano fi ori di<br />

zucchine, carciofi , cavolfi ori e capperi?<br />

E ora che la primavera è arrivata per aggiungere un tocco di novità ai nostri<br />

piatti e provare nuove sensazioni gustative, potremmo gustare squisite frittelline<br />

ai fi ori di robinia, violette candite o leggere insalatine punteggiate da<br />

petali di primule, calendula, tarassaco, borraggine e trifoglio. L’elenco dei<br />

fi ori che si possono accompagnare a pasta, risotti, carni e pesce è piuttosto<br />

lungo e comprende margherite, tulipani, garofani, iris, tiglio, lavanda,<br />

gelsomini, lillà. Per non parlare dei crisantemi il cui dolce sapore sembra<br />

aiuti a vivacizzare i piatti freddi e le insalate autunnali.<br />

Comunque sia, oltre ad essere decorativi, molti fi ori non solo sono buoni,<br />

ma fanno anche molto bene al nostro organismo, perché sono autentiche<br />

riserve di vitamine, elementi nutritivi essenziali, ed hanno proprietà curative.<br />

E tra non molto, quando le temperature primaverili aumenteranno,<br />

sbocceranno i fi ori che amiamo più di tutti. Aprendo le loro meravigliose<br />

corolle al tepore dei raggi solari, le rose, torneranno a regalare fascino e<br />

bellezza. Parlare delle regine di giardini e parchi non è semplice, signifi ca<br />

addentrarsi in un magico universo costituito da centinaia di varietà, colori<br />

e profumi. Nel suo storico “Il mio erbario”, il grande Maurice Mességué<br />

osserva: “Accingersi a parlare della rosa non è impresa da poco. Questa<br />

pianta è un microcosmo che racchiude in sé tutti i misteri e le bellezze della<br />

natura. È un modello di perfezione”. E, come tale, riteniamo meriti uno<br />

spazio speciale.<br />

Sin dall’antichità la rosa ha sempre attirato l’uomo e non solo per ragioni<br />

ornamentali. Apparse più di 70 milioni di anni fa in territori centro asiatici,<br />

le piante di rose si sono diffuse ovunque e sono state amate e coltivate da<br />

Persiani, Assiri, Egizi e Romani, che avevano a Paestum i vivai più imponenti<br />

per soddisfare soprattutto una clientela femminile. Le loro donne prediligevano<br />

la polvere di rose per strofi narsi il corpo dopo il bagno, truccarsi<br />

le palpebre con l’olio e succhiavano pasticche alla rosa per darsi un alito<br />

più gradevole. I medici arabi guarivano i tisici con l’azzuccar o zuccar, che<br />

altro non era che marmellata di rose. In età medioevale, i petali macinati<br />

di rose erano, con spezie e parmigiano, tra gli ingredienti di una specie<br />

di delicata lasagna e l’ingrediente base di tradizionali liquori preparati nei<br />

conventi da frati Benedettini e Trappisti. In tempi più recenti sono stati i<br />

cuochi parigini i primi ad avere utilizzato le rose in cucina. Inizialmente per<br />

guarnire i piatti, poi per condirli, alla ricerca di sapori nuovi ed intriganti.<br />

Naturalmente, anche chef e ristoratori italiani, a cui non mancano creatività<br />

ed inventiva, hanno saputo abilmente declinare questo ingrediente<br />

in svariate ricette e preparazioni. Qualcuno di noi avrà probabilmente già<br />

avuto modo di assaporare, magari in occasione della festa di S.Valentino,<br />

un risotto, delle fettuccine o forse un piatto di quaglie e perfi no una frittata alle

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