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2009 - Gustolocale

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24<br />

Un americano<br />

tranquillo<br />

Mangiare è un atto agricolo. Questa la frase più celebre di Wendell Berry, profeta della fi liera corta<br />

… the apple tree stands up among the accidents of the afternoon. (Wendell Berry)<br />

Il grande Graham Greene intitolava così uno dei suoi più celebri romanzi e<br />

questo potrebbe essere anche uno dei tanti modi per defi nire la fi gura di un<br />

grande professore-scrittore-poeta-contadino americano, un saggio pensatore,<br />

dall’indole tranquilla e pacifi ca nel quale il New York Times ha intravisto<br />

un prophet. Un profeta, un anticipatore, capace di intuizioni che nel tempo si<br />

sono rivelate decisamente illuminanti. Un uomo che con geniale semplicità ha<br />

gettato le basi di percorsi condivisi sempre più diffusamente diventando un<br />

punto di riferimento per chi si identifi ca in un certo modo di intendere la vita,<br />

la natura e l’ambiente, le risorse, le stagioni, il territorio e il cibo.<br />

È nato il 5 agosto del lontano 1934 a Henry County, Kentucky Wendell Berry,<br />

fi glio di un avvocato con la passione<br />

per la coltivazione del tabacco e dopo gli<br />

studi è stato docente nelle prestigiose<br />

Stanford e New York University per più di<br />

vent’anni. Successivamente, sentendo il<br />

richiamo della terra, ha fatto ritorno laddove<br />

era iniziata la sua vita, ha acquistato<br />

una fattoria e si è messo a fare il contadino<br />

senza smettere di produrre romanzi,<br />

poesie, saggi, scritti riguardanti il rispetto<br />

per il mondo naturale, la distruzione ambientale<br />

e delle identità autoctone, l’economia<br />

globale e le sue depredazioni, il<br />

rapporto tra agricoltura e alimentazione.<br />

Suo è l’aforisma “mangiare è un atto<br />

agricolo”, sua la promozione in California<br />

La consegna del Premio Artusi ‘08<br />

dei mercati contadini.<br />

Wendell Berry, profeta della fi liera corta, sostenitore dell’ecosostenibilità americana<br />

fi n dagli anni ‘80 e dell’importanza di una cucina sana, legata al territorio.<br />

Con Leopold Kohr, E. F, Schumacher e Kirkpatrick Sale diventa uno dei<br />

principali esponenti del movimento dei locavores, di chi crede nella necessità<br />

di apprezzare e consumare soprattutto ciò che la terra offre localmente,<br />

nel rispetto dei cicli delle stagioni, con le sue tradizioni e le sue ricchezze.<br />

Dello slow e del sole food, cibo che, come l’acronimo indica, dovrebbe essere<br />

sostenibile, organico, locale ed etico. O con un appoccio “epicureo”,<br />

da consumare alla luce di implicazioni sia gustative che ambientali. Berry ed<br />

altri pensatori del movimento “neoagrario”,<br />

come il grande Gene Logsdon e<br />

Wes Jackson, inserito peraltro come il<br />

nostro Carlo Petrini tra i 100 personaggi<br />

più importati del 20° secolo, osservano il<br />

mondo attraverso “lenti agricole” e focalizzano<br />

la loro attenzione sul valore della<br />

campagna, di un’alimentazione basata<br />

sia sul piacere che su una forte consapevolezza<br />

ed esprimono la loro preoccupazione<br />

rispetto al modo con il quale<br />

l’uomo si è allontanato dal signifi cato<br />

più profondo di ciò che attiene all’atto<br />

di mangiare.<br />

A tal proposito riporterei la traduzione<br />

dello stralcio di un recente articolo in cui

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