2009 - Gustolocale
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Il muse di Bep Marco Schiavo<br />
Marco e Mauro Schiavo hanno realizzato il sogno del padre Beppe.<br />
Un museo museo che narra narra la storia di Costabissara attraverso gli occhi<br />
di cinque generazioni di distillatori distillatori<br />
Costabissara può fregiarsi di un piccolo museo che si può defi nire una fi nestrastra<br />
sul territorio e la sua tradizione: il Museo Schiavo, dell’omonima distilleria.<br />
Qui testimonianze tratte da oggetti, documenti documenti e carteggi raccontano e<br />
ricostruiscono la storia di Costabissara anche attraverso il susseguirsi delle<br />
cinque generazioni della famiglia Schiavo.<br />
L’idea è nata dalla passione di Beppe Schiavo, scomparso un paio di anni<br />
fa, per tutto ciò che era antico e riconduceva alla tradizione, alla sua famiglia<br />
e alla sua attività di distillatore; ci hanno pensato poi i fi gli Marco e Mauro a<br />
concretizzare il sono del padre.<br />
Nella sala espositiva Beppe Schiavo è possibile ammirare tutto il certosino<br />
lavoro svolto, anche grazie al gruppo archeologico “Bissari”, per rimettere insieme<br />
i tasselli di un puzzle le cui origini risalgono a molti secoli fa: tutto parte<br />
dalla “Romanizzazione delle Province” del I e II secolo e dalla suddivisione dei<br />
terreni migliori, defi niti anche come “Graticolato”, visibili nelle piantine esposte.<br />
Si prosegue poi con alcune testimonianze del Medioevo, come le pergamene<br />
del XIV, XV e XVI secolo, in cui ritroviamo atti di compravendite di terreni, mulini<br />
per la macina del grano, rivoli d’acqua, ma soprattutto vigneti.<br />
Si possono ammirare poi le riproduzioni in anastatica di antiche mappe del<br />
XVII e XVIII secolo dei possedimenti in Costa Fabbrica (poi CostaBissara) dei<br />
nobili Conti Bissari, signori vicentini a cui si deve la cessione al Comune di<br />
Vicenza del sito dove verrà costruita la Basilica in Piazza dei Signori e dove<br />
tutt’ora sorge la famosa Torre Orologio, detta appunto dei Bissari. La cosa<br />
sorprendente è che i Nobili Bissari avevano censito<br />
tutti i loro beni e anche quelli dei confi nanti, come la<br />
famiglia Schiavo, che possedeva possedeva terreni e una torre<br />
colombara, con annesso rustico, che col passare<br />
del tempo si si è tramutata nell’attuale casa colonica di inizio Ottocento.<br />
Il viaggio nella storia continua con i carteggi e proclami del del Regno Lombardo<br />
Veneto, atti notarili originali della famiglia con acquisti e cessioni cessioni di terreni,<br />
fi no alla costruzione dell’attuale distilleria: da questo momento in poi, la famiglia<br />
Schiavo Schiavo comincia la nuova avventura nel mondo dei distillati. distillati.<br />
Sono esposte le mappe, gli atti societari, le Regie Licenze per la produzione<br />
di Alcoli e le prime ricevute di pagamento del dazio, intestate alla famiglia<br />
Schiavo. Sono visibili i primi manuali di distillazione in lingua francese, utilizzati<br />
proprio dal trisavolo Domenico nelle prime sperimentazioni di produzione,<br />
il progetto del Regio Erario che nel 1929 censiva tutte le distillerie nella<br />
provincia di Vicenza e le bollette utilizzate nel ricevimento delle vinacce in<br />
distilleria. L’ultima parte dell’esposizione cartacea, è dedicata alla storia della<br />
distillazione, con in bella vista i più antichi libri sulla distillazione: dalla “Scola<br />
senese” del Mattioli, alla scuola fi amminga del Lonicer, per proseguire con<br />
la scuola fi orentina del Vannuccio Biringuccio, quella napoletana del Gio.<br />
Battista della Porta, per chiudere con le scuole tedesche con i Thesaurus<br />
(raccolte scritte) del Gesner al Coelum Philosophorum di Filippo Ulstadio<br />
alla scuola francese del Beguin che termina con “La distillazione” descritta<br />
nella famosa enciclopedia di Diderot D’Alembert.<br />
Tra le attrezzature esposte, fanno bella mostra di sé diversi apparati di distillazione<br />
in rame del XVIII e XIX secolo destinati alla produzione di grappa in<br />
casa. La cosa sorprendente è però un alambicco completamente in terracot-