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2009 - Gustolocale

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esce in compagnia di coetanei facendo tappa al bar prima di entrare dopo la mezzanotte in discoteca e tornare<br />

a casa all’alba, in 4-5 per macchina, con musica “a chiodo” e adrenalina alle stelle. Certo, ci sono anche<br />

quelli, e qui l’età non c’entra, che hanno il vizio di bere e di ubriacarsi, quelli che al vino ed all’alcool in genere,<br />

associano sostanze stupefacenti e quelli che vi cercano rifugio, tentando di scacciare le delusioni, situazioni<br />

famigliari difficili, mancanza di lavoro e di danaro ed altro ancora. Tutti potenziali omicidi una volta saliti in macchina<br />

e messisi i strada, ma trattati alla stessa stregua di quei due: marito e moglie, usciti a cena e tornati a<br />

casa, assolutamente sobri e lucidi anche se con uno o due bicchieri di vino in corpo, dopo aver mangiato.<br />

“La legge è uguale per tutti”; ma quale legge? E fatta e pensata da chi? E a quale scopo? E come dev’essere<br />

applicata? E chi la applica? Spesso mi pongo queste domande, soprattutto quando, come in questo momento,<br />

sono da solo, ad ascoltare il silenzio della mia anima. Penso agli sforzi e al lavoro di chi coltiva le viti, all’impegno<br />

preciso ed appassionato in cantina, ai problemi di vendita e stoccaggio ed infine alla “missione”<br />

di sommelier, ristoratori, baristi e di tutti coloro che lavorano e vivono anche e sopratutto<br />

grazie al vino. Negli ultimi vent’anni sono stati fatti passi da gigante per migliorare la<br />

qualità, per sensibilizzare gli avventori sul “poco ma buono”, per preparare sulla<br />

degustazione e sull’abbinamento. Grande ruolo hanno avuto e hanno i sommelier,<br />

gli enotecnici e tutti coloro che vivono il vino, lo trattano con il rispetto<br />

che merita e cercano in tutti i modi di difenderlo da chi lo vuole sfruttare<br />

solo come fonte di guadagno, alterandolo o uccidendolo, prima che arrivi<br />

nel bicchiere. Tutto questo “esercito”di persone ha fatto sì, negli anni, che il<br />

nostro paese non abbia più timori reverenziali verso i francesi, che i mercati<br />

esteri ci riconoscano non solo come produttori di fiaschi di Chianti, ma di<br />

vini di ottima qualità, che la nostra cucina e i nostri vini siano un punto di<br />

forza della nostra bilancia commerciale. Bisogna che chi legifera ricordi queste<br />

cose, che chi ci controlla, sappia riconoscere chi merita di essere punito<br />

severamente e chi no e che, chi guida, possa avere il piacere di mangiare un<br />

filetto, uno spiedo o una tagliata bevendoci sopra un bicchiere uno di ottimo<br />

vino, senza il timore di passare da delinquente e andare a finire sui giornali.<br />

Questo è buon senso.<br />

Altrimenti bisogna usare tolleranza zero: chi guida non deve bere nulla di<br />

nulla e non essere preso in giro con gli “zerivirgola”. L’importante, in tutto<br />

questo, è il rispetto reciproco, rispetto di chi guida verso l’incolumità dei<br />

suoi simili e il rispetto di chi deve fare applicare la legge, verso le persone<br />

che si trova di fronte. E punizioni esemplari per i furbi, gli arroganti, i violenti<br />

e quelli che pensano di poter comprare tutto e tutti. Ma lasciamo che i ristoranti,<br />

alberghi, trattorie, agriturismi, enoteche, bar, facciano il loro lavoro,<br />

“distribuiscano” il bello e il buono; aiutiamoli a farlo sempre meglio: saranno<br />

i primi custodi e consiglieri di chi, poi, dovrà mettersi alla guida.<br />

Amedeo Sandri

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