2009 - Gustolocale
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Quattro cuochi<br />
(e amici) per un libro<br />
Una cena organizzata da Rizzardi, Dal Santo, Zana e Canaglia per presentare l’ultimo libro di Roberto<br />
Cipresso. Con grandi piatti, grandi vini, ma soprattutto passione<br />
Quattro amici, una passione, aggiungici un ospite e un libro. Ed ecco gli ingredienti<br />
che hanno portato ad unirsi nuovamente i Quattro Moschettieri della<br />
gastronomia vicentina, è proprio il caso di dire al grido di “uno per tutti, tutti<br />
per uno”. Perché l’ospite, attorno al quale hanno voluto organizzare una riuscitissima<br />
serata al ristorante Villa Bassi di Zugliano, è davvero un numero uno<br />
in Italia e forse nel mondo. Quel Roberto Cipresso che, partito da Bassano del<br />
Grappa più di vent’anni fa, ha conquistato prima Montalcino e poi agli altri grandi<br />
territori dell’enologia mondiale, per guadagnarsi nel 2006 l’Oscar del Vino<br />
come miglior enologo italiano. E quindi farsi conoscere<br />
al grande pubblico, oltre che come winemaker, anche<br />
come scrittore con il best seller Romanzo del Vino e oggi<br />
con un nuovo saggio, Vinosofi a.<br />
Loro, i quattro, sono Renato Rizzardi della Locanda di<br />
Piero di Montecchio Precalcino, Mauro Canaglia della<br />
Trattoria all’Angelo di Piovene Rocchette, Christian Zana<br />
della Trattoria all’Isola di Cogollo del Cengio e il padrone<br />
di casa, Francesco Dal Santo del Ristorante Villa Bassi<br />
di Zugliano. Amici fuori prima ancora che dentro la<br />
cucina, ormai da quattro anni sperimentano il lavoro a<br />
più mani, convinti che l’unione di esperienze e creatività<br />
porti sempre a qualcosa in più della semplice somma<br />
dei singoli elementi.<br />
E così è stato anche nella serata “Quattro cuochi per un<br />
libro” nella quale alle scelte gastronomiche è stato affi -<br />
dato il compito, mai facile, di esaltare l’abbinamento con<br />
la proposta enologica di Roberto Cipresso. Esaltante il<br />
risultato, con cucina e cantina che si sono mantenute in<br />
equilibrio, valorizzandosi reciprocamente.<br />
Il tutto contornato dai racconti di Roberto Cipresso che,<br />
presentato e introdotto da Roberto Gasparin, ha accompagnato pietanze e vini<br />
con aneddoti e spiegazioni. Rifuggendo da tecnicismi e già sentite descrizioni<br />
organolettiche, Cipresso ha puntato dritto al cuore. Ripercorrendo alcune tappe<br />
di quel percorso – umano prima ancora che professionale - che lo ha portato<br />
ad esplorare i territori del vino, leggendo nella terra e nel comportamento della<br />
vite i tratti che avrebbero potuto ritrovarsi nel vino. Mosso dalla curiosità e dal<br />
desiderio di sperimentare, la sua azione è sempre caratterizzata dal rispetto<br />
per la natura e per la vocazione di un territorio. Ama la defi nizione di terroirista,<br />
ricercatore di terroir. Come in Argentina, nella regione<br />
del Mendoza, dove “il vento non ti lascia stare in piedi<br />
– ha raccontato – e il sole batte forte. Non si potrebbe<br />
coltivare la vite senza la possibilità di irrigare”. Eppure<br />
la tenacia lo porta ad arrampicarsi sui pendii: “osservando<br />
la vigoria delle piante si poteva vedere dove le<br />
radici riuscivano a trovare l’acqua nel sottosuolo e individuammo<br />
dei ruscelli”. Una ricerca di terreni i cui risultati<br />
si sono stati potuti apprezzare nel Acheval Ferrer<br />
2000, vino dall’eleganza tutta bordolese, premiato come<br />
miglior vino del Sud America. Solo una delle perle degustate<br />
nel corso della serata che ha visto il suo apice<br />
enologico ne La quadratura del Cerchio 1995. Progetto<br />
di sperimentazione assoluta di Roberto Cipresso, è una<br />
“follia enologica” con la quale incrocia vitigni e terrori<br />
assolutamente diversi tra loro alla ricerca di una “chimera”.<br />
L’annata 1995 ne rappresentava “il primo viaggio”<br />
condotto con un uvaggio di Refosco, Schioppettino,<br />
Sangiovese e Montepulciano in parti uguali.