Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...
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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />
32 www.gimle.fsm.it<br />
nitaria ed una chiara definizione del livello di “rischio residuo<br />
per la salute” (anche ai sensi e per gli effetti del disposto ex<br />
artt. 72-quater, 72-quinquies, 72-sexies e 72-decies, del D.Lgs.<br />
626/94, così come modificato ed integrato dal D.Lgs.<br />
25/2002).<br />
Lo scopo di questo contributo è di riportare pertanto i dati relativi<br />
al risk assessment effettuato su un gruppo di lavoratori di<br />
un’industria aeronautica esposti a TCE, ed altresì di verificare<br />
l’utilità e la validità del monitoraggio <strong>biologico</strong> come fattore determinante<br />
per la sicurezza degli operatori.<br />
Materiali e metodi<br />
Sono stati studiati 22 soggetti maschi, di cui 8 fumatori e<br />
14 non fumatori, con un’età media di 37 anni (range 24-55 aa)<br />
ed un’anzianità lavorativa media di 11 anni (range 2-35 aa),<br />
appartenenti ad un reparto in cui si effettuano su due turni nelle<br />
24 ore delle operazioni di incollaggio su lamiere e strutture<br />
in honey comb metallico, con presenza di vasche contenenti<br />
TCE, trattamenti quali primer attivatore incollaggi e film adesivi,<br />
ed uso di altri prodotti contenenti sostanze classificate come<br />
cancerogene quali i cromati. Gli ambienti di lavoro dei reparti<br />
in questione sono dotati di sistemi “mobili” di aspirazione<br />
localizzata per le diverse postazioni operative e di impianti<br />
di captazione centralizzata (velocità di cattura: 9m/sec); le vasche<br />
contenenti TCE, inoltre, sono provviste di una serpentina<br />
per il raffreddamento dei vapori, pannello di chiusura, nonché<br />
di un sistema di aspirazione lungo i bordi. Tutti i lavoratori, nel<br />
corso dell’esposizione, sono altresì regolarmente dotati di idonei<br />
DPI per le vie respiratorie e per la cute (maschera protettiva<br />
a carboni attivi, schermo protettivo in plexiglass, guanti in<br />
tela, camice usa e getta).<br />
Dal momento in cui il TCE è stato classificato ex lege come<br />
R45, pure a fronte dei bassi livelli di esposizione ambientale già<br />
rilevati, si è ritenuto opportuno procedere anche alla determinazione<br />
del tricloroetilene tal quale e dell’acido tricloroacetico<br />
(TCA) nelle urine (come contemplato per i BEI individuati dall’ACGIH).<br />
Per tutti i soggetti esaminati sono stati raccolti i dati<br />
anamnestici, ritenuti utili per individuare ed interpretare<br />
eventuali interferenze analitiche (abitudine al fumo, dieta, trattamenti<br />
farmacologici, etc.); al contempo si è proceduto alla<br />
con<strong>sul</strong>tazione delle cartelle sanitarie e di rischio, per la revisione<br />
sia dei dati obbiettivi che di quelli scaturiti dalle indagini<br />
integrative chimico-cliniche previste dallo specifico protocollo<br />
di “sorveglianza sanitaria” comprendente: visita medica, esami<br />
chimico-clinici annuali (emocromo, glicemia, azotemia, creatinemia,<br />
acido urico, colesterolo tot. e HDL, trigliceridi, bilirubina<br />
tot. e diretta, GGT, AST, ALT, fosfatasi alcalina, proteine totali,<br />
albumina, es. urine completo), ECG ed audiometria biennali,<br />
RX torace triennale (1).<br />
Tenuto conto che Raaschou-Nielsen et al., nello studio condotto<br />
su un gruppo di operatori esposti a TCE pubblicato nell’ottobre<br />
del 2002, hanno individuato la “proteinuria” e la “piastrinopenia”<br />
come indicatori di danno precoce in corso di esposizione<br />
prolungata ad alte dosi di TCE, (2) si è proceduto con particolare<br />
attenzione alla revisione dei dati relativi a tali parametri<br />
- oltre ad osservare altre eventuali alterazione a carico del sistema<br />
emopoietico e renale - raccolti nel corso degli ultimi tre anni<br />
di sorveglianza sanitaria <strong>sul</strong>la popolazione lavorativa oggetto di<br />
questo contributo.<br />
Raccolta e conservazione dei campioni: i campioni di<br />
urina sono stati raccolti all’inizio ed alla fine del turno di lavoro,<br />
suddivisi in due aliquote, e congelati a -20° C fino al momento<br />
della determinazione analitica (metodo: GC e colorimetrico).<br />
Le indagini ambientali (campionamento statico con po-<br />
stazione fissa e campionatori passivi) sono state mirate a valutare<br />
l’eventuale esposizione dei lavoratori a concentrazioni di<br />
vapori di TCE.<br />
Ri<strong>sul</strong>tati<br />
Per quanto concerne il “monitoraggio <strong>biologico</strong>”, i ri<strong>sul</strong>tati<br />
dei dosaggi del TCE e del TCA nelle urine dei soggetti presi in<br />
esame sono tutti collocati al di sotto del limite di rilevabilità della<br />
metodica analitica impiegata (2,5µg/L - 1mg/L).<br />
I ri<strong>sul</strong>tati degli esami clinici, strumentali e di laboratorio, non<br />
hanno messo in evidenza alcuna alterazione correlabile all’esposizione<br />
al tricloroetilene nel gruppo di lavoratori indagato; la revisione<br />
delle cartelle cliniche degli addetti al reparto honey comb<br />
negli ultimi tre anni, infatti, non ha mostrato alcuna modificazione<br />
in senso patologico nell’arco di tempo considerato, ad eccezione<br />
di un solo caso che presentava una proteinuria riconducibile<br />
alla patologia diabetica a cui era affetto, mentre i valori delle<br />
piastrine erano compresi nel range di normalità (150.000-<br />
400.000 µ/l).<br />
Anche i dati ottenuti dalle indagini di “monitoraggio ambientale”<br />
hanno confermato l’accettabilità dell’esposizione, ri<strong>sul</strong>tando<br />
contenuti nell’ambito del relativo TLV-TWA (170mg/m 3 ,<br />
pari a 25 ppm); il valore limite di esposizione professionale per il<br />
TCE, d’altro canto, non ri<strong>sul</strong>ta attualmente inserito nella prima lista<br />
contenuta nell’Allegato VIII-ter, ex art. 72-ter, D.Lgs. 626/94<br />
(così come modificato ed integrato dal D.M. Lavoro del<br />
26.02.2004).<br />
Conclusioni<br />
Nell’aggiornamento dell’elenco delle malattie professionali<br />
contenuto nel D.M. Lavoro del 27.04.2004 (G.U. n. 134<br />
del 10.06.2004), il TCE ri<strong>sul</strong>ta inserito nella Lista I (elevata<br />
probabilità di origine lavorativa), alla voce 32 quale fattore<br />
causale per effetti “deterministici”; mentre per effetti di tipo<br />
“stocastico” al TCE viene riconosciuta alla voce 15 la capacità<br />
cancerogena nel contesto della Lista II (limitata probabilità<br />
di origine lavorativa)(3). L’applicazione di “indicatori<br />
biologici di esposizione”, quali il TCE ed il TCA urinari, congiuntamente<br />
alle determinazioni ambientali, ri<strong>sul</strong>ta innanzitutto<br />
necessaria per una corretta ed obbiettiva definizione sia<br />
del risk assessment che del “rischio moderato” per esposizioni<br />
a basse dosi di sostanze chimiche (a conferma, tra l’altro,<br />
della validità di tutte le misure collettive ed individuali di<br />
protezione adottate). Trattandosi poi di un cancerogeno di categoria<br />
2, si ritiene opportuno prevedere anche per il tricloroetilene<br />
la definizione della dose biologicamente efficace,<br />
mediante la determinazione degli “addotti alle proteine”, in<br />
sostanziale applicazione comunque del disposto ex art. 63 del<br />
D.Lgs. 626/94 per la valutazione dell’esposizione a sostanze<br />
cancerogene.<br />
Bibliografia<br />
1) Cardoni F, Simonazzi S, Bova M, Ricciardi-Tenore G, Attività di sorveglianza<br />
sanitaria e caratterizzazione dell’esposizione a basse dosi<br />
di cromo: ri<strong>sul</strong>tati di un follow-up a dieci anni. G Ital Med Lav 2003;<br />
25 (3 suppl): 83-5.<br />
2) Greent A, Dow J, Ong C, et al., Biological monitoring of kidney<br />
function among workers occupationally exposed to trichloroethylene.<br />
Occup Environ Med 2004; 61 (4): 312-7.<br />
3) Imbriani M, Niu Q, Negri S, Ghittori S, Trichloroethylene in urine as<br />
biological exposure index..Ind Health 2001; 39 (3): 225-30.