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Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...

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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />

60 www.gimle.fsm.it<br />

R. Foddis 1 , A.Vivaldi 1 , R. Buselli 1 , V. Gattini 1 , G. Guglielmi 1 , F. Cosentino 1 , F. Ottenga 1 , E. Ciancia 2 , R. Libener 3 ,R. Filiberti 4 ,<br />

M. Neri 4 , P.G. Betta 3 , M. Tognon 6 , L. Mutti 5 , R. Puntoni 4 , A. Cristaudo 1<br />

Ricerca di anticorpi anti-SV40 come marker di infezione nello screening<br />

di fattori di rischio aggiuntivi in soggetti ex-esposti ad amianto<br />

1 Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo, Ortopedia e Traumatologia, Medicina del Lavoro, Università di Pisa<br />

2 Unità Operativa Anatomia Patologica, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana<br />

3 Unità Operativa Anatomia Patologica, Azienda Sanitaria Ospedaliera, Alessandria<br />

4 Istituto Nazionale Ricerca <strong>sul</strong> Cancro, Unità Operativa di Epidemiologia Ambientale, Genova<br />

5 Ospedale S.Pietro e Paolo, ASL 11 Borgosesia e Fondazione Maugeri, Pavia<br />

6 Dipartimento di Morfologia e Embriologia, Sezione di Istologia e Embriologia, Università di Ferrara<br />

RIASSUNTO. Ad oggi tra gli ipotizzati cofattori dell’amiato nella<br />

patogenesi del mesotelioma maligno (MM) il più accreditato, <strong>sul</strong>la base<br />

di dati di biologia molecolare, è il Simian Virus 40 (SV40). Lo scopo del<br />

presente studio era quello di valutare la prevalenza e la affidabilità del dosaggio<br />

di anticorpi anti-SV40 come marker di infezione con finalità preventive.<br />

Solo 1 paziente con MM (2,7%) ed 1 lavoratore sano con pregressa<br />

esposizione ad amianto (1,3%) sono ri<strong>sul</strong>tati positivi alla ricerca di<br />

anticorpi anti-SV40. Nessuno dei 71 pazienti con patologie non neoplastiche<br />

inclusi nello studio era positivo per gli anticorpi.<br />

Parole chiave: SV40, asbesto, mesotelioma maligno.<br />

ABSTRACT. ANTI-SV40 ANTIBODIES AS INFECTION MARKERS FOR<br />

ASSESSING ADDITIONAL RISK FACTORS IN WORKERS PREVIOUSLY EXPOSED<br />

TO ASBESTOS. Although the prevalence of asbestos exposure among malignant<br />

mesothelioma (MM) patients is very high, only a relatively small<br />

percentage of workers previously exposed to asbestos develop a MM.<br />

This observation suggests that some tumoral agents may act as a co-factor<br />

together with asbestos in MM pathogenesis. To date, among the hypothesized<br />

cofactors, the Simian Virus 40 (SV40) is one of the most widely<br />

investigated and is supported by biomolecular findings. The aim of<br />

this study was to evaluate the incidence and feasibility of Anti-SV40 Antibodies<br />

as an infection marker with preventive application. We found<br />

that only 1 MM patient out of 44 (2.7%) and 1 out of 75 workers previosly<br />

exposed to asbestos (1.3%) were positive for the detection of Anti-<br />

SV40 antibodies. None of the 71 patients with non-neoplastic diseases<br />

were positive.<br />

Key words: SV40, asbestos, malignant mesothelioma.<br />

Introduzione<br />

La discrepanza tra l’elevata prevalenza di anamnesi lavorativa<br />

positiva per esposizione ad amianto tra i pazienti con mesotelioma<br />

maligno della pleura (MM) e la relativamente bassa incidenza<br />

di MM nella popolazione degli ex esposti suggerisce l’esistenza<br />

di un ruolo cofattoriale di altri agenti cancerogeni con attività<br />

additiva, sinergica od eventualmente moltiplicativa. Tra gli<br />

ipotetici cofattori, uno dei più accreditati negli ultimi dieci anni è<br />

il Simian Virus 40 (SV40). Una mole impressionante di dati di laboratorio<br />

(1-5) supporta l’ipotesi di un’attività cancerogenetica<br />

del virus nella specie umana. Dal punto di vista epidemiologico,<br />

invece, non ci sono ad oggi dati univoci. A fronte di studi longitudinali<br />

o storici retrospettivi che non hanno fornito evidenze di<br />

associazioni significative con la patologia tumorale, alcuni autori<br />

hanno rilevato un incremento di mortalità per alcuni dei tumori<br />

compreso il MM (6) per cui l’SV40 è responsabile in esperimenti<br />

con animali. Un recente studio caso-controllo condotto dal<br />

nostro gruppo di ricerca ha permesso, per la prima volta, di calcolare<br />

una stima del rischio relativo alla combinazione<br />

SV40/amianto che ri<strong>sul</strong>terebbe più alta anche della somma della<br />

stima calcolata per i due singoli fattori separatamente. Il presente<br />

studio si poneva l’obiettivo di effettuare una titolazione nel siero<br />

di anticorpi anti-SV40 (Ab Anti-SV40) al fine di verificare che<br />

questi ultimi potessero costituire un fattore predittivo utilizzabile<br />

a scopo preventivo nello screening di popolazioni di lavoratori ex<br />

esposti ad amianto.<br />

Materiali e metodi<br />

Sono stati stoccati a -80°C campioni di siero derivanti da soggetti<br />

con diagnosi di MM, di malattia polmonare non neoplastica<br />

(BPCO, silicosi, asbestosi, etc.) e da soggetti con pregressa esposizione<br />

professionale ad amianto, nonché da soggetti sani o comunque<br />

privi di patologie polmonari (donatori di sangue, pazienti<br />

oculistici od ortopedici non oncologici). In un laboratorio<br />

statunitense (Dipartimento di Microbiologia e Virologia Molecolare,<br />

Baylor College of Medicine di Houston, TX) sono stati titolati<br />

i livelli sierici di anticorpi contro una oncoproteina virale,<br />

chiamata Large T Antigen (LTAg). È stata utilizzata la tecnica<br />

dell’immuno-fluorescenza indiretta (IFI).<br />

Ri<strong>sul</strong>tati<br />

Nel gruppo dei soggetti con patologie polmonari, oculari od<br />

ortopediche non neoplastiche non si è riscontrata positività alcuna<br />

per anticorpi anti-SV40. Un solo paziente tra i 44 affetti da<br />

MM (2,3%), così come un solo soggetto su 75 lavoratori ex-esposti<br />

ad amianto (1,3%) presentavano Ab anti-SV40 titolabili nel<br />

siero. I due campioni positivi appartenenti ad un paziente affetto<br />

da MM ed ad lavoratore ex esposto ad amianto, si caratterizzavano<br />

per una titolazione di 1:50 e di 1:10, rispettivamente.<br />

Discussione<br />

L’insieme dei dati di biologia molecolare accumulati nell’ultimo<br />

decennio, confermati dai ri<strong>sul</strong>tati di un recente studio casocontrollo<br />

di epidemiologia biomolecolare condotto dal nostro<br />

gruppo di ricerca che ha evidenziato un’interazione più che additiva<br />

tra i due fattori, rendono sempre più credibile il ruolo dell’-<br />

SV40 come cofattore dell’amianto nella patogenesi del MM. Sulla<br />

base di questo convincimento, la scoperta di un marker attendibile<br />

di infezione da SV40 potrebbe costituire un elemento di<br />

screening in grado di delineare subpopolazioni di soggetti ex<br />

esposti ad amianto a più alto rischio (7). Il primo obiettivo di questo<br />

studio, quindi, era quello di verificare che la ricerca di anticorpi<br />

anti-SV40 (LTAg), con la metodica dell’IFI, potesse essere<br />

un buon “indicatore di infezione virale”. Fino ad oggi non erano<br />

disponibili dati di letteratura significativi <strong>sul</strong>la distribuzione di<br />

sieropositività all’SV40 in popolazioni normali o di soggetti con<br />

MM (8), né erano disponibili dati <strong>sul</strong>la durata media della sieropositività<br />

a seguito di una prima infezione. La prevalenza osservata<br />

nei pazienti con MM (1 caso/44, 2,27%) ci fa ipotizzare che

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