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Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...

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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />

108 www.gimle.fsm.it<br />

zionato con siero bovino fetale (FCS) al 10%, antibiotici, glutamina<br />

ed amminoacidi non essenziali all’1%. L’EtO disciolto in metanolo<br />

(MEOH 50.000 UG/ML, Supelco) è stato diluito alle concentrazioni<br />

d’uso (0,5-100 mM) in terreno per cellule senza FCS. Le<br />

diluizioni delle sostanze sono state preparate al momento degli<br />

esperimenti, alla temperatura di 0-5°C. Sono stati effettuati esperimenti<br />

preliminari di tossicità per valutare le concentrazioni di sostanza<br />

che non perturbano la sopravvivenza e la crescita cellulare.<br />

Dopo il trattamento con diverse concentrazioni di EtO le cellule<br />

sono state osservate al microscopio per evidenziare eventuali cambiamenti<br />

morfologici e successivamente è stata valutata la citotossicità<br />

mediante l’utilizzo di un colorante vitale (rosso neutro), la<br />

cui incorporazione è stata misurata spettrofotometricamente.<br />

Il CT è stato condotto subito dopo il trattamento delle cellule<br />

con la sostanza (tempo zero), dopo 3 ore e dopo 24 ore, sia per<br />

valutare l’effetto genotossico che per monitorare la cinetica del<br />

riparo. Tutti gli esperimenti sono stati condotti solo quando la vitalità<br />

delle cellule, valutata tramite il test di esclusione del colorante<br />

vitale trypan blu, era > 75%. I ri<strong>sul</strong>tati sono rappresentativi<br />

della media di tre esperimenti.<br />

Ri<strong>sul</strong>tati<br />

Il CT, effettuato subito dopo l’esposizione delle cellule RPMI<br />

2650 a EtO nel range di 5,0-50,0 mM e dopo 3 e 24 ore ha mostrato,<br />

in tutte le condizioni sperimentali, un aumento dose-dipendente<br />

nella migrazione del DNA (TM) e una cinetica di riparo che<br />

evidenzia come dopo 24 ore, solo circa il 15% delle rotture viene<br />

riparato. Per quanto riguarda invece il trattamento delle cellule a<br />

concentrazioni più basse (0,5-4,0 mM) sono stati ottenuti ri<strong>sul</strong>tati<br />

differenti. Il valore del TM varia in modo non significativo, dalle<br />

concentrazioni più basse a quelle più alte, nelle condizioni di esecuzione<br />

del test al tempo zero. Tuttavia, nei campioni sottoposti al<br />

CT dopo 3 ore e 24 ore dal trattamento, è stato riscontrato un aumento<br />

significativo del TM rispetto alle cellule di controllo.<br />

Discussione<br />

Gli effetti genotossici prodotti da sostanze alchilanti il<br />

DNA, come l’ossido di etilene, possono essere studiati attraverso<br />

l’impiego di diverse metodiche. Poiché il danno al DNA indotto<br />

da agenti tossici dipende in molti casi dal tipo di cellula o<br />

di tessuto, il CT, utilizzato nello studio, può rappresentare un<br />

eccellente metodo in grado di rilevare il danno in cellule singole<br />

in diverse condizioni sperimentali. Recentemente questa metodica<br />

è stata ampiamente utilizzata per studiare gli effetti dell’esposizione<br />

a sostanze genotossiche anche nei linfociti di lavoratori<br />

esposti. Lo studio ha evidenziato l’appropriatezza della<br />

strategia sperimentale utilizzata, fornendo una valutazione<br />

degli effetti dell’EtO <strong>sul</strong> DNA del tutto paragonabili a quelli ottenuti<br />

con metodiche convenzionali quali le aberrazioni cromosomiche<br />

e il test del micronucleo. Inoltre le prove condotte hanno<br />

mostrato una maggiore sensibilità del CT, in quanto è stato<br />

evidenziato un danno al DNA anche a dosi di EtO più basse di<br />

quelle rilevabili con gli altri test. Infine, considerando che nei<br />

campioni analizzati dopo 3 e 24 ore dal trattamento delle cellule<br />

con la sostanza alle concentrazioni più basse si rileva un aumento<br />

del danno e che anche alle concentrazioni più elevate<br />

quest’ultimo è scarsamente riparato, è ipotizzabile che, dopo un<br />

iniziale periodo di latenza, la lesione iniziale (formazione di addotti)<br />

si traduca nell’induzione di rotture a doppio filamento.<br />

Queste ultime, come è noto, presentano una bassa efficienza di<br />

riparo e costituiscono il tipo di lesione più critico ai fini di una<br />

potenziale evoluzione in senso neoplastico.<br />

Bibliografia<br />

1) Babich H, Borenfreund E. Cytotoxicity of T-2 toxin and its metabolites<br />

determined with the neutral red cell viability assay. Appl. Environ.<br />

Microbiol. 1991; 57: 2101-2103.<br />

2) Dellarco VL, Generoso WM, Sega GA, Fowle III J, Jacobson-Kram<br />

D. Review of the mutagenicity of ethylene oxide. Environ. Mol. Mutagen.<br />

1990; 16: 85-103.<br />

3) Nygren J, Cedervall B, Eriksson S, Dusinska M, Kolman A. Induction<br />

of DNA strand breaks by ethylene oxide in human diploid fibroblasts.<br />

Environ. Mol. Mutagen. 1994; 24: 161-167.<br />

4) Salama SA, Serrana M, Au WW. Biomonitoring using accessibile<br />

human cells for exposure and health risk assessment. Mutat. Res.<br />

1999; 436: 99-112.<br />

P. Travaglini 1 , A. D’Intino 1 , L. Di Giampaolo 1 , I. Di Zio 1 , M. Di Gioacchino 1 , M. L. Castellani 2 , M. Reale 2 , J. Ponti 3 ,<br />

E. Sabbioni 3 , P. Boscolo 1<br />

Studio in vitro <strong>sul</strong>l’immunotossicità dei metaboliti dell’arsenico<br />

inorganico<br />

1 Sezione di Medicina del Lavoro, Allergologia ed Immunologia Clinica, Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università “G.<br />

D’Annunzio”, Chieti<br />

2 Dipartimento di Neuroscienze ed Oncologia, Università “G. D’Annunzio”, Chieti<br />

3 ECVAM, Joint Research Centre, Ispra<br />

RIASSUNTO. Oggetto di questa ricerca erano gli effetti di composti<br />

arsenicali <strong>sul</strong>la proliferazione di PBMC umane stimolata da PHA e <strong>sul</strong><br />

loro rilascio di IFN-γ e TNF-α in presenza di sali arsenicati. Gli effetti<br />

inibitori dei composti 10 -4 e 10 -5 M era nel seguente ordine: acido momometil-arsenioso<br />

(MMAs III ), As(III), As(V), acido dimetil-arsinico<br />

(DMAs V ), acido monometil-arsonico (MMAs V ). Inoltre basse dosi (da<br />

10 -7 a 10 -8 M) di As(III), MMAs III e DMAs V stimolavano la risposta immunitaria.<br />

Questo studio dimostra che l’immunotossicità dell’As inorganico<br />

in parte dipende dalla biosintesi di MMAs III , metabolita successivamente<br />

trasformato in DMAs V .<br />

Parole chiave: arsenico, composti metilati, immunotossicità.<br />

ABSTRACT. IN VITRO STUDY ON THE IMMUNOTOXICITY OF METABO-<br />

LITES OF INORGANIC ARSENIC. The aim of this in study was to evaluate the effects<br />

of As compounds on PHA stimulated PBMC proliferation and IFN-γ<br />

and TNF-α release. The inhibitory effect of 10 -4 and 10 -5 M As compounds<br />

was in the following order: momo-methyl-arsenous acid (MMAs III ) > As(III)<br />

> As(V) > dimethyl arsinic acid (DMAs V ) > monomethyl-arsonic acid<br />

(MMAs V ). Moreover, low doses (from 10 -7 to 10 -8 M) of As(III), MMAs III<br />

and DMAs V stimulated the immune response. This study shows that the immunotoxicity<br />

of inorganic arsenic in part depends on bio-synthesis of MMAs<br />

V into MMAs III , which is subsequently transformed in DMAs V .<br />

Key words: arsenic, methylated compounds, immunotoxicity.

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