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Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...

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G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO<br />

www.gimle.fsm.it 91<br />

mercapturico (AMMA) che in precedenza non era mai stato<br />

identificato neppure nell’animale (1). Tale metabolita è presente<br />

nelle urine di soggetti esposti a DMA in quantità rilevanti<br />

(dell’ordine di varie decine di mg/l). Scopo del presente lavoro<br />

è quello di riportare i primi dati disponibili <strong>sul</strong>l’AMMA<br />

nel monitoraggio <strong>biologico</strong> delle esposizioni professionali a<br />

DMA e confrontarli con quelli della N-metilacetammide<br />

(NMA) per la quale è disponibile da anni un valore valore limite<br />

<strong>biologico</strong>. Le concentrazioni della DMA nell’ambiente di<br />

lavoro controllato erano così basse da essere difficilmente<br />

quantificabili; durante la fase preparatoria dello studio ci si era<br />

peraltro resi conto che una certa quota di DMA veniva assorbita<br />

dai lavoratori per via percutanea.<br />

Materiali e metodi<br />

Un gruppo di lavoratori di un’azienda che produce fibre<br />

sintetiche di tipo acrilico ha collaborato per valutare l’intensità<br />

dell‘esposizione personale a DMA attraverso il monitoraggio<br />

<strong>biologico</strong>. Con questa logica ciascuno di loro ha raccolto una<br />

serie di campioni di urina secondo il seguente schema: a) all’inizio<br />

e alla fine di un turno di lavoro dopo 2 giorni di riposo,<br />

b) all’inizio e alla fine del turno di lavoro del giorno seguente,<br />

e c) prima dell’inizio del terzo giorno di lavoro. Tenendo presente<br />

che la DMA aderita <strong>sul</strong>la cute poteva essere assorbita anche<br />

dopo il termine del turno di lavoro, i dipendenti che hanno<br />

partecipato allo studio si sono sottoposti a doccia e a cambio di<br />

tutti gli indumenti al termine di ogni turno di lavoro. I campioni<br />

di urina sono stati raccolti in flaconi di vetro e posti a -<br />

20° C fino all’analisi. La quantificazione della NMA è avvenuta<br />

con metodica gascromatografica con rivelatore di massa.<br />

Dopo purificazione dei singoli campioni di urina con colonnine<br />

SPE C18, l’AMMA è stato analizzato utilizzando un micro-<br />

HPLC con trappola ionica e spettrometria di massa. Le concentrazioni<br />

di AMMA e NMA sono state rapportate alle concentrazioni<br />

urinarie della creatinina.<br />

Ri<strong>sul</strong>tati e Discussione<br />

Nella figura 1 sono riportati i valori medi (in mg/g creat)<br />

delle concentrazioni di NMA e di AMMA nei campioni di urina<br />

raccolti all’inizio e alla fine del turno di lavoro nei vari giorni<br />

considerati.<br />

Come si nota, all’inizio del turno di lavoro dopo 2 giorni di<br />

riposo, le concentrazioni di NMA e di AMMA presentavano valori<br />

più bassi di quanto rilevato in fasi successive. Le concentrazioni<br />

di NMA tendevano ad aumentare considerevolmente durante<br />

il lavoro, per tornare a livelli piuttosto modesti prima dell’inizio<br />

di un nuovo turno di lavoro. L’AMMA ha presentato un<br />

comportamento molto differente rispetto quello della NMA. All’inizio<br />

del turno di lavoro dopo 2 giorni di riposo era a livelli<br />

medi di 7,5 mg/g creat. che aumentavano a 9,3 mg/g creat. al termine<br />

del turno di lavoro. Tale incremento continuava anche nei<br />

Figura 1. Concentrazioni medie di NMA (colonne grigie) e di<br />

AMMA (colonne chiare) nelle urine raccolte all’inizio (I.T.) e<br />

alla fine di un turno di lavoro (F.T.) dopo 2 giorni di riposo,<br />

e nei due successivi giorni di lavoro<br />

giorni successivi con valori di 20,1, 14,9 e 19,3 mg/g/creat. rispettivamente<br />

all’inizio e alla fine del 2° giorno di lavoro e all’inizio<br />

del 3° giorno. È evidente che la cinetica biologica dei 2<br />

metaboliti è considerevolmente diversa. L’emivita urinaria della<br />

NMA calcolata con i valori medi delle concentrazioni di NMA<br />

nei campioni raccolti al termine del 2° giorno di lavoro rispetto<br />

a quelle rilevate all’inizio del 3° giorno di lavoro è ri<strong>sul</strong>tata pari<br />

a 8,6 ore. Lo stesso calcolo non è stato possibile per l’AMMA<br />

le cui concentrazioni urinarie hanno continuato ad aumentare<br />

durante i 3 giorni di raccolta dei campioni. In modo approssimativo,<br />

utilizzando i dati delle concentrazioni del 3° giorno di<br />

lavoro e quelli dell’inizio del turno di lavoro dopo 2 giorni di riposo<br />

si ottiene una emivita di circa 35 ore. L’emivita biologica<br />

della NMA, che come abbiamo segnalato è piuttosto rapida, trova<br />

conferme dai dati sperimentali di Nomiyama e coll. (2000).<br />

Tali autori hanno organizzato un’esposizione controllata a DMA<br />

di alcuni soggetti con la raccolta di campioni di urine ogni 3-6<br />

ore. Tale studio ha permesso di calcolare in modo accurato l’emivita<br />

urinaria della NMA che è ri<strong>sul</strong>tata pari a 5,6 ore.<br />

Per quanto riguarda l’AMMA non vi sono dati della letteratura<br />

che rappresentino un supporto ai nostri calcoli, ma non vi è<br />

dubbio che tale metabolita venga sintetizzato ed escreto in modo<br />

più lento della NMA come ri<strong>sul</strong>ta ben evidente dalla Figura 1. È<br />

possibile pertanto che questi mercapturati permettano di valutare<br />

esposizioni di più giorni consecutivi; ulteriori studi sono comunque<br />

necessari per confermare queste ipotesi.<br />

Bibliografia<br />

1) Perbellini L, Princivalle A, Caivano M, Montanari R. Biological monitoring<br />

of occupational exposure to N,N-dimethylacetamide with<br />

identification of a new metabolite. Occup Environ Med 2003; 60:<br />

746-751.<br />

2) Nomiyama T,Omae K, Ishizuka C, Yamauchi T, Kawasumi Y, Yamada<br />

K, Endoh H, Sakurai H. Dermal absorption of N,N-dimethylacetamide<br />

in human volunteers. Int Arch Occup Envir Health 2000; 73:<br />

121-126.

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