Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...
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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />
110 www.gimle.fsm.it<br />
M. Valentino 1 , V. Rapisarda 2 , G. Solina 1 , C. Fenga 2 , D. Duscio 3<br />
Il benzene ematico quale biomarker di esposizione in lavoratori<br />
di una raffineria<br />
1 Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative, Clinica di Medicina del Lavoro, Università Politecnica delle Marche<br />
2 Dipartimento di Medicina Sociale del Territorio, Sezione di Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Messina<br />
3 Clinica di Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Catania<br />
RIASSUNTO. Il benzene è uno dei principali inquinanti degli ambienti<br />
di lavoro. Il D.Lgs. 66/00 ha ridotto il livello di esposizione professionale<br />
a 1 ppm. Si è pertanto aperta la problematica di individuare un<br />
indicatore <strong>biologico</strong> affidabile per un corretto monitoraggio dei lavoratori<br />
esposti alle attuali basse concentrazioni di benzene. Tra i diversi biomarkers<br />
proposti abbiamo analizzato le concentrazioni di benzene ematico<br />
ad inizio e fine turno di lavoro in un gruppo di 50 lavoratori di una raffineria<br />
di petrolio esposti a concentrazioni inferiori ad 1 ppm. I ri<strong>sul</strong>tati<br />
incoraggiano l’uso del benzene ematico anche se, per livelli di esposizione<br />
così bassi, il fumo di sigaretta determina l’apporto maggiore di benzene<br />
al sangue.<br />
Parole chiave: benzene ematico, raffineria di petrolio, esposizione<br />
professionale, monitoraggio <strong>biologico</strong>.<br />
ABSTRACT. Measurement of benzene blood levels as a biomarker<br />
of exposure in oil refinery workers. Benzene is one of the main<br />
polluting substances in the workplace. Following the reduction of occupational<br />
exposure levels to 1 ppm (Legislative Decree 66/00), the need<br />
has arisen to identify a reliable benzene exposure biomarker to monitor<br />
workers exposed to current low benzene concentrations. One option, i.e.<br />
the monitoring of blood levels at the beginning and the end of the work<br />
shift, was investigated in 50 workers of an oil refinery exposed to concentrations<br />
less than 1 ppm. The re<strong>sul</strong>ts show this to be a useful biomarker<br />
even though, at such low levels of exposure, smoking habits contribute<br />
significantly to benzene plasma levels.<br />
Key words: blood benzene, oil refinery, occupational exposure, biological<br />
monitoring.<br />
Introduzione<br />
Il benzene rappresenta uno dei principali inquinanti degli ambienti<br />
di vita e di lavoro (1). L’utilizzo professionale del benzene<br />
è stato regolamentato (D.Lgs. 66/00) in maniera da permettere il<br />
lavoro a livelli di esposizione inferiori a 1 ppm (3,2 mg/m 3 ). Conseguentemente<br />
si è aperta per il medico del lavoro la problematica<br />
di come effettuare un corretto monitoraggio <strong>biologico</strong> dei lavoratori<br />
esposti alle attuali concentrazioni di benzene. Il dosaggio<br />
dei fenoli nelle urine, parametro comunemente utilizzato negli<br />
ultimi decenni, non costituisce un indice affidabile per monitorare<br />
esposizioni a concentrazioni ambientali inferiori a 5 ppm<br />
(2). Sono perciò stati proposti nuovi biomarkers per valutare l’esposizione<br />
a basse concentrazioni ambientali di benzene (1-3).<br />
Nel presente studio riportiamo i dati preliminari <strong>sul</strong> monitoraggio<br />
<strong>biologico</strong>, fenoli urinari e benzene ematico, di 50 lavoratori di<br />
una raffineria di petrolio, considerati professionalmente esposti a<br />
benzene, e di 50 lavoratori impiegati amministrativi presi come<br />
gruppo di controllo.<br />
Materiali e metodi<br />
Cinquanta lavoratori maschi, caucasici, di età media di 45,1<br />
±16,0 anni ed anzianità lavorativa di 15,4 ±3,6 anni sono stati<br />
considerati professionalmente esposti al rischio di esposizione a<br />
benzene per via inalatoria in quanto addetti al laboratorio chimico<br />
(n=14) ed addetti alla movimentazione delle benzine (n=36)<br />
di una raffineria di petrolio. I dati espositivi degli ultimi 5 anni<br />
evidenziano valori inferiori a 1 ppm (valori medi di 0,06 ±0,02<br />
ppm). 50 impiegati amministrativi della stessa raffineria, di sesso<br />
maschile, caucasici, di 47,0 ±13,5 anni e anzianità lavorativa<br />
di 17,0 ±4,1 anni sono stati utilizzati come controlli non esposti.<br />
I prelievi ambientali evidenziavano, per questi lavoratori, valori<br />
medi di 0,02 ±0,01 ppm. Nessuno presentava alterazioni ematochimiche<br />
(emocromo, transaminasi, creatinina, es. delle urine) o<br />
spirometriche. A ciascun soggetto è stato somministrato un questionario<br />
ad inizio e a fine turno di lavoro volto ad indagare il<br />
luogo di residenza, campagna o città, il turno di lavoro svolto,<br />
l’abitudine tabagica, l’assunzione di farmaci, il tragitto percorso<br />
e il mezzo impiegato per recarsi al lavoro. A ciascun lavoratore<br />
è stato effettuato un prelievo ematico di 10 ml di sangue venoso<br />
all’inizio e alla fine di un turno di lavoro di 8 ore l’ultimo giorno<br />
di una settimana lavorativa. I campioni di urine sono stati<br />
raccolti al termine del turno lavorativo nella quantità di 20 ml ed<br />
il dosaggio dei fenoli è stato effettuato con metodo colorimetrico<br />
(4). La determinazione del benzene ematico è stata effettuata<br />
con metodica gas-cromatografica con un rilevatore di massa a<br />
spazio di testa dinamico secondo Brugnone et al. (5). Le concentrazioni<br />
più basse del limite di rilevamento sono state considerate<br />
la metà della soglia minima di rilevazione (6). L’analisi<br />
statistica è stata condotta con il programma SPSS-PC (SPSS,<br />
Italia). I dati sono stati analizzati con test t di Student e correlazione<br />
di Pearson. Il limite di significatività è stato fissato per valori<br />
di p ≤ 0,05.<br />
Ri<strong>sul</strong>tati<br />
Dai questionari, compilati in modo esaustivo, ri<strong>sul</strong>ta che<br />
tutti i lavoratori risiedevano in aree della città a non elevata<br />
densità di traffico veicolare, nessuno aveva consumato bevande<br />
alcoliche tali da presumere un’assunzione di alcool maggiore<br />
di 40 g, e tutti avevano svolto il turno di lavoro del mattino<br />
o quello giornaliero con una durata complessiva di almeno<br />
8 ore. Durante il lavoro nessuno aveva dovuto far uso di<br />
maschere con filtro o respiratori per esposizioni accidentali, e<br />
tutti avevano usato regolarmente gli abituali dispositivi di protezione.<br />
Non vi erano differenze per l’abitudine tabagica tra<br />
esposti (40%) e non esposti (42%). Il body mass index medio<br />
era di 25,67 ±3,02 nei soggetti esposti e di 25,91 ±3,60 nei<br />
non esposti.<br />
I ri<strong>sul</strong>tati dei valori dei fenoli urinari sono sempre stati al di<br />
sotto di 50 mg/g di creatinina, valore adottato dall’ACGIH fino<br />
al 1995 come indicatore <strong>biologico</strong>. Benché valori maggiori siano<br />
stati riscontrati nei soggetti esposti (32,28 ±14,90 mg/g cr.) rispetto<br />
ai non esposti (23,87 ±55,0 mg/g cr.), la differenza non è<br />
statisticamente significativa.<br />
In 10 esposti ed in 7 non esposti i livelli ematici di benzene<br />
erano inferiori al limite di rivelazione. Le concentrazioni medie<br />
di benzene ematico negli esposti erano significativamente più<br />
elevate a fine turno rispetto ad inizio turno; mentre non si osservano<br />
differenze nel gruppo di controllo (tabella I).