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Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...

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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />

68 www.gimle.fsm.it<br />

Figura 1. Correlazione tra concentrazione di MDA e quella<br />

di Co nel CAE di lavoratori<br />

Nel CAE, i livelli di MDA erano positivamente correlati<br />

con i rispettivi livelli di Co, e laddove era presente co-esposizione<br />

a W, questa determinava un ulteriore incremento nei livelli<br />

di MDA (Figura 1). Al contrario, i livelli di MDA nel<br />

CAE non correlavano con le concentrazioni urinarie di Co<br />

(Figura 2).<br />

C. Grandi, N. Vonesch, S. Signorini<br />

Figura 2. Correlazione tra concentrazione di MDA nel CAE e<br />

quella di Co nell’urina dei lavoratori<br />

Conclusioni<br />

Questi ri<strong>sul</strong>tati indicano l’utilità potenziale del CAE come<br />

nuova matrice da utilizzare per il monitoraggio <strong>biologico</strong> e per le<br />

procedure di controllo sanitario fra i lavoratori esposti alle miscele<br />

di metalli duri.<br />

Impiego di biosensori nel monitoraggio dell’esposizione lavorativa<br />

ad agenti biologici: analisi della letteratura<br />

ISPESL, Dipartimento Medicina del Lavoro, Monteporzio Catone (RM)<br />

RIASSUNTO. L’aria rappresenta uno dei principali veicoli per le infezioni<br />

nosocomiali, il cui controllo può porre problemi in parte simili a quelli<br />

relativi all’identificazione e al monitoraggio dei contaminanti biologici aerodispersi<br />

negli ambienti confinati. Le attuali metodologie di campionamento<br />

e quantificazione degli agenti biologici nell’aria ambiente presentano<br />

una serie di limitazioni che possono essere superate dall’impiego di metodi<br />

innovativi. Tra questi, i biosensori sono i più promettenti. Al momento, sono<br />

stati allestiti una serie di immunosensori e di sensori a DNA per rilevare<br />

specifici ceppi batterici e virali, ma tutti evidenziano alcuni tipi di limitazione.<br />

La sfida è rappresentata dalla messa a punto di biosensori in grado di<br />

operare in fase gassosa, con elevata specificità e sensibilità, possibilità di misure<br />

ripetute, controllo in remoto, rapidità di misura e bassi costi.<br />

Parole chiave: biosensori, agenti biologici, infezioni nosocomiali.<br />

ABSTRACT. USE OF BIOSENSORS IN THE ASSESSMENT OF OCCUPA-<br />

TIONAL EXPOSURE TO BIOLOGICAL AGENTS: REVIEW OF THE LITERATURE.<br />

Air is one of the most important vehicle for nosocomial infections, whose<br />

control may pose problems partly similar to those concerning the identification<br />

and monitoring of airborne biological contaminants in indoor<br />

environments. The current methodologies for sampling and quantifying<br />

biological agents in ambient air have various limitations which can be<br />

overcome by innovative methods, of which biosensors are the most promising.<br />

A series of immunosensors and DNA sensors have been set up to<br />

monitor specific strains of bacteria and viruses, but all demonstrate some<br />

disadvantages. The challenge is to create biosensors capable of operating<br />

in gaseous phase, with high specificity and sensitivity, capable of repeated<br />

and rapid measures, remote control, and low costs.<br />

Key words: biosensors, biological agents, nosocomial infections.<br />

Introduzione<br />

Negli ambienti di lavoro l’aria rappresenta un importante veicolo<br />

per agenti biologici. In particolare negli ambienti di lavoro<br />

confinati è importante rilevare sia la carica microbica totale (indice<br />

di tipo igienistico) sia la ricerca di specie o ceppi che possono<br />

assumere rilevanza per quanto riguarda il rischio di infezioni<br />

in relazione al settore di attività. I metodi di determinazione disponibili<br />

(soprattutto quelli basati <strong>sul</strong> campionamento attivo dell’aria<br />

e <strong>sul</strong>la messa in coltura, identificazione e conta microbica)<br />

per quanto ruotinariamente utilizzati non sono ancora in molti casi<br />

standardizzati e validati (1) e presentano limitazioni in riferimento<br />

ad accuratezza, precisione, tempi di esecuzione, necessità<br />

di strutture laboratoristiche adeguate, costi. Metodi innovativi basati<br />

su campionamento e misura di costituenti macromolecolari<br />

microbici non sono ancora stati validati, necessitano di dotazioni<br />

laboratoristiche e possono presentare costi elevati (2).<br />

Le infezioni nosocomiali sono definite come infezioni acquisite<br />

durante la degenza in ospedale, che non sono presenti o in fase<br />

di incubazione al momento dell’ammissione nella struttura sanitaria.<br />

Tali infezioni interessano prevalentemente i pazienti ospedalizzati,<br />

ma possono anche essere acquisite, meno frequentemente, dal<br />

personale sanitario coinvolto nell’assistenza (3). Il controllo delle<br />

infezioni ospedaliere è parte del più generale programma di controllo<br />

delle contaminazioni biologiche in ambiente sanitario. Parte<br />

imprescindibile di tale programma è rappresentata dal monitoraggio<br />

dei livelli di contaminazione, sia generali (cariche microbiche)<br />

sia specifici (ricerca di singole specie e/o ceppi), non solo per<br />

quanto riguarda le matrici biologiche del paziente, gli indumenti, i<br />

supporti e presidi sanitari e le superfici esposte, ma anche in relazione<br />

all’aria ambiente, che rappresenta un veicolo non secondario<br />

per numerosi agenti infettanti e investe le problematiche più generali<br />

del controllo micro<strong>biologico</strong> negli ambienti confinati (indoor).<br />

In questo contesto si ritiene che un approccio di svolta ai problemi<br />

posti dal monitoraggio microbico in aria possa essere rap-

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