Comunicazioni orali e Poster sul Monitoraggio biologico - Giornale ...
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COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl<br />
70 www.gimle.fsm.it<br />
G. Lacca 2 , A. Provenzani 2 , S. Schillaci 1 , M.G. Verso 1 , D. Picciotto 1<br />
Prevalenza di anticorpi anti-HCV ed anti-HBV nei lavoratori<br />
della sanità di un nosocomio palermitano<br />
1 Sezione di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Medicina Clinica e delle Patologie Emergenti Università degli Studi di Palermo<br />
2 Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Palermo<br />
RIASSUNTO. Scopo del presente lavoro è quello di stimare la prevalenza<br />
del rischio dell’infezione da HCV ed HBV del personale sanitario<br />
di un ospedale di Palermo confrontando tale ri<strong>sul</strong>tato con un gruppo<br />
di controllo costituito da donatori di sangue italiani. Dallo studio è emerso<br />
che la prevalenza nei lavoratori della sanità è ri<strong>sul</strong>tato inferiore di circa<br />
la metà rispetto a quella dei donatori di sangue. È nostra opinione,<br />
quindi, che le misure preventive, già attuate tra il personale sanitario, siano<br />
state efficaci ed attente.<br />
Parole chiave: HCV e HBV prevalenza, personale sanitario.<br />
ABSTRACT. PREVALENCE OF ANTI-HCV AND ANTI-HBV ANTI-<br />
BODY IN A HOSPITAL’S SANITARY PERSONNEL<br />
The project aim is to estimate HCV and HBV infection risk prevalence,<br />
in a hospital’s sanitary personnel, in comparison with a control<br />
group consisting in Italian blood donors. We conclude that the sanitary<br />
personnel prevalence is lower than blood donors one.We are of opinion<br />
that preventive measures, carried out in sanitary personnel, are efficacious<br />
and accurate.<br />
Key words: HCV and HBV prevalence, sanitary personnel.<br />
Introduzione<br />
Il virus dell’epatite B è il principale rischio infettivo in ambiente<br />
ospedaliero, sia per frequenza che per gravità. È ormai ampiamente<br />
documentato nella letteratura scientifica che l’epatite virale<br />
B insorge negli operatori sanitari con una frequenza maggiore rispetto<br />
alla popolazione generale (3). In particolare il rischio di contrarre<br />
un’epatite virale è maggiore per il personale di laboratorio,<br />
per coloro che lavorano in sala autoptica e per chi opera in ambiente<br />
chirurgico rispetto a coloro che operano in ambiente medico. Il<br />
pericolo è legato all’esposizione ed alla manipolazione di materiale<br />
<strong>biologico</strong> (derivati ematici) di pazienti infetti. I veicoli più importanti<br />
dell’infezione sono rappresentati dal sangue e dai suoi derivati.<br />
Oltre alla via parenterale apparente (ferite con aghi, bisturi, forbici<br />
e/o altro materiale infetto) è ammessa una via parenterale inapparente<br />
da penetrazione del virus attraverso lesioni di continuo difficilmente<br />
individuabili di cute e mucose venute a contatto con materiale<br />
<strong>biologico</strong> infetto (1). Anche lo sperma e le secrezioni vaginali,<br />
la saliva, le lacrime ed il sudore dei soggetti infetti possono<br />
contenere quantità potenzialmente infettanti di virus (3).<br />
La trasmissione del virus C avviene per via parenterale. La<br />
maggiore fonte di infezione è costituita dalla trasfusioni di sangue<br />
e di derivati (concentrati piastrinici, fattori della coagulazione).<br />
L’HCV è responsabile del 75% dei casi di epatite post-trasfusionale<br />
(1). Il virus dell’epatite C non sembra dotato della<br />
stessa pericolosità dell’HBV per gli operatori sanitari: il suo potere<br />
infettante, soprattutto attraverso le mucose è minore, ed in<br />
ambito sanitario la via di trasmissione più frequente è il contatto<br />
del sangue infetto con il sangue dell’operatore.<br />
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di stimare la prevalenza<br />
del rischio dell’infezione da HCV ed HBV nel personale<br />
sanitario di un ospedale della città di Palermo confrontando tale<br />
ri<strong>sul</strong>tato con un gruppo di controllo costituito da donatori di sangue<br />
italiani. Dall’analisi di precedenti studi analoghi e sovrapponibili,<br />
si evince come il rischio occupazionale di trasmissione dei<br />
virus sopra citati non ha una considerazione quantitativa univoca.<br />
Materiali e metodi<br />
Tutti i lavoratori della sanità (medici, infermieri professionali,<br />
ausiliari socio-sanitari) di un nosocomio palermitano, potenzialmente<br />
esposti al rischio <strong>biologico</strong>, sono stati sottoposti nel corso<br />
del 2002 a sorveglianza sanitaria comprendente oltre l’anamnesi,<br />
l’esame obiettivo, gli esami emato-chimici ed esami strumentali,<br />
quali ECG, spirometria, audiometria, anche l’esecuzione di tests<br />
evidenzianti anticorpi anti-HCV ed anti-HBV (anti-HBc, anti HBs<br />
e anti-Hbe) dosati tramite tecnica ELISA di III generazione.<br />
I tassi di sieroprevalenza del personale sanitario sono stati poi<br />
comparati con i tassi provenienti dallo screening anti-HBV ed anti-HCV<br />
dei donatori di sangue della popolazione italiana.<br />
Ri<strong>sul</strong>tati<br />
Gli operatori sanitari esaminati nel corso dell’anno 2002 sono<br />
stati 840. La prevalenza assoluta di soggetti anti-HCV positivi<br />
è stata di 6 persone, cioè lo 0.71%; invece per quanto riguarda<br />
l’HBV la prevalenza è stata di 10 soggetti, quindi l’1.19%. L’età<br />
media dei primi era 51,16 aa con DS di 6,24 aa, quella dei secondi<br />
48,12 aa con DS di 6,77 aa.<br />
I soggetti positivi per HCV presentavano un’anzianità lavorativa<br />
media di 22 aa e fra costoro vi erano: un ausiliario sociosanitario<br />
del reparto di oculistica, un infermiere professionale di<br />
sala operatoria del reparto di chirurgia pediatrica, un ferrista di<br />
sala operatoria del reparto di ortopedia, un ausiliario socio-sanitario<br />
del reparto di cardiologia, un infermiere professionale del<br />
reparto di chirurgia oncologica ed un infermiere professionale del<br />
reparto di chirurgia generale.<br />
I soggetti positivi per HBV avevano un’anzianità lavorativa<br />
di 14,5 aa e fra loro vi erano: un infermiere professionale del reparto<br />
di chirurgia vascolare, un tecnico di laboratorio del servizio<br />
immuno-trasfusionale, un caposala dell’unità di terapia intensiva<br />
metabolica, un medico ed un infermiere professionale del reparto<br />
di neurologia, un infermiere professionale del reparto di dermatologia,<br />
un infermiere professionale del reparto di chirurgia toracica,<br />
un agente socio-sanitario ed un infermiere professionale<br />
del servizio AIDS, una infermiera professionale di sala operatoria<br />
del reparto di ostetricia.<br />
Inoltre come già accennato, sono stati valutati i tassi di prevalenza<br />
di anticorpi anti-virus B e C dei donatori di sangue della<br />
popolazione italiana, che sono ri<strong>sul</strong>tati essere:<br />
• 1.3% prevalenza di anticorpi antivirus C nei donatori di sangue;<br />
• 2% prevalenza di anticorpi antivirus B nei donatori di sangue<br />
del Nord d’Italia;<br />
• 4% prevalenza di anticorpi antivirus B nei donatori di sangue<br />
del Sud d’Italia.<br />
Considerazioni e Conclusioni<br />
Alla luce degli accertamenti effettuati nell’ambito della sorveglianza<br />
sanitaria di soggetti esposti a rischio <strong>biologico</strong> di un<br />
ospedale palermitano è emerso che la prevalenza nei lavoratori