Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
viaggio nel tempo, dell’ucronia, senza citare le innumerevoli<br />
incursioni storiche dello steampunk e delle<br />
sue varianti: clockpunk, dieselpunk, e così via. Ma<br />
soprattutto assistiamo a una rinnovata attenzione<br />
verso la frontiera scientifica: universi paralleli, universi<br />
simulati, intelligenze artificiali, nanotecnologie,<br />
biotecnologie, scienze cognitive, terraforming…<br />
Con buona pace per le cassandre.<br />
Resta la domanda: cosa ha prodotto di degno di<br />
nota la fantascienza del nuovo secolo? Innanzitutto,<br />
va ribadito come molti tra i «vecchi maestri» siano<br />
ancora in attività, e proprio dopo il 2000 abbiano<br />
prodotto alcune delle loro opere più significative.<br />
Basti citare l’Ursula K. LeGuin di La salvezza di<br />
Aka e Paradisi perduti, gli ultimi lavori del compianto<br />
Iain M. Banks (tra cui Volgi lo sguardo al tempo), o<br />
il ritorno di un veterano della New Wave come M.<br />
John Harrison con la trilogia del Fascio Kefahuchi.<br />
Gli ultimi anni hanno anche visto il ritorno di pionieri<br />
del cyberpunk come Paul Di Filippo (che in<br />
Un anno nella città lineare offre una riflessione inedita<br />
sulla condizione dello scrittore di fantascienza),<br />
e Bruce Sterling: nel suo caso, è quantomeno<br />
doveroso citare la novella Il chiosco, sulla prossima<br />
rivoluzione nanotech, e l’antologia Utopia pirata – I<br />
racconti di Bruno Argento, che raccoglie i racconti di<br />
ambientazione italiana scritti da quando Sterling si<br />
è trasferito a Torino.<br />
Infine, impossibile tacere di icone postcyberpunk<br />
come Neal Stephenson, che in Anathem mette a<br />
punto un gioco di dimensioni parallele capace di<br />
destabilizzare la nostra stessa percezione della realtà,<br />
e nell’ultimo Seveneves si diverte a distruggere la<br />
Terra e a escogitare un immaginifico piano di sopravvivenza<br />
per la specie umana.<br />
Cli-fi: la fantascienza nell’èra del riscaldamento globale<br />
Tra i «vecchi maestri», un discorso a sé lo merita Kim<br />
Stanley Robinson, uno dei giganti sulle cui spalle si<br />
ergeranno gli scrittori del futuro. Dei suoi romanzi<br />
degli anni 2000, l’unico tradotto in Italia è Gli anni<br />
del riso e del sale, un’ucronia che traccia 700 anni di<br />
storia alternativa a partire dal 1348, quando la peste<br />
nera si abbatte sull’Europa gettando i presupposti<br />
per un diverso sviluppo del progresso scientifico.<br />
Ma in affreschi grandiosi del futuro dell’umanità<br />
come 2312 e Aurora, Robinson mette in discussione<br />
le basi stesse del nostro sistema economico-sociale:<br />
2312 presenta una società interplanetaria fondata su<br />
un’economia pianificata, assistita da IA quantistiche;<br />
Aurora aggiorna il classico viaggio della nave<br />
generazionale verso un altro sistema stellare, illustrando<br />
i conflitti e i rischi che possono insidiare la<br />
convivenza umana in una comunità segregata in un<br />
ambiente artificiale.<br />
Robinson elabora sistemi alternativi al capitalismo<br />
e punta in particolar modo i riflettori sull’unicità<br />
dell’habitat terrestre e sull’importanza della sua salvaguardia:<br />
nei titoli della serie della «scienza nella<br />
capitale» (tutti inediti in Italia), il tema centrale è la<br />
problematica del riscaldamento globale, affrontata<br />
dagli scienziati della National Science Foundation<br />
e dai politici e lobbisti di Washington. La trilogia,<br />
appena ripubblicata in una versione rivista e aggiornata<br />
nell’omnibus Green Earth (2015), ha anticipato<br />
quella che è stata interpretata come una delle espressioni<br />
fondanti della fantascienza degli anni 2000: la<br />
cosiddetta climate fiction, o cli-fi.<br />
La cli-fi è quel filone della fantascienza che affronta<br />
gli effetti del cambiamento climatico o global warming,<br />
a cui critica e lettori stanno rivolgendo un’attenzione<br />
crescente. Da uno scenario di collasso ambientale<br />
muove per esempio Il fiume degli dei di Ian<br />
McDonald (2004), in cui il subcontinente indiano<br />
diventa nel 2047 un mosaico di stati la cui rivalità<br />
continua a inasprirsi, mentre la ricaduta del progresso<br />
scuote dalle fondamenta la società man mano che<br />
realtà aumentata, nanotecnologie, dispositivi di potenziamento<br />
e intelligenze artificiali entrano nell’uso<br />
quotidiano. Oltre al ciclo di racconti di Cyberabad<br />
Days, che completano l’affresco di questa turbolenta<br />
India futura, Ian McDonald ha continuato a esplorare<br />
le società dei paesi emergenti in Brasyl (2007) e<br />
The Dervish House (2010).<br />
In una Thailandia devastata dal global warming<br />
Paolo Bacigalupi ambienta invece il pluripremiato La<br />
ragazza meccanica (2009), che racconta un mondo in<br />
piena crisi energetica in cui la bioingegneria è l’ultima<br />
18