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Carta naturale e carte trattate<br />
La carta si divide in due grandi categorie: naturale<br />
e trattata.<br />
La carta naturale – o usomano, perché è quella<br />
dei quaderni, cioè per scrivere a mano – è quella<br />
che normalmente viene usata anche per gli interni<br />
dei libri. La qualità, ovviamente, varia moltissimo<br />
a seconda della quantità di legnina, e della lunghezza<br />
delle fibre che dipende dal tipo di albero<br />
da cui è estratta la cellulosa. Pini, abeti, cioè le<br />
conifere, hanno la fibra lunga, mentre aceri, faggi,<br />
eucalipti (latifoglie) hanno la fibra corta e quindi<br />
producono carte più opache. Esistono anche carte<br />
naturali – le più preziose – ricavate da cellulosa<br />
pura, senza lignina. A dispetto del suo nome, la<br />
carta naturale viene sottoposta a collatura, sulla<br />
superficie viene cioè stesa una patina di colla per<br />
non fare sbavare l’inchiostro. A meno di casi particolari<br />
e rari, l’interno dei libri in commercio è di<br />
carta usomano.<br />
Le carte trattate possono essere:<br />
• patinate;<br />
• marcate a feltro;<br />
• goffrate o vergate;<br />
• filigranate.<br />
In editoria le carte trattate vengono in genere utilizzate<br />
per le copertine.<br />
Le carte patinate sono quelle che si usano per le riviste<br />
tanto che, per estensione, l’aggettivo «patinato»<br />
è diventato sinonimo di elegante e prezioso. Invece<br />
la patina è ottenuta aggiungendo alla cellulosa una<br />
quantità di carbonato di calcio, cioè sasso in polvere,<br />
che si aggira intorno al 30 percento. Ne consegue<br />
che questo tipo di carta pesa di più, ma a parità di<br />
peso costa meno, perché il calcio è meno caro della<br />
cellulosa. Ed è quindi molto meno preziosa ed elegante<br />
degli altri tipi di carta trattata.<br />
Le carte marcate a feltro sono quelle che si ottengono<br />
stendendo i fogli ancora bagnati su tappeti di<br />
feltro in modo da riprodurne il disegno e le irregolarità.<br />
È un tipo di carta che viene spesso utilizzata in<br />
editoria perché al tatto dà una sensazione di mate-<br />
ricità e porosità che altre carte non danno. A Villar<br />
Pelice, vicino a Torino, c’è un museo del feltro e<br />
un’azienda che li produce.<br />
La carta goffrata o vergata viene fatta passare a secco<br />
dentro dei rulli che imprimono un disegno più<br />
regolare di quello lasciato dal feltro. La differenza<br />
tra vergato e goffrato dipende dal tipo di disegno.<br />
Anche questo tipo di carta è usato in editoria, soprattutto<br />
sulle copertine.<br />
Infine la carta può essere vergata con la filigrana: è<br />
il caso delle banconote, ma anche di carte speciali<br />
di libri preziosi o di album da disegno che lasciano<br />
intravedere un disegno all’interno. A differenza<br />
delle carte marcate a feltro o goffrate, nel caso della<br />
filigrana il disegno è nell’impasto e non impresso a<br />
posteriori sulla carta.<br />
Il costo della carta<br />
La carta si vende a peso, che è espresso in grammi<br />
per metro quadrato. Il cosiddetto PPB – Paper<br />
Printing and Binding, quindi carta, stampa e<br />
rilegatura – incide per circa l’8 percento sui costi<br />
totali di un libro. Significa che la carta incide mediamente<br />
per circa un terzo di quella percentuale,<br />
ovvero dal 2 al 4 percento. Il costo della carta<br />
però può variare moltissimo: si va dalle 700 euro<br />
a tonnellata della carta più scarsa, quella per fare<br />
fotocopie, ai 1500 euro di una carta preziosa. Naturalmente<br />
l’incidenza varia anche a seconda della<br />
quantità di copie stampate, del numero di pagine<br />
e delle dimensioni finali del libro, che però dipendono<br />
anche dal tipo di carta: se per esempio<br />
il testo è troppo corto perché il libro possa apparire<br />
un oggetto dignitoso, l’editore può decidere<br />
di rendere il libro più alto, aumentando la<br />
grammatura della carta – cioè lo spessore. Un altro<br />
procedimento consiste nel «gonfiare» la carta, aumentandone<br />
lo spessore a spese della densità: in<br />
questo caso si parla di «carta bouffant». È il caso<br />
di quei libri che pesano molto meno di quanto uno<br />
si aspetterebbe. La qualità della carta, insieme alla<br />
rilegatura che può essere cucita a mano o incollata,<br />
rimane l’indicatore principale, anche se invisibile,<br />
della raffinatezza dell’edizione.<br />
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