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Frédéric Martel: «Salviamo gli scrittori dell’èra digitale»<br />
Il sociologo francese, autore di Mainstream e Smart (Feltrinelli), spiega come<br />
cambia un mestiere: «Oggi gli abbonamenti illimitati riguardano il cinema e la<br />
musica, per i libri siamo ancora nella fase sperimentale, la tendenza però è questa»<br />
Fabio Gambaro, «la Repubblica», 18 marzo 2016<br />
Le pratiche culturali nate dalle nuove tecnologie rischiano<br />
di mettere in discussione la sopravvivenza<br />
economica degli scrittori e il loro statuto sociale.<br />
È questo l’allarme lanciato dal sociologo Frédéric<br />
Martel in uno studio commissionato dal ministero<br />
della Cultura francese e intitolato «Lo scrittore sociale.<br />
La condizione dello scrittore nell’èra digitale».<br />
Lo studioso francese lo presenterà oggi a Milano,<br />
nella giornata d’apertura di Bellissima, la nuova Fiera<br />
di libri e cultura indipendente che si svolge fino al<br />
20 marzo. Per l’autore di Mainstream e Smart (Feltrinelli),<br />
nei prossimi anni anche il mondo del libro,<br />
come già quello della musica e del cinema, subirà<br />
le conseguenze della rivoluzione digitale che favorirà<br />
nuove forme di commercializzazione, come ad<br />
esempio l’abbonamento illimitato a piattaforme con<br />
migliaia di testi. «Oggi gli abbonamenti illimitati<br />
riguardano il cinema e la musica, per i libri siamo<br />
ancora nella fase sperimentale, la tendenza però è<br />
questa», spiega Martel. «Sono molti i libri che si<br />
prestano a questo tipo di abbonamento: i libri di<br />
studio e di consultazione, la manualistica e i libri<br />
di cucina, le guide di viaggio e i libri per l’infanzia.<br />
Sono opere che non abbiamo bisogno di comprare e<br />
possedere, ma solo di consultare di tanto in tanto. A<br />
prima vista, l’abbonamento illimitato sembra essere<br />
meno attrattivo per la letteratura, tuttavia un’offerta<br />
illimitata consente di scoprire nuovi autori di continuo.<br />
Insomma, l’abbonamento illimitato rischia<br />
di diventare la modalità di fruizione del futuro, trasformando<br />
il libro da prodotto a servizio. Con tutte<br />
le conseguenze che ne derivano per gli autori, che<br />
vedranno ridursi drasticamente i loro diritti. A parte<br />
pochi nomi famosi, diventerà sempre più difficile<br />
vivere della propria scrittura. Se a ciò si aggiunge il<br />
costante aumento della produzione accompagnato<br />
dalla riduzione delle tirature, si capisce che le prospettive<br />
economiche degli scrittori non sono rosee».<br />
Con quali conseguenze?<br />
Gli scrittori saranno sempre più fragili economicamente<br />
e molti libri non verranno più scritti. Alcuni<br />
autori potranno continuare a scrivere solo se sostenuti<br />
da istituzioni e università oppure se indipendenti<br />
economicamente, con il rischio di ritornare al<br />
xix secolo, quando gli autori appartenevano quasi<br />
tutti alle classi agiate. Per evitare un simile scenario,<br />
che impoverisce tutta la cultura, occorre cercare<br />
nuove forme di remunerazione che consentano agli<br />
autori di vivere del loro lavoro.<br />
A cosa pensa?<br />
Oggi l’attività dello scrittore non si limita più alla<br />
sola scrittura, dato che le pratiche di accompagnamento<br />
dell’opera diventano sempre più importanti<br />
e onerose. Agli scrittori si chiede di moltiplicare gli<br />
incontri in pubblico, le letture, senza dimenticare i<br />
blog, le pagine Facebook e Twitter. Tutto ciò però<br />
non può più essere fatto gratuitamente. Occorre<br />
quindi remunerare la partecipazione degli scrittori<br />
ai festival, alle fiere, agli incontri nelle librerie. Molti<br />
festival letterari ottengono importanti finanziamenti<br />
pubblici, ma poi non pagano gli autori che<br />
partecipano.